4.17

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Gli occhi si mischiano al buio, mentre la testa pesante sprofonda sempre più nel cuscino. Anche questa notte sembra non voler essere delle migliori. Gli incubi mi perseguitano, creando ore infinite di vuoto.

Il respiro di Anna riempie la stanza, è strano avere una persona accanto.

Poggio i piedi a terra, cercando di non muovere troppo il materasso. Muovo qualche passo verso i cuscini posti al bordo dell'enorme vetrata.
Poggio la testa sul vetro fresco, chiudo gli occhi, respiro piano.
Seguo il ritmo dei sospiri di Anna.
Quiete.

Un musetto morbido mi solletica la coscia, Febe.
Gli permetto di accomodarsi sulle mie gambe, le regalo qualche coccola che aiuta più me che lei.

È tutto così lontano da quello che vivo, tutto così tranquillo.

Chiudo gli occhi, Febe dorme, Anna dorme.
La mente diventa leggera e pian piano tutto si fa più morbido.

Anna
Mi sveglio con il musetto di Febe che mi spintona. Cerco di allontanarmi ma lei testarda riesce ad avere la meglio. Apro pian piano gli occhi, cercando di capire che ore potrebbero essere. La sveglia non è suonata quindi è ancora presto, dal vetro non entra luce se non quella lunare. Allungo la mano accarezzando la nuca del piccolo labrador, per poi afferrare l'orologio.
4.17
Sospiro. Sento un respiro lontano. Premo l'interruttore della piccola lampada che poggia sul comodino.
Individuo subito la sagoma appoggiata al bordo del finestrone.

Dorme sereno, un piccolo broncio lo rende più fanciullesco rispetto al solito Nicolas maturo.

Lo lascerei lì se non fosse che il suo peso tende alle scale e non voglio un morto in casa.
Pian piano mi dirigo verso di lui, per poi iniziare a scuoterlo da un braccio.
Fa un salto sul posto, quasi spaventato.

"Nic calmo sono io, vieni a letto che qui ti congeli e mi cadi dalle scale"

Annuisce e mi segue verso il comodo materasso.

Do le spalle al ragazzo e cerco di riprendere sonno nell'immediato ma Morfeo sembra odiarmi.

Nic
Non riesco a prendere sonno.
Sulla vetrata non ero comodo eppure ero tranquillo.

Mi rigiro un paio di volte, fino a fermarmi verso Anna. Non sembra dormire. Potrei pentirmi delle mie azioni.
"Anna, dormi?"
Sento il materasso abbassarsi mentre il piccolo corpicino si volta.
I miei occhi cercano i suoi che però restano chiusi.
"Maupas cosa devo fare per farti dormire tranquillo?"
Rimango ammutolito, non ne ho idea.
Penso ad una risposta sensata, penso e ripenso.
Sento nuovamente il materasso muoversi, le mie iridi come fulmini seguono Anna.
Si alza cauta, dirigendosi verso uno scaffale pieno di libri.
Sposta più volte il dito sui vari titoli fino ad afferrarne uno.
Torna a letto, puntando le iridi nelle mie.
Mi lancia un piccolo sorrisino.
Scorgo il titolo, Addio alle armi di Hemingway.
Apre una pagina circa a metà e inizia e leggere.
La sua voce è un qualcosa che ti strega.
È bella anche alle 5 del mattino, mentre legge un libro che fino a poco fa odiavo.
Sento le palpebre pesanti.
Mi avvicino a lei mentre tento di rimanere sveglio.

"So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono, e la notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata"

Sono le ultime parole che sento, insieme a una dolce carezza sul viso.

Anna, raccontami un sogno.

M

Nascondersi - Nicolas MaupasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora