Gossip

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Mi stringo forte a lui. Ho perso il calcolo di quanto tempo è passato.
Il sole sta tramontando e il freddo dell'acqua si fa sentire.
Stacco la fronte dalla sua per rivolgere il mio sguardo al cielo rosso davanti a me.
Sorrido.

Nic
È passato qualche giorno dal pomeriggio al lago.
Tra due giorni riparto per Roma e Anna rimane qui.
Il solo pensiero mi manda in confusione.
Non la voglio distante.
Non la voglio assente dai miei giorni.
La suoneria del mio telefono mi risveglia dal sonno profondo.
Controllo l'ora, sono quasi le 9.
Sul display lampeggia "mamma", rispondo nell'immediato.

"Tesoro finalmente hai risposto!"
La sua risata allegra mi accoglie.
"Ciao mamma, mi ero addormentato, oggi è stata una giornata bella piena"
"Cos'è figlio mio? Anna ti fa dannare?"
Mi faccio sfuggire una risata.
Mamma ormai sa tutto, ogni volta che la sento parlo di lei.
"In un certo senso, non puoi nemmeno capire quanta vita ha, dovresti vederla davvero è pazzesca"
I miei occhi vagano sul soffitto ripensando a quanto quella piccola personcina sia piena di sorprese.
È un contenuto di energia.
"Nicolas"
"Mamma"
"Sei consapevole che me la dovrai presentare prima o poi, vero?"
Rimango di sasso. Mamma è molto espansiva ma non ero davvero arrivato ad immaginarmi un reale possibile incontro.
È lei a parlare per prima.
"Nic, lo percepisco dalla tua voce quanto tu stia bene. Sei partito perché non te la stavi vivendo bene, eri spesso nervoso e teso. Quando mi chiami sei così rilassato, così tranquillo. Non ti sto dicendo di sposarla, ma è lei che ti fa stare bene, è lei che ti fa vedere
la vita così. Cerca di coltivare quello che di bello c'è tra voi"
"Te la farò conoscere, te lo prometto"

Termino la chiamata dopo parecchi minuti di aggiornamento su Roma.

Rimango steso sul letto.
Ha ragione mamma, una persona così non bisogna farsela scivolare dalle dita.

Anna
Oggi la sveglia non ha suonato e il mio ritardo aumenta sempre più.

Scendo frenetica dall'auto, mentre cerco il cellulare che mi squilla in borsa.
Maledetta suoneria.
I miei piedi corrono veloci sui sanpietrini, è Nic a chiamare.

"Ehilà ricciolo, senti già la mia mancanza?"
"Anna non avvicinarti alla biblioteca"
La sua voce mi arriva ferma e allarmata.
I miei piedi si bloccano all'istante. Mancano pochi metri al mio luogo di lavoro.
"Nic che succede?"
"Anna dimmi dove sei, dimmi che non sei dentro"
Scuoto la testa quasi potesse vedermi.
Scorgo dietro l'angolo una folla.
Una sensazione strana mi nasce dentro.
"No, no, ho appena parcheggiato, Nic dimmi cosa succede"
"Torna indietro, rimanendo tranquilla. Prendi la macchina e vai a casa, subito"
Come comandasse lui i miei movimenti, meccanicamente i miei piedi si avviano verso il parcheggio.
La mia testa continua a guardarsi indietro.
"Nic rimani con me, tu dove sei? Stai bene?"
In un attimo mi ritrovo al volante, mentre cerco di uscire mantenendo tutto lucido.
"Sarò da te appena potrò, l'importante è che tu sia tranquilla"
"Nic dimmi tutto, ora"
"Anna stai guidando, non mi sembra il caso"
"Nic ora"
"No"
"Ritorno in biblioteca"
"Sei su tutti i giornali, su tutte le pagine gossip"
Boom.
Vuoto.
Sono sui giornali.

"Nic devo andare"
"Promettimi che vai a casa"
"Ci sto andando, ti aspetto"
Riaggancio.

Inchiodo la macchina affianco ad un tabacchino.
I giornali sono tutti esposti e la copertina non mi è nuova.
Nicolas Maupas e la tentazione per la giovane bibliotecaria
Pago la rivista e scappo in macchina.

Destinazione casa, destinazione Febe.

Nascondersi - Nicolas MaupasOnde histórias criam vida. Descubra agora