Roma

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Il vento passa frenetico tra i miei capelli. Frenetico come questa città.

Roma. Roma città eterna, Roma città dell'amore, Roma capitale. Caotica, grande, piena, bella però. Bellissima.

Sto aspettando l'autobus mentre mi chiedo se la direzione sia quella giusta, il mio orientamento è sotto terra.

L'incontro con la madre di Nicolas mi ha destabilizzato e non poco. Sono stati giorni di profonda chiusura, dove le domande e le riflessioni governavano la mia testa. Parlarne a volte fa bene mentre altre volte si rischia solo di ascoltare gli altri e perdere sè stessi. È questo quello che volevo evitare.

In questi giorni mi sono data della precipitosa per essermi fatta prendere emotivamente così tanto in così poco tempo. Mi sono ripetuta che solo una pazza avrebbe potuto anche solo pensare di essere presa realmente in considerazione da Nicolas.

Poi ho riflettuto. Io non sono il niente, io non sono una persona con cui passi le vacanze e poi sparisci. Io non sono una persona che merita di pensare di non poter essere presa in considerazione.

Non sono una che si tira indietro, molto spesso agisco di pancia. Se mi va di fare una cosa la faccio, se mi va di vedere una persona la vedo, se mi va di andare da qualche parte ci vado. Poi ovviamente però subentrano anche mille altre paranoie sulle conseguenze, sulle modalità e sul pensiero degli altri.

Sono estremamente empatica e questo mi porta molte volte a mettere me stessa in secondo piano, anche se con gli anni ho saputo pormi al primo posto.

Sono tre settimane che vedo Nic solo in foto, spesso con la sua collega.
Il mio nome gira e rigira negli articoli, e forse sto imparando a gestirlo.
Ma sarebbe anche il caso di affrontarlo.

Il detto dice che se Maometto non va dalla montagna allora sarà la montagna ad andare da Maometto. Ma non in questo caso. Sarà lui a cercarmi.

Nic

Osservo dubbioso il copione, mentre cerco di ripetermi a mente le ultime battute. Abbiamo ripreso a girare, come la mia testa che non ha più il focus di un mese fa. Devo ritrovare la mia concentrazione.

Da quando sono tornato a Roma sembra essere tornato anche il caos. E non è più un caos che mi aggrada. Sono costantemente teso, col fiato sul collo e l'insonnia è tornata a gonfie vele.

Esco dal camerino, mi guardo distrattamente intorno mentre mi avvio verso i miei colleghi. Solo Damiano sa i miei pensieri e cerca di darmi una mano, anche se non so nemmeno io di cosa ho bisogno. O forse lo so ma non voglio ammetterlo.

Passano le ore, le scene, sembra passare anche oggi. E poi è un flash. La vedo.

I suoi capelli biondi, il suo maglione largo, la sciarpa che le sotterra il viso.

È lei.

Supero le telecamere, cerco di raggiungerla nella via prima di perderla di vista.

La mia camminata diventa quasi una corsa, scosto qualche fan, provo a chiamarla.

Svolto l'angolo. Mi rigiro. Sposto lo sguardo su ogni corpo che riesco a vedere. Lei non c'è. Niente capelli biondi, niente maglione, niente sciarpa. Lei non c'è.

Sento Damiano raggiungermi preoccupato. Ho lasciato il set senza pensare.

"Era qui, era lei"

"Nic la devi trovare, la devi chiamare"

"Non posso, non posso rimetterla in mezzo"

"Lei è già in mezzo"

Sto forse impazzendo, Anna eri davvero tu?

Nascondersi - Nicolas MaupasWhere stories live. Discover now