18- bestia

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Quella visione mi pietrifica all'istante, il cuore mi sale in gola.
Al diavolo gli occhiali!
Nonostante il dolore alla schiena, forzo velocemente le gambe ad alzarsi, reggendomi al tronco con una mano.

L'adrenalina mi permette di iniziare a correre non so dove, con il respiro che riempie le mie orecchie, e con il cuore che mi esplode nel petto.
Il panico ormai mi annebbia la mente, non vedo nulla mentre i miei piedi calpestano i ramoscelli secchi, uno dopo l'altro.

Quegli occhi rossi sono reali, non è un cazzo di sogno.
Cosa diamine sei, Daniel?

Devo ritrovare quella stradina da cui ero entrata.
A fermarmi è di nuovo un lamento di quel lupo, che si può udire anche in lontananza.

Riprendo a correre terrorizzata, in cerca di una cazzo di uscita da questo bosco.
Dato che non riesco a vedere da lontano, colpa della mia maledetta miopia, sono costretta a guardare rapidamente dove metto i piedi, nonostante il buio.

Mi tremano le gambe e i miei muscoli iniziano a bruciare, mentre la schiena subisce ogni variazione di pendenza del suolo causata da enormi radici e collinette di terra.
I polmoni sembrano non riuscire più a ricavare ossigeno, perciò mi ritrovo presto nascosta dietro a una quercia, col respiro corto.
Il mio corpo dà ogni segno di cedimento.

Sono una cazzo di pappamolle.

D'un tratto, tutti quei lamenti animaleschi cessano di esistere e di tormentarmi l'anima.
Non so quanto sono distante da quei due esseri, ma non credo che sia andata lontano abbastanza da non sentirli più.

È il silenzio assoluto.
Posso udire soltanto il mio respiro irregolare, che cerco disperatamente di reprimere, e il cuore che pompa fin nelle orecchie.

Che cosa faccio?

Il mio unico pensiero è di sfuggire a quei due animali, e di salvare le chiappe. Giuro che se sarò viva me ne andrò anche da questo Stato!

Gli occhi... ma certo!

Sono le uniche cose che ho potuto vedere da lontano, nonostante l'immagine sfocata.
Lentamente e stando attenta a non muovermi coi piedi per non calpestare ulteriori rametti e foglie secche, cerco di voltarmi e di guardare oltre il tronco che mi separa dal resto del bosco.

Stando immobile, o almeno provando a starci, tento di captare ogni minuscolo movimento tra quegli alberi. Dato che la mia vista, ovviamente, non è il massimo, faccio appello all'udito e prego che quelle due bestie si siano sbranate a vicenda e siano crepate.

Ispeziono lentamente gli alberi provando a notare qualche figura in movimento, ma sembra non esserci più nulla. Nel frattempo, il mio respiro si regolarizza quel tanto che basta per essere lucida e non ricadere nel panico.

Daniel, perché proprio io? Cosa volevi da me?

La gola secca mi costringe a chiudere le labbra per inumidirla e allo stesso tempo, strizzando gli occhi, mi sforzo di percepire qualsiasi tipo di spostamento davanti a me.

Questo silenzio mi uccide.

Non so minimamente cosa fare.
Se provo a correre di nuovo o l'animale o lui, o addirittura entrambi, mi sentiranno perché farò sicuramente rumore.
Nel contempo, però, non intendo rimanere qui un minuto di più.

Mi tengo alla corteccia per rimanere immobile mentre controllo la zona, e quando mi calmo decido di tornare alla posizione di prima e calmarmi appoggiata alla quercia.

Appena mi volto, un colpo al cuore mi costringe a spalancare gli occhi, aggrappandomi al tronco come se fosse l'unica ancora di salvezza.

Due iridi gialle sono proprio davanti a me.
Ma quello che le porta non è un animale, bensì un ragazzo.
Riconosco immediatamente i capelli chiari e la forma del viso. Si tratta di quel ragazzo biondo.

La sua mano bollente e sudicia mi si stampa sulla bocca, premendo e impedendomi di urlare.
Con le unghie mi appiglio al legno dietro di me, spiaccicandomi contro di esso per allontanarmi, seppur di poco.
Il suo sguardo mi terrorizza. È quello di una bestia impazzita, totalmente divorata dall'istinto.

Con la mano libera mi solleva lentamente la maglietta, e io sgrano gli occhi aggrappandomi alla mano che mi tiene fermo il viso. Cerco di toglierla, ma è troppo forte per me.

I miei occhi sono incollati ai suoi, gialli come l'oro, esattamente come quelli del lupo.
Mi sfiora il basso ventre con le dita, non curandosi dei miei lamenti soffocati.

Non sto sognando. È tutto vero!
Dio, morirò qui!

Mentre inizia ad avvicinarsi con quell'espressione terrificante, io non posso fare altro che mettergli una mano sulla faccia.
Cerco di spingere per allontanarlo, ma non si smuove di un centimetro. Mettendo entrambe le mani, mi viene un'idea.

Spero che funzioni.

Tempo di un secondo e con la schiena mi incollo al tronco dietro di me, sfrutto la sua rigidità contro le mie braccia per sollevarmi con le ginocchia verso il mio petto e con tutta la forza lo respingo distendendo le gambe.

La sua mano schifosa allenta la presa sul mio viso quel tanto che basta per sfuggirgli, e inizio a correre come se non ci fosse un domani.

Se non galoppo, non rivedrò davvero la luce del giorno!

Corro guardando bene dove metto i piedi, ma vado a sbattere contro un albero, cadendo a terra con l'ennesimo dolore alla schiena.
Quando rialzo lo sguardo, mi rendo conto che non era uno stupido tronco, ma quella cosa dagli occhi gialli.

Il respiro mi si blocca in gola.
Con lo sguardo sulle sue iridi, mi rendo conto di essere spacciata.

Ecco che fine fa una povera anima in pena di diciotto miseri anni. Morta, sbranata o seppellita, poco importa. Non sono mai stata niente per nessuno, e mai lo sarò: nessuno si ricorderà di me.

- se osi toccarla un'altra volta, giuro su Dio che ti strapperò via gli arti uno ad uno, da vivo.

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ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Colgo l'occasione per augurarvi un buon 2023 pieno di gioia e amore 😊
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno supportato la mia storia, dalle letture ai commenti, siete fantastici 🥰
Spero che vi piaccia il capitolo, se così fosse lasciate una stellina o commentate 😊 inoltre, mi scuso per aver cliccato per sbaglio l'opzione "storia completata" 😅 il mio racconto avrà ancora molti capitoli 🥳.
Buon anno, a presto! 😃
Gattara36 🌹

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