36- difendere l'amore

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Quando apro gli occhi, per un solo secondo non penso a nulla: in quell'attimo, sono così in pace da pensare "sì, finalmente ho dormito bene".
Ma una volta aver realizzato che non sono nella nostra camera e che il letto su cui sono non è rosso, piombo nella dura realtà, quella che per quell'istante avevo completamente dimenticato e che ora mi getta in un pozzo di angoscia e terrore.

Non ho mai pensato di essere una ragazza normale: sin da bambina mi sono sentita una completa estranea in mezzo a tutti gli altri, come se non avessi mai meritato di esistere.

E ora che sapevo dell'esistenza di un nuovo mondo diverso dal normale, credevo persino di aver trovato il mio posto al fianco di un vampiro... ma nella mia vita nulla va come spero.

Sono un mostro anche io.
Sono ciò che mi ha spaventata fino ad ora.
La bestia orribile che vedevo nascosta negli occhi di mio fratello e di mio padre, che mi faceva tremare sul posto ad ogni sguardo.

Ma soprattutto, sono diventata tutto ciò che detesta Daniel.

Mi sollevo col busto, guardandomi intorno con un'aria palesemente agitata: le pareti della stanza sono in legno, così come i mobili massicci e scuri. Le tende bianche velano i raggi solari che entrano comunque nella camera, poggiandosi dolcemente sul pavimento chiaro.

Quando abbasso lo sguardo, noto che sono coperta da un lenzuolo bianco e indosso una maglia enorme, a maniche corte, dello stesso colore.
Il mio primo pensiero è di andare via da qui.

Mi affretto a scendere dal letto a una piazza e mezza, posando i piedi nudi e sporchi sul pavimento.
Vorrei avvicinarmi allo specchio, che si trova sulla parete destra, ma ho una paura fottuta di ciò che posso vedere.

Un passo, due, tre, fino a che non mi ritrovo davanti ad esso, e tiro un sospiro di sollievo quando già non vedo due fari color oro al posto dei miei occhi. Mi guardo le mani, sporche anch'esse, e mi rendo conto che sono diventate normali.
Era tutto un sogno? No, non può essere... io non conosco questa stanza, quindi deve essere per forza successo tutto quel casino.

Nessun sogno, stupida.

- oh...- di muovo questa voce. Che diamine di ruolo ha nella mia vita? Ho sempre pensato che fosse frutto della mia immaginazione, ma a quanto pare non è mai stato così. Dio, voglio sapere cosa succede una volta per tutte!

Succede che lui sta tornando.

Non faccio in tempo a rispondere, che sento dei passi pesanti proprio fuori dall'abitazione: delle scarpe calpestano con fare deciso ogni rametto, ogni foglietta che si trova sul suolo secco e arido.

Mi volto, affacciandomi alla finestra, e vedo con orrore quel biondo che si avvicina alla casa.
Non indossa la maglietta, ha soltanto un paio di pantaloncini color militare e degli scarponi neri che gli danno un'aria così minacciosa che tremo sul posto.

In lontananza, sento il rumore della porta di casa che si apre e si richiude subito.
- si è svegliata?- sento dire mentre fisso la porta massiccia che mi separa dal resto dell'abitazione.
Rimango immobile, col cuore che esplode dentro di me.

- ancora no, valla a vedere- risponde un'altra voce maschile.
- no no no!- sussurro tra me e me, nel frattempo che a passo svelto mi dirigo verso l'entrata della camera per chiudermi a chiave.

Faccio il giro del letto coi piedi nudi sulle piastrelle... ci sono quasi, manca il respiro... al momento di toccare la chiave, la maniglia si abbassa e in due secondi incontro il mare delle sue iridi, così diverso dalle tenebre del vampiro a cui ero abituata.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora