42- Ego e Istinto

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Daniel
Sento di morire senza di te.
Io, che non posso passare all'altro mondo perché ci sono già; io, che per quasi due secoli ho vissuto senza meta, ma ho vissuto aspettandoti... ed ora mi sento per davvero un morto che cammina. Senza più piacere nel fare le cose, senza più piacere nemmeno nel sentire il mio cuore che batte ancora.
Battere per cosa, se non ci sei più tu?

È tutta colpa mia, solo mia.
Ti ho fatta scappare con la mia rabbia, che in quel momento ha preso il sopravvento in modo troppo improvviso e irruento.

Ora proverai solo schifo per me, lo so, mia El.
Crederai che ti avrei usata per procreare, ed in effetti quello era il mio intento, l'intento di qualsiasi innamorato che ha il desiderio di costruire una famiglia... ma ora che non ti ho più, mi rendo conto che non me ne frega un cazzo se non avrò figli. Mi basti tu, solo tu.

Tu, con quel modo che hai di trafiggermi il cuore solo con un'occhiata; tu, che con quegli occhi verdi puoi uccidermi o farmi rivivere come se nulla fosse.
Tu, che profumi di forza e determinazione e che mi ridai energia, con quel modo di fare impertinente ma dolce allo stesso tempo.

Come posso perderti? Ma allo stesso tempo, cosa posso fare per guadagnarmi di nuovo la tua fiducia?

Dove sei, El?
Da quando hai superato le mura che circondano la mia villetta, non ho più traccia del tuo odore. Prima, qualsiasi cosa toccassi rimaneva impregnata del tuo profumo inconfondibile. Ora... beh, ora è tutto vuoto, privo di un motivo per esistere se non ci sei tu.
Perché non riesco a trovarti? Ti cerco da quella maledetta notte, da quella maledetta sfuriata...

Sarai nelle mani di quel cane, non sono stupido: non aspettava altro che una lite tra noi per mettersi in mezzo, così da fare la figura dell'innocentino paragonato a un lurido succhiasangue come me. Forse il suo fetore ha coperto persino un profumo come il tuo.

Con le mani bianche che tremano, incastro una Marlboro rossa tra le dita. Avvicino il filtro alle labbra, mentre la punta si accende di rosso ed emette i primi accenni di fumo. Aspiro, sentendomi, per quanto possibile, un po' più calmo, per poi buttare fuori i riccioli grigiastri che piano piano si perdono nell'aria.

Mi piacerebbe averti qui, non sai quanto. Vorrei che fosse una notte come tante, in cui mi hai concesso di venerarti come desidera qualsiasi vampiro per la sua amata.
L'amore, quanto ti rende vulnerabile... soprattutto se sei un vampiro.
Un solitario, rabbioso vampiro, con un viscerale attaccamento verso una ragazzina dal cuore spinoso.

Mi alzo dallo sgabello in legno, posto di fronte all'isola in cucina, e mi dirigo in salotto con passo calmo e pesante, quasi trascinando i piedi. Prima o poi, il sangue di quegli animali di cinque giorni fa non basterà più a tenermi buono.
Premo il tasto d'accensione del televisore, per poi quasi perdere la sigaretta dalle labbra per lo stupore.

<<il ventitreenne, di nome Gerard Allen, si trova in coma al Saint Rafael Hospital dopo la caduta dal sesto piano avvenuta circa due settimane fa. "Le condizioni sono critiche- riferisce il primario del reparto di terapia intensiva- al momento non è possibile stabilire se si risveglierà con le cure correnti". Il ragazzo non ha parenti, tranne una sorella con cui non aveva contatti da molto tempo. Il padre, ricoverato per un malore, è deceduto pochi istanti prima della caduta del figlio dalla stessa stanza. La tragedia ha sconvolto i medici, che hanno dovuto affrontare due emergenze in poco tempo. Vi aggiorneremo nel prossimo servizio sull'evoluzione del suo stato di salute>>.

Spengo il televisore, buttando fuori il fumo e riflettendo su ciò che ho appena sentito.

Quel fottutissimo bastardo è ancora vivo. Perché cazzo il suo cuore batte ancora dopo una caduta dal sesto piano?
Se si risveglierà, di certo avrà problemi cerebrali che sarà in grado di riparare solo il mio veleno. Un veleno, un dono immenso, che lui non merita di ricevere dopo tutto ciò che ha fatto a sua sorella.

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