37- la ragazza sbagliata

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- tu non mi dici cosa devo fare, mi hai capito?- faccio per spingerlo con entrambe le mani, ma riesco solo a smuoverlo di qualche centimetro dalla mia figura.

- quel morto del cazzo ti ha fatto il lavaggio del cervello, che altro ti sei fatta fare?- mi chiede alludendo certamente al sesso, cosa che mi fa imbestialire. Il suo sguardo è duro, e giuro di aver notato un lampo di colore giallo passargli nelle iridi per un secondo. Non mi fa paura, neanche un po'.

- non sono affari tuoi!- ribatto, stufa della situazione. Ci mancava solo un lupo spelacchiato a farmi la predica!
- sì, invece!- urla con gli occhi che mutano nell'oro, e col tono di voce mutato in qualcosa di più... duro e crudele.

- ti ha toccata, non è così?
- voglio andarmene!- non ce la faccio più! Io non posso credere a quello che mi ha detto questo ragazzo... sì, Daniel mi ha trattata male, ma non è di certo cattivo... e non penso davvero che mi volesse soltanto per fare figli, sarebbe irrispettoso persino per un vampiro, no?

Mi prende per le spalle, bloccandomi al muro come una bambola. Ci sfidiamo con lo sguardo: sa benissimo che non ho intenzione di cedere, tantomeno ora che sono incazzata col mondo intero.

- non ti muoverai di qui- mi dice linciandomi con gli occhi, e facendomi arrivare alle orecchie un impercettibile ringhio che sembra essere emerso direttamente dalla sua bestia.

È un avvertimento.

Non appena la voce conferma ciò che pensavo, sgrano gli occhi fissando il viso del biondo.

- ti sta parlando, eh?
- no- ribatto, decisa a non dargli nemmeno la minima soddisfazione.
Daniel, perché non sei qui? Perché non mi cerchi? Hai davvero rinunciato a me, dopo ciò che è successo? Ho il cuore spezzato, e l'unica cosa che lo può tenere intatto è il tuo amore... non smettere di amarmi, non adesso.

Vedo il ragazzo che sospira irritato, allargando le narici come un toro inferocito.
- Cristian.
- cosa?- gli chiedo sbattendo più volte le palpebre. Dopo avergli detto che non sono interessata a lui, tutto ciò che sa fare è dirmi come si chiama?

- mi chiamo Cristian. Non farmi ripetere due volte le cose, bimbetta.
- ho un nome anche io, lo sai?
- sì ma prima devi tornare normale, con te nella versione "lupa irritata barra sexy" non ci parlo- mi dice, e io volto di nuovo la testa in direzione dello specchio: non mi abituerò mai alla visione di una me del tutto diversa da quella umana.

- credi che sappia controllare questa cosa? Sul serio?
- devi solo calmarti, io non ti farò niente- cerca di rassicurarmi, beccandosi una risata nervosa da parte mia.
- non mi farai niente? Mi hai minacciata fino ad ora e mi stai addosso! Ma ci sei o ci fai?- senza ribattere, con mia grande sorpresa, fa un passo indietro e io sento l'aria che riempie di nuovo i miei polmoni.

- sei contenta?- mi chiede, mentre io noto i suoi addominali e i pettorali ben definiti, come se fossero scolpiti su una statua di marmo. Non mi farò imbambolare per questo. No, no e no.

- per essere contenta mi ci vuole ben altro, ma me lo farò andare bene.
- ti ci vuole il tuo succhia sangue? Quello che ti ha terrorizzata e ti ha fatto scappare? Quello che non ti vorrà più ora, sapendo che sei tutt'altro che umana? Scendi dalle nuvole, bambina- sai proprio dove colpire, brutto, stupido lupo!

- non mi sbagliavo sul tuo conto- si irrigidisce, confuso dalla mia frase. Decido di continuare, tanto non se la prenderà, giusto? Conta sicuramente di più come mi sento io e quanto sono incazzata per ciò che mi ha detto, soprattutto perché è la verità nuda e cruda.
- in quella stazione, mentre mi fissavi sembravi uno stronzo maniaco, ora mi rendo conto che lo sei davvero- non ho peli sulla lingua a quanto pare.

Un secondo prima di sentire una nuova voce maschile, odo dei passi farsi più vicini alla stanza e fermarsi davanti alla porta ancora chiusa.
- Cri, è sveglia?- urla il ragazzo attraverso il legno.
- sì, non rompere il cazzo- risponde il biondo senza giri di parole, voltandosi appena. Il ragazzo si allontana senza dire nulla, e io sono abbastanza convinta del fatto che il biondo abbia una posizione rilevante in questa casa.

- voglio andare via- faccio per avvicinarmi alla porta a passo svelto, e quando avverto la sua mano sul mio polso lo strattono, liberandomi della presa.

- in casa ci sono altri tre lupi, non ti conviene scappare.
- quindi dovrei starmene buona e rimanere con te? Neanche morta!
- perché dobbiamo sempre parlare di morti?
- oh, ti dà fastidio?- magari se parlassi di Daniel mi lascerebbe in pace. Forse si renderebbe conto che non sono la ragazza giusta per lui, che sono innamorata di un altro...

Decido di mettere il dito nella piaga, tanto peggio di così non può andare. Al massimo mi azzannerà.
- ti dà fastidio sapere che ho un vampiro in testa e non te?- gli chiedo avvicinandomi alla sua imponente figura. Sollevo la testa, nonostante il cuore prenda a battere senza calmarsi nemmeno un secondo.

- non sai quanto- avverto anche il suo cuore che va a mille, insieme alle guance che prendono un colore leggermente rosato.

Gli faccio questo effetto? È davvero così forte il legame che ha con me, pur non avendomi mai conosciuta? Ma soprattutto, perché diamine mi sento come mi sentivo con Daniel? Insomma, sono due ragazzi completamente diversi!

In un certo senso, mi sento uno schifo al solo pensare che mi piaccia un altro oltre Daniel... specialmente dopo aver fatto l'amore con lui, e dopo aver riconosciuto che provo un sentimento forte per il moro.

Non conosco il biondo e non lo voglio nemmeno al mio fianco... ma perché mi piace il fatto che sia geloso? È per un puro piacere personale? Oppure per altro? Questo è ciò che mi spaventa di più adesso...

Mi sta fissando come se fossi la cosa più bella al mondo, nonostante gli abbia fatto capire che non lo sopporto.

Poi ripenso al fatto che sono un lupo... e cado nella confusione più totale. Ciò che ci lega è soltanto la connessione tra le voci dentro di noi, o c'è altro? No, non può essere... è soltanto questo.
Solo questo, nient'altro.

Devo venire a capo di tutta questa faccenda. Sono convinta del fatto di essere vissuta in una famiglia umana... ma allora da dove proviene questa mia natura? A pensarci bene, io non somiglio né ai miei genitori, né tantomeno a mio fratello... come ho fatto a non accorgermene mai prima d'ora?

Il solo pensiero mi fa venire gli occhi lucidi.
La famiglia in cui vivevo... forse non era la mia vera famiglia. Non era sangue del mio sangue. Non era nulla e non avrebbe dovuto significare niente per me.
Le due persone che mi hanno cresciuta ma che al tempo stesso mi infliggevano continuamente del dolore... forse avrebbero dovuto essere due estranei, eppure hanno fatto parte di diciotto lunghi anni della mia vita.
È tutto così orribile.

Senza rendermene conto, vengo avvolta dalle braccia di questo ragazzo dagli occhi color mare.
Il mio primo pensiero è scostarmi, ma quando mi sussurra un "ti capisco"... il dolore si fa troppo grande per essere tollerato più a lungo, tanto che calde lacrime prendono a bagnargli il petto su cui poggio il mio viso.

Piango per liberarmi di tutto lo stress, di tutto il dolore per questi cambiamenti così improvvisi... è tutto nuovo per me, da quando sono andata via di casa.

Sono così sorpresa dal gesto di Cristian, che quando mi calmo un po' torno a guardarlo... per poi rendermi conto che gli sono decisamente troppo attaccata. Mi scosto ancora singhiozzando e asciugandomi gli occhi umidi, nonostante una parte di me lo voglia vicino.
Una parte che non ho intenzione di ascoltare.

- ti aiuterò, ma non posso e non voglio lasciarti andare... soprattutto non nelle mani di un vampiro. Ti ucciderà non appena saprà che non sei umana, perché i succhia sangue sono così: si approfittano di ciò che puoi offrire, e quando non andrai più bene ti faranno fuori come se non fossi niente ai loro occhi. La prova è il fatto che ti ha terrorizzata... se fossi stata umana, saresti morta di sicuro a quest'ora.

- Daniel non è così... lui non mi ha mai fatto del male- rispondo ancora con la voce rotta dal pianto, e lui sbuffa lasciando cadere il discorso.

- cambierai idea- non so a che si riferisca... cosa gli fa credere che lo farò?
- un branco non molto lontano ha riferito che ha ucciso alcune ragazze, prima di trasferirsi qui. Ragazze che si portava a letto e che poi faceva fuori senza scrupoli. Voleva farlo anche con te, ma ha puntato alla ragazza sbagliata... per giunta alla lupa che voglio io.

𝓣𝓾𝓽𝓽𝓸 𝓓𝓲 𝓣𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora