Capitolo 3 - L'incontro

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Ciaoooo a tutti <3 Un po' in ritardo, scusate, ieri non sono riuscita a postare! Ma sono carichissima e spero di scrivere il prossimo capitolo subito così lo posto domani!
Vi lascio subito alla lettura e torno dopo per i saluti, bacini bacioni <3

Dedico questo capitolo a theycallme_ele_ che ha iniziato a seguire, stellina e commenta questa storia con tanto amore <3 anche lei ha una bella storia su Kylian, non perdetevela! Sei speciale!

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Dato che siamo arrivati quasi all'ora di pranzo, decidiamo di trascorrere la giornata godendoci gli spettacoli e le sfilate, così da avere il tempo di orientandoci. Dato che staremo qui 5 giorni, butterò giù un piano d'azione per le varie zone del parco e ci concentreremo sulle giostre da domani. Come se fosse diventato una sorta di rituale, dopo l'esperienza con Pippo all'hotel, Thomas vuole fare tutte le foto coi personaggi insieme a me. Sono troppo entusiasta per rifiutarmi e finiamo per correre da una parte all'altra alla vista di pupazzi giganti o ragazze bellissime in vestiti da favola, mentre papà e Florence ci stanno dietro come possono.

Mentre siamo in fila per incontrare Belle, la mia principessa preferita, tiro fuori lo specchietto dalla borsa e mi controllo il trucco: voglio essere perfetta accanto a lei. Un maledetto brufolo ha deciso di tormentare il mio mento proprio oggi, e comunque lo copra mi sembra sempre troppo visibile. Faccio per prendere il fondotinta, ma Thomas si aggrappa al mio braccio e tira leggermente.
"Sei bella, Ines"
Le sue parole mi stupiscono, ma sono dura a intenerirmi. "Grazie... ma ho questo brufolo che-"
"Sei bella lo stesso" ripete lui, con tutta la semplicità della sua età. "Sei bella come una principessa".

Ecco, così mi farà piangere però. Non tanto per il complimento, che apprezzo ma potrebbe essere guidato da tante cose - entusiasmo, adrenalina o quant'altro; piuttosto, per quella parola: "principessa". Lui non può sapere di quando da piccola, guardando i film Disney, sognavo di essere una principessa, ma non potevo dirlo. E soprattutto, credevo di non poter esserlo. 
"Sei bello anche tu, Thomas", mi viene da dirgli di tutto cuore. "Sei bello come qualsiasi cosa tu voglia essere". 
Lui mi sorride. Non so se ha capito appieno il messaggio che voglio passargli, ma d'altra parte un seme ci mette sempre un po' a germogliare; l'importante è che venga seminato con amore.
Alla fine raggiungiamo Belle e ci facciamo una foto anche con lei; Thomas ottiene pure un autografo e non può essere più felice di così.

Per pranzo scegliamo un ristorante che sembra un castello, bellissimo ma molto affollato. Ci avvertono che il servizio è un po' lento, ma restiamo comunque: non ci dispiace avere una scusa per riposare le gambe. Abbiamo appena ordinato e ci prepariamo all'attesa; Florence intrattiene Thomas con un libricino da colorare e papà controlla i risultati della Champions League. È un fan del Paris Saint Germain; del resto, l'amore per la squadra dovevo pur averlo preso da qualcuno.
Io vorrei approfittare del tempo per cominciare a pianificare i giorni seguenti, ma mi accorgo che ci siamo scordati di prendere la cartina all'ingresso.
"Senti, pà, io intanto vado a cercare una cartina del parco", dico alzandomi. "C'è un info point qui vicino. Ci metto un attimo".
"D'accordo" annuisce lui. 
Infilo il cellulare in tasca ed esco dal ristorante, dirigendomi a passo spedito verso il punto informazioni che avevo visto poco prima. La signorina gentile, anche lei con la paresi facciale stipulata da una firma nero su bianco, mi fornisce di una cartina, il programma degli spettacoli e anche dei voucher sconto per vari negozi. Ringrazio e faccio per tornare al ristorante. Certo, però ci ho messo proprio poco... e il cibo di sicuro non è ancora arrivato. Penso ciò proprio mentre sfilo di fronte a un gruppetto di negozi che sembra un piccolo villaggio; cavoli, ci sono negozi dappertutto in questo posto. Il bello è che sono tematici, quindi in ognuno c'è qualcosa di diverso... e io, ovviamente, voglio vedere proprio tutto. Decido di concedermi qualche minuto di tranquillità da sola ed entro. Mi perdo tra scaffali pieni di vestiti e accessori da principesse, oggetti coi loro volti sopra e peluches dei loro animali mascotte; a differenza degli altri posti, però, tutto qui dentro è decorato da Swarowsky e diamantini.
Non mi stupisco che il negozio, a differenza degli altri, sia pressoché deserto. Non sono prodotti che i genitori possono permettersi di comprare per soddisfare un capriccio, se i bimbi si impuntano che li vogliono. E nemmeno io. La sensazione di essere completamente fuori luogo, misto ai minuti contati per tornare al ristorante, mi permettono di sfrecciare piuttosto in fretta tra le corsie. Ciò che mi incolla i piedi al pavimento, però, è una vetrinetta con dentro varie coroncine. Brillano come non mai, sotto i faretti sapientemente puntati, e vengo completamente catturata da quello sbarluccichio. Un po' kitsch, forse, ma irresistibile. 

Giro attorno all'espositore con la testa tra le nuvole, mentre sogno di indossarne una, quando l'occhio mi cade sul prezzo. Tre cifre, vicine alle quattro. Non sogno più di indossarla. Mi basterebbe provarla, ma ovviamente la vetrina è chiusa e le commesse hanno tutta l'aria di custodire la chiave come un prezioso tesoro, da tirare fuori solo per chi esibisce un'American Express Gold. Per spezzare l'incantesimo che tiene il mio sguardo incollato su tutto quel lusso decido di usare le maniere forti: serro le palpebre e mi giro di scatto, pronta per schizzare via.
Nel movimento, però, urto qualcosa e per poco non finisco a terra. Sento un borbottio sommesso e capisco di non aver urtato qualcosa ma qualcuno.
"Mi scusi! Non l'avevo vista!" esclamo mortificata. Ero convinta di essere sola, tanto ero assorta. Ripreso l'equilibrio alzo lo sguardo, per cercare di capire l'entità del danno.

Di fronte a me vedo un ragazzone avvolto in una tuta beige, con su un bomber smanicato nero, cappellino con visiera e, sopra, il cappuccio della felpa. Lo riconosco all'istante: è uno dei ragazzi di quella mattina, quelli dietro di me ai tornelli! 
"Non preoccuparti", risponde lui sottovoce. "Ero distratto anche io" aggiunge sempre più furtivo.
Nello scontro il berretto si è spostato e lui, per sistemarlo, è costretto ad abbassare il cappuccio della felpa. Cerca di coprirsi il volto con le mani, ma nell'unico, brevissimo istante in cui i miei occhi riescono a posarsi sul suo volto, il mio cuore salta un battito. 

"M-ma... ma tu sei...!!!"

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E chi sarà maiiiii??? eheh 
Sono fomentatissima, voglio subito scrivere la prossima parte! Ma SOLO SE MI LASCIATE UNA STELLINA E UN COMMENTINO <3 plz plz per me significa moltissimo <3
E voi? Siete curios* ??
Un abbraccio, la vostra RomanticHeartFangirl 


Quel magico viaggio a Disneyland  || Kylian Mbappé ||Where stories live. Discover now