Capitolo 16 - Paparazzi

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Ciaooooooo RomanticCiurmaaaaaaa!!!! Eccomiiiii ormai la giornata di pubblicazione è slittata a domenica ahah boh magari cambierà di nuovo in futuro, scusate ogni tanto oscillo ma cerco sempre di non farvi mai attendere troppo! Sono brava vero?? Dai ditemi di sì ahahah

LOVE: Unsaidfrisbee, TheAngelica93, Gloria-ioia, Brahim4ever, Wednesdaytiamo, _Asia_14_, Marah_pert e Beatrisstories <3 e amo anche chiunque abbia stellinato, bimb* ve lo dico sempre le notifiche sulle stelline fanno casino quindi le vedo ma dopo me le perdo e non posso ringraziarvi per nickname comunque SIETE GRANDI e vi apprezzo con tanto amore <3

Ho fatto uno scambio con thelegendofthesky, che ha una storia breve ma molto carina intitolata "Errori e Pentimenti"; l'ho letta tutta d'un fiato e ve la consiglio! Gli dedico il chappy perché si sta mettendo in pari con la mia storia con tanto impegno e lo apprezzo, soprattutto perché in molti, dato che io ho già fatto con la sua, sarebbero pure spariti e via (mi è successo qualche volta, credetemi!) e invece amo l'onestà e la apprezzo tanto quindi viva thelegendofthesky ehehe 

Adesso vi lascio al chappy nuovo e ci risentiamo alla fine <3 love you all <3

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E così, mi trovo a rifare le valigie per l'ennesima volta in due giorni. Tra poco lo proporrò come sport olimpico, mi sento già la medaglia d'oro in tasca.
La colazione sul terrazzino è stata molto suggestiva, purtroppo però anche un po' malinconica, almeno per me: mi dispiace lasciare il parco. Quando i bodyguard portano via le mie cose e Kylian mi tiene aperta la porta per uscire, con un ultimo sguardo alle mie spalle saluto quell'albergo da sogno. 
C'è qualcosa che mi dice di restare, che sia la consapevolezza che non potrò mai più tornare in quella stanza? Ma adesso ciò che mi chiama altrove è più forte, ed è lì accanto a me, nella forma di uno splendido uomo dagli occhi di tenebra. Cerco il suo sguardo e lui mi sorride.
"Andiamo, Ines?", mi incoraggia porgendomi la mano. 
Gliela prendo senza indugio. "Andiamo".

Una volta in corridoio, mi accorgo che le bodyguard sono raddoppiate: adesso sono otto gli uomini in nero che ci circondano e ci accompagnano verso l'uscita.
"C-che succede, Kylian?", gli chiedo non appena entriamo in ascensore; almeno lì dentro ci hanno lasciati da soli.
"In che senso?"
"Perché ci sono così tante guardie del corpo?".
Un ghigno strano gli incurva le labbra, ma non risponde. L'ascensore si ferma con un tremore, poi un breve suono acuto precede di pochi istanti l'apertura delle porte. Sì, siamo arrivati, ma non avrebbe risposto comunque. Ne sono certa perché vedo il divertimento nei suoi occhi, quando rimango letteralmente senza fiato alla scena che mi si presenta di fronte, nella hall: una mandria di persone sono affollate nell'ingresso, mentre dei disperati addetti dell'albergo cercano di spingerli fuori e ripristinare l'ordine. Non ho modo di confonderli con un tour particolarmente numeroso di visitatori, armati come sono di macchine fotografiche, telecamere, microfoni e taccuini. Sono giornalisti, una valanga di paparazzi assetati di gossip. 
Mi stringo al braccio di Kylian, intimorita, quando cominciano a scaricarci addosso così tanti flash da accecarmi. Lui, più abituato di me, sembra immune al bagliore; così, con decisione, mi avvolge un braccio attorno alle spalle e muove un passo fuori dall'ascensore, portandomi con sé. 
"Sorridi, Ines. Non vorrai apparire con il broncio sui giornali di domani", mi sussurra all'orecchio, mentre la calca si apre al nostro passaggio sospinta dalle bodyguards. Mi sento meglio di Mosè. Ma la goliardia svanisce in un attimo, quando quelle parole fanno riaffiorare alla mente la prima passeggiata in pubblico che abbiamo fatto insieme: anche in quell'occasione, di fronte ai cellulari che le persone stupite ci puntavano addosso, mi aveva detto più o meno la stessa cosa. Allora credevo scherzasse, ma dopo ciò che ho visto sul telefono stamattina, quel ricordo assume tutto a un tratto una sfumatura profetica.
Voglio parlarne, devo; ma aspetto di arrivare in macchina, per avere più privacy e perché comunque prima non c'è modo.
"Ines! Ines Rau!", sento chiamare tra gli schiamazzi; voci urlanti, sconosciute, di qualche giornalista che cerca di farmi alzare la testa che tengo china. Questa confidenza mi dà fastidio, ma chi vi conosce?! Per fortuna la maggior parte si rivolge a Kylian, con la sfrontatezza che viene sempre riservata ai personaggi famosi perché 'tanto loro ci sono abituati'. Ok l'abitudine, ma come possono dimenticare che sono pur sempre persone e non fenomeni da baraccone?
"Kylian, una dichiarazione per favore!", chiede qualcuno; "Da questa parte!", urlano altri per farlo voltare. Lui sorride a favore di camera, non negando scatti a nessuno, ma continua a camminare senza saziare in alcun modo la loro curiosità. 
Riusciamo a salire in macchina e, non appena chiuse le portiere, l'autista subito parte, lasciando alle nostre spalle l'orda di paparazzi che, insoddisfatti, vorrebbero inseguirci ancora.

Quel magico viaggio a Disneyland  || Kylian Mbappé ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora