15-Intrusione

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"Nulla di meglio di una maschera per rivelare la vera natura di chi la porta."

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Tennessee

Sono ancora raggomitolata sul sedile del passeggero. Sento papà accelerare come al suo solito, ma è stranamente rassicurante come il ronzio della macchina, il calore delle prese d'aria e la presenza di mio padre mi provoca un senso di pace. Faccio un respiro profondo e starnutisco un paio di volte. Fantastico, non bastava la ferita sulla spalla, ora mi sono pure beccata il raffreddore. Papà mi lancia un'occhiata, allunga una mano e gentilmente mi scosta di lato la frangia, guardando le cicatrici intorno alla gemma con gli occhi preoccupati.

"Stai bene, Tesoro? Hai un aspetto orribile."

"Wow, grazie, papà," sorrido stanca.

"Sai che non intendevo quello" Mi lancia uno sguardo.

"Mmhm," rispondo con uno sbadiglio, "sto bene."

"Bene." scherzosamente fa finta di rubarmi il naso prima di tornare a guardare la strada con uno sguardo concentrato sul viso. Sorrido dolcemente nella sua direzione.

Sta tornando. Stiamo tornando. Tornerà tutto normale.

I miei occhi si chiudono mentre porto una gamba contro il petto per poi appoggiare la guancia sul ginocchio.

"Ehi." Papà parla a bassa voce: "Passami quel fascicolo".

Apro un occhio e gli passo il fascicolo, "Ecco".

La cartella si stropiccia leggermente mentre la prende con una mano e l'appoggia contro il volante. I suoi occhi lasciano la strada e si restringono mentre apre il fascicolo e sfoglia le carte. Mentre continuo a guardarlo stanca, mi rimette il fascicolo in grembo e ne estrae uno specifico foglio. Lo fissa per qualche istante, incapace di dare un senso all'acronimo di MIA nell'angolo. Lo lascia cadere irritato sopra il fascicolo, massaggiandosi la fronte mentre fissa la strada.

"Oh amico", sussurra, immerso nei suoi pensieri, "Happy, Happy, Happy" tutto il sonno che avevo mi ha improvvisamente abbandonata. Deglutisco a fatica e le mie spalle si raddrizzano mentre il senso di colpa mi colpisce.

Happy.

Me lo immagino sdraiato in quel letto d'ospedale a Malibu con un tubo in gola mentre la sua mente è bloccata in coma. Il pensiero è sufficiente per farmi venire le lacrime agli occhi. All'improvviso papà sobbalza, riprende in mano quel foglio e lo gira bruscamente. Sento tutto il sangue defluire dalla mia faccia quando lo vedo.

Tutto questo non è stato un incidente.

"Papà," sussurro, "Chiama Rhodey".

Annuisce velocemente prima di strappare il telefono dal portabevande e comporre il numero di zio Rhodey. Rimango rannicchiata sul sedile, cercando di mantenere la calma.

" Ciao? " La voce dal suono quasi spensierato di Rhodey mi riempie le orecchie.

"Ti è mai capitato di avere una ragazza a cavalcioni su di te e quando alzi lo sguardo all'improvviso risplende di una luce", i suoi occhi si contraggono mentre sfoglia le carte del fascicolo, "arancione?"

The  Witch ✵ 𝘚𝘵𝘢𝘳𝘬Where stories live. Discover now