16-Non poteva salvarmi

141 7 2
                                    

꧂ ꧁

"Si hanno due vite.
La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che se ne ha solo una."

🔻

📍Miami, Florida

"Alexandra. Alex, devi svegliarti."

Emetto un sospiro.

"Tesoro, va tutto bene." Una voce dolce mi conforta, "Apri gli occhi."

Sospiro ancora prima di obbedire. Dafne Stark mi sta scrutando con un piccolo sorriso mentre il sangue le cola lungo il lato destro del viso. Le mie sopracciglia si aggrottano e mi alzo sui gomiti. Mi fa un piccolo sorriso e io non posso fare a meno di ricambiare.

"Ciao mamma," parlo piano, "mi sei mancata." Mi rivolge un altro sorriso: "Anche a papà manchi. Penso che non sia ancora riuscito a superare la tua morte."

Lei annuisce, sta capendo, "Lo so, tesoro, lo so. Mi mancate molto anche voi due." Appoggia una mano sulla mia guancia  mentre il fuoco di un'auto divampa dietro di lei, "Tesoro ascoltami, non ho molto tempo. Arriverà il momento in cui tu dovrai morire."

"Morire?"

"Sì, Alex. Ma rinascerai".

La mia testa mi sta uccidendo e lentamente mi viene in mente il motivo. Non solo ho dovuto vedermela con il Mandarino o Trevor Slattery o qualsiasi altro nome lui abbia, ma sono stata anche presa a calci in faccia.

Ah, ora tutto ha molto più senso.

Mi rendo conto che anche la spalla mi fa male, come se fossi bloccata nella stessa posizione da un po'. Il ronzio nelle mie orecchie inizia lentamente a dissiparsi e il suono delle voci mi costringe a sbirciare non aprendo del tutto gli occhi.

"No, voi due siete in una prigione sotterranea," Maya Hansen è rivolta nella mia direzione mentre dice con leggerezza, "Io sono libera di andare."

"Sì," papà, che sembra essere legato a un letto di metallo rovesciato, risponde in tono incredulo. Apro ancora un po' gli occhi e mi accorgo di essere sdraiata su un pavimento di cemento grigioverde. Ho i polsi ammanettati e una sottile catena mi lega al muro vicino. Sto zitta, non trovando dentro di me la forza per parlare. Il sangue mi cola dalle maniche, formando una piccola pozza intorno alle mie braccia. Il mio stomaco è in subbuglio e tutto ciò che voglio ora è avere un po' di pace. A questo punto, dormire o morire mi andrebbero anche bene. Qualunque cosa venga prima. Maya sospira, alzandosi dalla sedia.

Comincia a scendere alcuni gradini mentre la sua voce echeggia tra pareti, "Sono successe molte cose, Tony. Ma ci sono vicina," Papà si sforza cercando si liberarsi, ma senza successo, "Extremis è praticamente stabilizzata".

"Ti sto dicendo che non lo è!" Papà urla: "Io l'ho visto. La gente salta in aria, diventano murales." la sua voce si abbassa mentre scuote la testa, "Maya, ti stai prendendo in giro da sola".

Deglutisco a fatica e mi dimeno sulla spalla dolorante. "Allora aiutami a sistemarlo", solleva un piccolo foglio, scuotendolo. Papà fa una smorfia, annuendo: "L'ho scritto io?"

La sua mano cade e lei sbatte le palpebre con le lacrime, "Sì!"

"Ricordo cosa è successo quella notte, ma non la mattina seguente." La scruta.

"Non ricordi?" chiede con calma, il viso contorto.

"Non posso aiutarti." Lui risponde, non rispondendo esattamente alla sua domanda: "Avevi una tua forza morale. Avevi degli ideali. Volevi aiutare le persone". Deglutisce e respira pesantemente mentre il suo sguardo si contrae. "Ora guardati," la sua voce in qualche modo non sembra più arrabbiata. "Mi devo svegliare ogni mattina con accanto due persone che", fa una pausa, "hanno ancora la loro anima".

The  Witch ✵ 𝘚𝘵𝘢𝘳𝘬Место, где живут истории. Откройте их для себя