Capitolo 4

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Erano finalmente arrivati.
Davanti a loro si poteva iniziare a distinguere una bellissima isola circondata da marui:
Awa'atlu.

Gli ikran fecero un giro veloce lungo la costa, in modo da dimostrare che le persone a bordo non fossero in cerca di guerra.
Kalani poté percepire un forte suono di avvertimento, doveva essere l'allarme, pensò.
Nel momento stesso in cui i Sully poggiarono finalmente i piedi a terra, poterono vedere una massa di metkayna arrivare numerosi.

-State tranquilli- sussurrò Jake, per poi fermare la moglie che stava già per afferrare il suo arco.
Neytiri in risposta alzò gli occhi al cielo, per poi prendere la mano di Tuk dicendo un lieve: -siate gentili-
Kiri proseguiva tranquilla con lo scialle ancora intorno al corpo mentre Neteyam procedeva con le mani ben in vista, copiando spudoratamente suo padre.

Kalani  diede una gomitata a Lo'ak per fargli ammirare la vista del maggiore, scoppiando così entrambi a ridere.
-Piano voi due- sussurrò brusca la madre, sentendo i suoi due figli iniziare già a fare baccano.
La ragazza sentì gli occhi di tutti addosso: chi era curioso, chi invece sembrava sul punto di saltarle addosso per immobilizzare il "pericolo".
Il gemello notando il suo disagio la avvicinò a sè e spingendola leggermente verso Lo'ak.

In quel momento si fece largo tra la folla un ragazzo non più grande di loro, ma sicuramente più alto e con dei muscoli molto più ampi data dalla costituzione che distingueva i metkayna. Dietro di lui lo seguiva un altro Na'vi, molto più basso e probabilmente più piccolo, forse dell'età di Lo'ak.

Il più grande doveva sicuramente essere il figlio del capo clan, era troppo fiero di sè per non esserlo. La ragazza Sully non gli prestò molta attenzione, decidendo di imitare i suoi fratelli facendogli segno di"ti vedo" con le dita, senza però guardarlo minimamente.

I due ragazzi gli passarono accanto, soffermandosi dietro di loro. -Guarda! E questa dovrebbe essere una coda?- chiese il più basso in tono sfottente, facendo ridere di gusto il più alto. Immediatamente i tre fratelli schierati uno di fianco a l'altro si girarono verso di loro: nessuno disse niente, ma Kalani lanciò un piccolo ringhio; non era rivolto a nessuno dei due in particolare,  ma una volta dato uno sguardo a entrambi, non poté fare a meno di soffermarsi maggiormente sul più grande.

Aveva un ghigno stampato in faccia, guardandola in modo curioso ma menefreghista allo stesso tempo. Era molto, molto più alto di lei ed aveva uno sguardo penetrante: era come una sfida ormai, chi avesse distorto lo sguardo per primo avrebbe perso.

-È così piccola, come faranno a nuotare?- chiese ancora il più basso, indicando loro code. L'altro rise ancora, tentando di afferrare quella della secondogenita Sully, ottenendo però una manata da una metkayna: -basta! Rotxo, Aonung!- disse, per poi sospirare e girarsi verso i Na'vi in cerca di uturu, guardando particolarmente Lo'ak.

Kalani però non fece troppo caso alla piccola interazione tra suo fratello e la misteriosa ragazza, piuttosto pensò al ragazzo dietro di lei: Aonung, quello era il suo nome.
Doveva ammetterlo, era carino, ma era anche un imbecille. Sorrise tra sé e sé ripensando alla conversazione che aveva avuto a pranzo con la sua famiglia: non c'era pericolo, Aonung non le interessava e sicuramente non lo avrebbe mai fatto.

Proprio in quel momento si fecero avanti l'Olo'eyktan e la sua compagna, la Tsa'hik. Jake aveva ragione se ve lo state chiedendo: Ronal faceva molta più paura di quello che la ragazza pensava, ma mai quanto Neytiri in quel momento.

Kalani sapeva che piega stava prendendo la situazione, non era stupida; sapeva che probabilmente i metkayna non li avrebbero accolti.
-Ce ne dobbiamo andare?- chiese Tuk con voce flebile mentre suo padre la prendeva in braccio in modo confortante: è forse stato questo a sciogliere i cuori dei due compagni capi clan, o forse il braccio che Neteyam aveva stretto lungo la vita della gemella, fatto sta che gli è stato permesso di restare.

"Io Ti Vedo" [Aonung x oc]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora