ISAC

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Questa stupida idea di Ilary di avere un appuntamento normale per ripagarle il favore dei farmaci, mi sta costando caro.

Stasera ho un incontro presto e qualcosa mi dice che la serata andrà per le lunghe.

Ilary chiacchiera provocante, mi sfiora la mano e ride mentre tenta di attirare la mia attenzione.

Vago con lo sguardo in cerca di qualsiasi cosa mi distragga  dalla sua lingua lunga, quando all’improvviso la vedo.

Cali è seduta a qualche tavolo di distanza da noi, sorride ad un ragazzo che mi da le spalle.

I capelli lunghi le sfiorano le guance, mentre quelle labbra carnose e tremendamente invitanti se le tortura con i denti.

Cazzo se è bella.

L’altra sera sotto casa sua il modo in cui ha reagito alla mia vicinanza, come se volesse quel bacio, quella fiducia cieca che ha avuto nei confronti di uno come me mi ha spiazzato.

Non sembra una che si lascia andare facilmente, ha più l’aria ferita. L'aria di una che a malapena è stata toccata o amata. Eppure quella ragazza mi ha dato la sensazione di una scossa di adrenalina, ha acceso la mia pelle come non mi capitava da tempo e sono sicuro che questa specie di connessione l’abbia sentita anche lei.

I nostri occhi si incontrano e Cali si ritrae immediatamente.

Dice qualcosa al suo accompagnatore e si alza.

Cammina per la sala senza nemmeno rendersi conto di quante teste ha fatto girare stretta in quei jeans, semplice e pulita.

Ilary non si accorge di niente, tanto è impegnata a convincermi ad andare a casa sua dopo la cena.

Mi dimeno sulla sedia e lotto contro me stesso e questo maledetto bisogno di andarle dietro.

Non la conosco nemmeno, e Dio solo sa quanto la mia vita sia pericolosa, quanto si avvicini al dannato inferno.

Mi sono fatto una promessa dieci anni fa, l’ho fatta a Nora.

Nessuno ne avrebbe mai più fatto parte.

Le scelte che abbiamo dovuto fronteggiare inevitabilmente io e mia sorella mi hanno mangiato l'esistenza, l’hanno resa buia e triste, piena di casini e di problemi che non avrebbero mai dovuto diventare di qualcun altro.

Ho conosciuto tante donne, ho avuto le mie serate e per il bene di entrambi non ho mai proseguito nulla, ho sempre messo le cose in chiaro, anche con Ilary.

Tuttavia c' è qualcosa dentro di me che mi spinge verso Cali, dalla prima volta che l’ho vista.

<<Vado in bagno.>> 

Mi alzo e la seguo. Il ristorante è talmente affollato che Ilary neanche se ne accorge.

Quando esce dalla porta di legno scolorito, quasi mi cade addosso.

<<Ciao Arizona.>> Sorrido.

<<Adam.>>

Sembra sorpresa, ma i suoi occhi neri come l’inchiostro si accendono appena le sfioro la guancia.

<<Isac!>> Mi allontana velocemente come se qualcuno potesse arrivare da un momento all’altro.

<<Sei a cena con la tua ragazza e anche io.>> Si rabbuia appena quando pronuncia quelle parole.

Ilary non è la mia ragazza, non sa nemmeno quanto si sbaglia su questo.

<<Ah allora te lo ricordi il mio nome.>>

<<Devo andare, buona serata.>>

Mi affaccio verso il suo tavolo, il biondino che è con lei si guarda intorno spaesato.
Non ricordo dove l'ho visto ma ha una faccia terribilmente familiare.

Intreccio le sue dita alle mie quando lei fa per superarmi.

<<Quello è il tuo..>>

<<Quello è Jace, solamente Jace.>>  Ansima.

Il suo profumo mi manda fuori di testa, insieme ai suoi occhi, al suo respiro affannato quando la tocco.

Si allontana piano, ma prima di lasciarmi andare sfiora con il pollice le scritte sull'avambraccio.

<<Mi piacciono un sacco i tuoi tatuaggi.>>

Mi passo una mano sui capelli cortissimi, devo andarmene da questo cazzo di posto.

<<Il tuo profumo, mi fa impazzire.>>  Confesso sussurrandole all’orecchio, poi me ne vado.
Prima di perdere completamente il controllo.

La vita di un attimo. PRESTO IN LIBRERIA E ON LINE!Where stories live. Discover now