Cali

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Trovare un appartamento decente è stato un parto.
In questa minuscola cittadina, cosí piccola da riuscire a disegnarla, affittare una stramaledetta stanza è stato piú difficile che vincere alla lotteria.

L'agente universitaria continuava a blaterare che per una ragazza come me stare sola in questa zona non è una buona idea, ma l'unica casa che sono riuscita a trovare ad un prezzo decente e senza muffa alle pareti non potevo farmela scappare.

I miei "vicini" di casa, si fa per dire, sono un gruppo di motociclisti e spacciatori che fanno Dio solo sa che cosa dentro un vecchio magazzino abbandonato, proprio davanti all' appartamento.
Alcuni di loro sono stati persino gentili, tuttavia. Mi hanno aiutato a portare su per le scale una discreta quantitá di scatoloni, non senza lanciarmi occhiate piú che eloquenti.

Una volta sistemato, il minuscolo salottino, sembra aver acquistato un'anima. Il divano blu e le foto attaccate alla parete, scaldano l'ambiente asettico e stretto.
Sorrido mentre sfioro con le dita l'immagine in bianco e nero appesa al muro, io e l'unica parte positiva rimasta di me: Whitney.

Tornare al campus sará una sfida dura, piu difficile di quelle che ho affontato negli ultimi anni.
Sento il cuore farsi pesante mentre ripenso all'ospedale e ai medici.
Guardarli mentre scuotevano la testa in silenzio mi ha trafitto l'anima cosí tante volte che ormai ha piu o meno la forma di una voragine.
Fare qualcosa di normale mi rallegra e mi terrorizza allo stesso tempo, ma so che Whit sará al mio fianco e questo basta per tranquillizzarmi.

***
Sono le due quando il campanello inizia a suonare senza sosta.
Sento le viscere cadermi sotto i piedi, in una zona del genere non c' è niente di buono da aspettarsi.
Mi trascino a piedi scalzi fino all'ingresso, sento armeggiare qualcuno fuori dalla porta mentre con la voce piú coraggiosa e ferma che mi riesce provo a parlare.
<<Chi è?>>
<<Apri ti prego.>>
È una donna. Ha la voce rotta dal pianto e sembra sconvolta. Ciò non toglie che mi trovo in quartiere di criminali e l'ansia che sento montarmi nel petto non mi abbandona.
<<Cosa vuoi?>>
<<Ti prego, lui morirá,
ti prego apri!>>
Merda.

Apro la porta quel tanto che mi basta per poter sbirciare fuori, ma la scena che mi trovo davanti mi lascia sconvolta piú di quanto mi aspettassi.

Una ragazza magra da far spavento, con i capelli ricci e crespi appiccicati al volto, sussurra parole incomprensibili all'uomo che tiene tra le braccia.
Lui è una maschera di sangue e lividi. I tatuaggi che spuntano dalla maglietta imbrattata, gli coprono le braccia fino alla punta delle dita.
Ha il collo ricoperto di inchiostro fino a sotto la mascella, quello che rimane del suo viso è l'unica parte candida della pelle.
È alto e ha i capelli rasati.
Sdraiato sul pavimento gelido del mio pianerottolo sembra non dare segni di vita.
Maledizione.

Spalanco la porta dietro di me e mi accuccio accanto a loro con le mani che mi tremano.
Il tipo sembra morto e lei comincia a piangere a dirotto.
Il mio cervello pare liquefatto, non so che fare ne cosa dire.
Non vedevo tanto sangue da..
Stringo gli occhi e caccio via quel pensiero feroce, la nausea si fa strada nel mio stomaco mentre penso che sono la persona piú sbagliata a cui chiedere aiuto.

<<Dobbiamo..Dobbiamo chiamare l'ambulanza. Dobbiamo portarlo all'ospedale. >>
Quando faccio per tirare fuori il telefono dalla tasca lei me lo sfila dalle mani.
<<No, lo arresteranno! Io ho soltanto lui capisci? Soltanto lui, è tutta la mia vita. Ti prego aiutami.>> Singhiozza la ragazza.
<<Tienigli la testa.>>
Farfuglio, non so minimamente che diavolo sto facendo.
Ho una paura fottuta che questo tizio muoia perchè conosco molto bene la sensazione di sentirti impotente quando qualcuno che ami non ha scampo.
Non so perche, ma l'idea che lei possa vederlo morire sotto i suoi occhi mi accende qualcosa dentro.

Gli afferro le caviglie e mentre lei lo sorregge riusciamo a fatica a spostarlo sul divano.

<<Ti prego non morire..>> Sussurro.
Appoggio le mie labbra sulle sue e ci soffio dentro, poi provo a rianimarlo con un goffo massaggio cardiaco.
Continuo a soffiare dentro di lui come se questo ne valesse della mia vita.
Una scarica elettrica mi pervade il corpo mentre sento il sapore ferroso del sangue sulla bocca.
Lui non si muove e la sua ragazza continua a tremare e piangere.
<<Avanti dannazione!>> Impreco mentre con tutta la forza che ho continuo a spingere sui suoi pettorali.

Quando tossisce, finalmente, sento le braccia andarmi a fuoco e le mani intorpidite perdere forza lentamente.
Non dice niente, riesce a malapena ad aprire gli occhi di un verde sconvolgente.
La ragazza piange e lo abbraccia senza mai lasciargli la mano.
L'adrenalina inizia ad abbandonarmi e sento cedere le gambe sotto il peso del mio corpo.
Le porgo un cuscino, lei glielo posiziona sotto la testa con fare incerto.

Non diciamo niente. Ci fissiamo incredule e spaventate, concertate sui respiri di tutti, mentre la prima notte di quella che doveva essere la mia nuova vita somiglia terribilmente al passato.

La vita di un attimo. PRESTO IN LIBRERIA E ON LINE!Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang