ISAC

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Cali ha gli occhi piú grandi e scuri che abbia mai visto. Non riesco a fare a meno di fissarla da quando ha attraversato quel dannato cortile.

Il viso pulito, le ciglia lunghissime, le guance rosa come quelle di un neonato. Senza un filo di trucco sembra piú piccola dei suoi ventun anni, ma i lineamenti dolci che terminano in quelle labbra carnose color ciliegia, mi mandano fuori di testa.

È bellissima e sexy, eppure lei con quell’aria distratta, acqua e sapone non sembra neanche rendersene conto.

<<C’è qualcosa che devo sapere prima di chiederti di uscire con me?>>

Cali resta con la forchetta a mezz’asta. Il viso contratto in una smorfia confusa e divertita.

<<Che vuoi dire?>>

<<Sei incinta bambolina?>>

Sbarra gli occhi e qualcosa deve esserle andato di traverso perché inizia a tossire.

<<No! Dio Isac sei proprio uno stronzo. >> Ride.

<<Mi piace il modo in cui pronunci il mio nome.>>

A dire il vero mi piace tutto di lei, e le sensazioni che provo a trent’anni suonati quando la guardo non credo di averle mai provate con nessun' altra.

Ho voglia di conoscerla e di scoprire cosa si nasconde dietro l’aria assorta e i sorrisi imbarazzati che mi rivolge.

All’improvviso i suoi occhi si stringono. Si rabbuia appena dietro il pensiero che le balena in testa.

<<Isac, cosa ti è successo quella notte?>>

<<Esci con me.>>

<<Io..>>

Mi allungo sul tavolo, mi avvicino così tanto alle sue labbra che riesco quasi a percepirne il contorno sodo contro le mie.
Lei non si ritrae ma il suo respiro perde il controllo accelerando il ritmo.

<<Hai paura di me?>> Le chiedo sincero.

Cali fa qualcosa che non mi aspetto. Mi passa il pollice sulla guancia e poi sul labbro inferiore.

Devo far fede a tutto il mio autocontrollo per non cedere a quella bocca invitante.

Avrò bisogno di una cazzo di  doccia gelata, per togliermi da dosso tutti i pensieri decisamente poco romantici che sto facendo su di lei.

<<Io non ho paura di te Isac. Con te, non so per quale motivo, mi sento al sicuro. >>

Le sue parole bastano per mandarmi in tilt il cervello. Quanto vorrei entrare dentro di lei, proprio qui, proprio adesso.

<<Esci con me.>>

<<D’accordo, ad una condizione.>>

<<Sentiamo.>>

<<Posso chiederti tutto quello che voglio.>>

<<Cali...>>

<<Voglio, conoscerti. Semplice.>> Mi canzona, con il viso sempre piú vicino al mio.

Non riesco piú a trattenermi e lei geme quando le afferro il labbro tra i denti, poi mi allontano in fretta prima che la situazione degeneri seriamente.

<<Alle otto, stasera. >>

Lascio una banconota sul tavolo e me ne vado.

 

La vita di un attimo. PRESTO IN LIBRERIA E ON LINE!Where stories live. Discover now