Cap.1 Deusa loba

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La notte volgeva al termine nella foresta pluviale e i predatori lentamente tornavano alle loro tane spossati dalla caccia notturna. Il canto dei trombettieri ovvero gli uccelli Psophia, squillante preannunciava l'imminente alba.

Dalia affrettò il passo per tornare alla missione prima che si svegliasse João, non sopportava le sue ramanzine di primo mattino.
Proprio non accettava che se ne andasse in giro di notte nella grande foresta pericolosa, dimenticava che fra tutti i pericoli forse era lei quello maggiore.

Aveva ormeggiato la sua canoa a motore ad un albero sulla riva di un affluente del Tarumā açu, dall'altra sponda dell'omonimo lago, distava una mezz'ora di navigazione da casa.

Purtroppo non aveva calcolato l'imprevisto: un cucciolo di anaconda si era attorcigliato intorno alla cima e dovette faticare non poco per farlo spostare. Esausta la spuntò solo quando ormai era giorno.

Arrivò nella piccola missione di San Antonio che tutti o quasi, erano svegli ed in procinto di fare colazione.
João era in piedi sull'imbarcadero con le braccia conserte ad aspettarla.

Era bello João, di quella bellezza nobile tipica dei romanzi d'appendice di fine ottocento. Aveva i capelli castani dorati dal sole ed una bella e folta barba ben curata. Dei vivaci occhi blu ardesia che si illuminavano quando sorrideva. Cosa che faceva spesso.

Il fisico era asciutto e muscoloso, temprato dal tanto lavoro fisico. Nonostante fosse il medico della missione all'occorrenza diventava: carpentiere, muratore e portantino.

Come al solito indossava una camicia chiara e bermuda corti, mostrando le gambe abbronzate e piene di piccole cicatrici. Ai piedi delle converse ormai consunte.

"Proprio non ti piace dormire con me?" fece offeso mentre lei gli lanciò la cima.
"Con te mi piace fare altro la notte, poi quando ti addormenti mi annoio" rispose civettuola per imbonirlo.
Le porse una mano per aiutarla a salire sulla banchina e poi se la strinse in un abbraccio baciandola con passione.
"Sai che mi fai stare in pensiero costantemente?"
Le bisbigliò ancora vicinissimo alla sua bocca.
"Cavolo! il tuo Italiano è quasi migliore del mio, soprattutto se si tratta di sgridarmi", scherzó allontanandolo gentilmente.

"Devi dormire e nutrirti meglio, sei ancora sottopeso e dalle tue ultime analisi risulta che sei fortemente anemica".

"Sì, mammina: mangerò e dormiró di più. Se solo qui non ci fosse solo pesce e tapioca, sogno una carbonara e la porchetta d'Ariccia anche la notte".
"O que?" Chiese perplesso.
"Ecco appunto".
"Dai facciamo colazione, a proposito oggi vado da Cuca al villaggio".
"Vengo anche io".
"Lo davo per scontato, quanto ti piace essere venerata?... Deusa loba".
"Almeno loro apprezzano la mia natura".

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"Lupus in fabula ho un aggiornamento importante e urgente".
"Identificarsi".
"Lilith".
"Parla".
"Coordinate lat -7800 lon -72067 bom future".
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Andare al villaggio per Dalia era una festa, lì si sentiva veramente capita e soprattutto coccolata.
Cuca, la sciamana oltre che capo villaggio, la chiamava 'deusa loba'. Spesso sedevano in silenzio nella sua capanna e si guardavano negli occhi.
Dalia non trasmutava fisicamente ma aveva tutti i poteri dei licaoni: forza, velocità, sensi potenziati.

Cuca invece trasmutava in divinità animali: anaconda, giaguaro, delfino rosa.
In trance, le due si parlavano cineticamente in una lingua universale e mistica, ed è così che Dalia era guarita dal mal di vivere.

João l'aveva portata da lei appositamente.
Era un uomo di scienze che salvaguardava la sua salute fisica e che ne studiava la natura. (Originario di Madeira, La sua famiglia di nobile
e antica stirpe faceva parte dei Guardião Portoghesi da centinaia di secoli.)
Si era però reso conto che la depressione che affliggeva la ragazza necessitava di essere curata da qualcuno di speciale.

In pochi mesi sia grazie a Cuca che e al suo amore costante Dalia era completamente rinata.
Dopo un anno poi era stato concesso a Dario-il padre- di farle visita sporadicamente. Ogni mese invece lei poteva telefonare per pochi minuti ai nonni grazie ad un satellitare coperto.

João però ignorava che l'amore che lei nutriva per Riccardo non si era mai scalfito nel tempo; che c'erano notti in cui il pensiero di lui era così devastante e doloroso che per placarlo correva nella foresta e piangeva tutte le lacrime che poteva piangere.
Onorava il lutto di una vita perduta e quello di un amore talmente breve e violento come un uragano, i cui danni erano irreparabili.
Ma quando sorgeva l'alba lei rinasceva come il nuovo giorno-gliel'aveva insegnato Cuca-e cercava di godersi ciò che aveva: i bimbi della scuola, la tribù, l'amore di João.

Spesso si sentiva in colpa verso di lui, più di una volta gli aveva detto che non sarebbe stata capace di amarlo in egual misura. João le aveva risposto che anche solo un suo bacio era tutto.
Dopo due anni e tanta gratitudine sentiva di dovergli molto di più, l' aveva salvata in tutti i modi possibili.
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"Boi note garota , você esta pronta?"
"Che ti prende Joao, come mai hai così fretta di andare a cena, c'è la fagiolada per caso?"
"Ti sbagli di grosso Italiana".
"Come sei misterioso stasera".
Dalia era allo specchio appuntandosi un orecchino singolo, una stupenda perla nera, lui si accovacciò mettendosi al suo fianco.
"Ho l'autorizzazione per portarti a cena a Manaus". Disse tutto soddisfatto.
" O que ?" Gli parlò nella sua lingua per assicurarsi che avesse capito bene.
"È da un mese che ci lavoro, è arrivata una squadra di Licaoni da Brasilia per coprirci. Hai bisogno di una serata speciale, tra poco sarà il tuo compleanno".
"Grazie grazie grazie" trillò lei gettandogli le braccia al collo, entrambi caddero sul pavimento in pietra della loro casetta.
Dalia lo bació passionalmente mentre si metteva a cavalcioni su di lui.
"Smettila o faremo tardi".
"Non m' importa".

Si sfilò il top nero scoprendo i seni, João prese a baciarglieli con foga mentre armeggiava con la patta dei pantaloni, Dalia accorse in suo aiuto e lo accolse dentro di sé. Fu un rapporto veloce quanto intenso e si appagarono rapidamente.
Ancora ansimanti e sudati si diedero una sistemata.
Ad attenderli all'imbarcadero,uno zodiac con quattro soldati Licaoni-Dalia vedendoli ebbe un brutto Dejavú-ma il viso sorridente e ancora arrossato dall'amplesso di João, la fece rilassare.

"Dove mi porti di bello?" Chiese lei mentre gli stringeva forte la mano.
"Volevi mangiare Italiano e quindi andiamo all'Osteria del nonno. Ho letto le recensioni e sembrano buone".
"Dai!! hai trovato un ristorante su google maps per me?" Rise divertita.
"Per la mia Deusa Loba"
"Grazie!"
Si baciarono a lungo, ignorando totalmente la scorta militare.

L'alba di DaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora