Cap.6 Strategia

33 5 7
                                    

Dalia non se la sentiva di affrontare né João né i nonni, doveva prendersi un momento per lasciar andar via tutto il dolore che portava nel petto, doveva lasciar andar via Riccardo...

Le lacrime scivolarono lungo le guance ed erano troppo calde per il freddo che sentiva dentro e fuori.
Si accovacciò sul prato prendendosi la testa fra le mani e pianse, pianse come faceva quasi tutte le notti a Manaus, nel cuore della giungla.

Non essersi fidata di lui le era costato l'amore.

Dopo un po' l'illusione che era diventata la sua vita prese il sopravvento e rinacque ancora una volta.
Decise di andare dai suoi raminghi, seguí il consiglio.
**********************************************
Entrò nello studio di soppiatto, rimuovere le cimici era altrettanto stressante come quando le aveva piazzate.

Tutto stava per finire e non c'era nulla da festeggiare anzi...il prezzo da pagare sarebbe stato altissimo. Tutti i traditori alla fine pagano, non importa se hanno una valida ragione.

Il 24 dicembre il destino di Dalia si sarebbe compiuto ed anche il suo.
Sobbalzò quando fece il suo ingresso....

"Tutto bene?"
"Sì, è solo che il natale mi rende triste."
**********************************************
Nonostante Adriana fosse gentile e disponibile verso gli abitanti del borgo ed il consiglio dei guardiani-di cui lei era membro superpartes- non ne suscitava la simpatia.

Il suo essere perfetta e misurata la rendeva finta ai loro occhi ed era solo per rispetto a suo marito che si dimostravano tolleranti.

Adriana ne era consapevole e non le poteva importar di meno, quei bifolchi le erano indifferenti.

La mattina del 17 dicembre fu convocata d'urgenza per una riunione extra-ordinaria, partecipò solo perché curiosa di conoscere il compagno di Dalia.
La riunione si sarebbe svolta nella taverna di Anselmo.

Quando vi arrivò i bifolchi erano tutti seduti ad un tavolo vicino al camino, era stato già servito il caffè e i dolci, non si erano degnati di aspettarla.
Il Don si stava ingozzando mentre le due zitelle ammorbavano un giovane uomo sui 35 anni, il famoso João.

Quella dannata si era scelta un sosia di Riccardo con tratti più gentili, per fidanzato.

"Ben arrivata!" Esclamò quel lumacone del sindaco, al suo saluto si unirono anche gli altri.

Ada come sempre, insofferente alla sua presenza la salutò con un lieve cenno della testa. L'unica gentile con lei era la moglie del dottor Sgueglia, che era assente per motivi di lavoro.

"Dottoressa Moreau" il nonno di Dalia si ostinava a chiamarla con il titolo lavorativo e il cognome da nubile, in altri frangenti e da altre persone lo avrebbe apprezzato, da lui no.
Quel dannato vecchiaccio lo faceva per sminuirla, in cuor suo sperava che la nipote diventasse una Del Percio.

"Buongiorno a tutti e perdonate il ritardo, mi avete comunicato all'ultimo di questa riunione e sono davvero oberata di lavoro." Usò un tono cordiale ma la sua frecciata fu bella chiara.

"È stata indetta all'ultimo per via di eventi extraordinari, come lei ben sa." Rispose velenosa Ada che si trovava seduta di fianco al Don.
Un silenzio imbarazzante caló nella stanza.

Adriana si versó del caffè senza scomporsi minimamente e dopo aver fatto un paio di sorsi, con tutta la calma del mondo preparò la sua replica.

"Credevo di conoscere Dalia, pensavo che questa riunione fosse stata indetta per questo motivo."

"No, mia cara Adriana siamo qui per coinvolgerti nella festa a sorpresa per il compleanno di Dalia." Ribatté Ada.
Quasi le andò il caffè di traverso e dovette fare appello al suo aplomb, anche perché João la stava studiando in silenzio.

L'alba di DaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora