Cap.13 Il mio regalo di Natale

23 1 2
                                    

Gli spari rimbombarono per l'intera montagna. Vigo si lanciò, insieme al branco, nella direzione di provenienza. Qualcosa di brutto, molto brutto era successo. Nell'aria c'era odore di morte e poi c'era l'odore di Dalia.

Laerte giaceva a terra in una pozza di sangue, ormai la vita lo aveva abbandonato.
Vigo aveva scordato l'ultima volta che aveva pianto, se ne ricordò nell'istante in cui un fiume di lacrime gli rigarono le guance.
Abbracciò il corpo dell'amico un ultimo istante, poi con orrore si mise a ricostruire i fatti: Dalia era stata presa.

Mentre lui corse da Guglielmo, gli altri presero il corpo di Laerte per portarlo al dottore Sgueglia.

"Come faremo con i regali?" Sospirò pigramente Adriana, mentre stava avvinghiata al corpo di suo marito. Dopo la bella notizia ricevuta, Riccardo si era lasciato trasportare dalla passione e invece di andare ad acquistare gli utlimi regali di Natale, si erano rinchiusi nel 'Grand Hotel Mercogliano'.
Passando le ultime due ore a fare l'amore.

Era così felice e soddisfatta.
"Regaleremo delle gift card su Amazon" rispose serafico l'uomo, vittima della tipica letargia degli amanti.

"Ottima opzione anche se poco elegante"

"Mmh..." stava per scivolare nel sonno quando il cellulare prese a vibrare.

"Ti prego Rich, lascialo squillare" protestò seccata, temendo qualche scocciatura. Era un momento così perfetto e andava salvaguardato.
Ma dopo l'ennesimo squillo l'uomo cedette

"Riccardo, dove diavolo sei?!" Urlò Guglielmo.
"Papà ma che succede?!"Passò da supino a seduto scostando Adriana. Un sudore freddo lo avvolse. Dall'altro capo ci fu un istante di silenzio.
"Tullio ha preso Dalia".

Riccardo si alzò in piedi con il cellulare tra la guancia e la spalla e prese a vestirsi rapidamente. Era pallido come la morte.
Adriana rimase immobile incapace anche solo di parlare. La reazione di Riccardo significava una sola cosa: Dalia in pericolo.

"Sto arrivando"
Clic

"Rich, che succede? Spiegami". Domandó retoricamente mentre raccoglieva i suoi indumenti per rivestirsi.
La fissò con aria sconvolta.
"Hanno preso Dalia...ti mando un auto.
Io devo andare subito".
"Ma com'è possibile?"
"Non lo so! Dannazione".
Le diede un bacio frettoloso in fronte e come una furia uscì dalla stanza.

Adriana rimase qualche minuto impietrita. Ora come diavolo ne usciva da quella situazione e soprattutto vederlo così a quella notizia faceva male.
La parte però empatica di lei,fu dispiaciuta per la
sorte della sua nemica. In fondo non voleva che le succedesse qualcosa di brutto, voleva semplicemente che se ne andasse.

Quando Riccardo arrivó alla villa, pronto a far partire un piano di salvataggio per Dalia, fu bloccato da Guglielmo; lo aspettava sull'uscio di casa, dietro di lui c'erano tutti.

"Figlio, prima d'iniziare le ricerche devo darti un'altra brutta notizia".
Riccardo non aveva parole, non riusciva ad immaginare quale altra sciagura si fosse abbattuta su di loro.

"È prioritario il salvataggio di Dalia" .
"Certo che è prioritario...solo che..."
"Mi dici cosa cazzo perdi tempo a fare?!"
"Laerte ed Ira..."
"Cosa?"
"Sono morti"
L'uomo strinse il figlio forte a sé, non gli permise di ritrarsi. Voleva assorbire il suo dolore... almeno in parte.
"No!"
Scansò il padre ed entrò nella villa, aprendo un varco tra le persone.
Si fermò solo davanti ai nonni di Dalia.
"La riporto a casa, lo giuro!" Disse, mettendo una mano sulla spalla di Giovanni. Di colpo sembravano fragili e invecchiati.

L'alba di DaliaWhere stories live. Discover now