Cap 11 C'é poco da festeggiare

28 4 1
                                    

23 dicembre mattina
Adriana era arrivata in largo anticipo alla canonica, doveva prepararsi mentalmente per la sua messinscena. Si era ripetuta tante e tante volte che era una mezza bugia, solo una mezza bugia. Aveva sospeso la pillola anticoncezionale ed iniziato ad assumere acido follico, nonostante avesse 43 anni godeva di un'eccellente salute e presto, davvero sarebbe arrivata la gravidanza.

Dopo le feste natalizie aveva appuntamento con la sua ginecologa, tra l'altro una cara amica.
Al momento però era necessario simulare...perdonami Riccardo, lo faccio per noi. Te lo darò davvero un figlio.

Si mise una mano sul ventre vuoto, immaginando con forza quando si sarebbe riempito di vita. Dopo qualche istante arrivarono le streghe del paese con al seguito quella sciagura di Dalia.

La stronza la squadrò con quegli occhi di un azzurro gelido e ad Adriana salì una voglia matta di prenderla a schiaffi, ma l'unica cosa che fece fu sorridere.

"Mia cara da quanto sei qui?" Chiese leggermente spaesata Mariapia Pezzella, erano le otto del mattino ed Adriana aveva già finito di addobbare e portato i pacchi dono per la tombolata di paese

"Stamane ho saltato il mio jogging quotidiano per un piccolo malore, ho deciso quindi di ottimizzare i tempi. C'è ancora molto da fare".

"Se non stai bene non dovresti stancarti così tanto, ci pensiamo noi, va a casa a riposare, ci aiuta Dalia". Disse sottilmente velenosa Ada.

Lei e la nipote erano ferme sull'uscio della canonica, sotto un'installazione di vischio e rami, voluta e sovvenzionata da Adriana stessa. Era mortificante passare il Natale in quel posto dimenticato da Dio. Almeno fino a quando sarebbe stata obbligata a farlo, avrebbe fatto in modo di rendere gli ambienti perlomeno presentabili.

"Malore rientrato" mentre pronunciò queste parole si mise una mano sulla pancia fingendo un gesto riflesso e avanzò a grandi passi verso Ada e la nipote.

"Meglio così" borbottò seccata l'anziana.

"Dalia per favore mi aiuteresti ad installare delle luci in fondo alla sala". Domandò smielosa rivolgendosi alla sua nemica.
"Ok" rispose leggermente titubante la ragazza.

Ad Ada, vederle allontanare insieme non piacque per niente. Quella serpe bionda aveva sicuramente un brutto tiro in canna riservato alla nipote.
Fu tentata dal seguirle ma le sorelle Pezzella la trascinarono verso il lungo tavolo in legno che campeggiava al centro del salone. C'era da sistemare il tovagliato plastificato.

Alla fine della sala sotto un arco di pietra viva, c'erano alcuni scatoloni pieni di lucette natalizie, Adriana vi si fermò davanti e poi fissò Dalia.

"Perdonami cara, devo chiederti un grosso favore". Non terminò la frase, prese alcuni secondi aspettando che l'altra chiedesse.
"Come posso esserti utile?" Dalia non si preoccupò di mostrarsi scocciata, Adriana era infida e stranamente euforica, ad occhio e croce stava per farla incazzare in maniera subdola.

"Vedi...ehm...vorrei evitare di alzare pesi o salire su di una scala...m'intendi" le sorrise ancora, congiungendo entrambe le mani sul ventre piatto fasciato da un abito di pura lana Cashmere.

"Adriana, se morivi dalla voglia di dirmi che sei incinta, bastava farlo subito e non metterti a fare giochetti infantili". Mentre pronunciava queste parole senza apparente inflessione, si avvicinò a lei costringendola con le spalle al muro.
"Ma che cosa vuoi insinuare?" Provó ad attaccare la donna.
"Io non sto insinuando, io ti sto dicendo chiaramente che i tuoi giochetti del cazzo, le tue frecciatine e quel finto buonismo non sortiscono effetto. Ti consiglio però due cose: la prima é che se continui così, sarai tu l'artefice della distruzione del tuo matrimonio. I sotterfugi misti ad insicurezza ti rendono troppo simile a quella stronza di mia madre. Quindi se continui su questa strada farai scappare Riccardo a gambe levate.

L'alba di DaliaWhere stories live. Discover now