L'amore oltre ogni limite, oltre ogni costellazione, oltre ogni margine spazio temporale. Chi lo chiama destino, chi lo chiama fato, chi non ci crede e crede nella razionalità delle cose, dei fatti. La vendetta, la giustizia degli dei, una concezion...
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Sam
Solitudine. La solitudine era quella che ormai mi caratterizzava da quando avevo perso le due persone più importanti della mia vita. E avevo imparato a conviverci, a sentirla parte di me, a chiamarla casa. Solo quando ero sola mi sentivo al sicuro, rintanata nel mio piccolo guscio che nessuno poteva aprire, calpestare, colpire. Eravamo solo io e i miei pensieri e questo bastava. Ma da quando era ritornato nella mia vita, non ero più tanto sicura di voler stare sola.
Il tragitto verso casa era stato così silenzioso da essere addirittura assordante, per quanto possibile. Il suo essere scostante era ciò che più lo caratterizzava. Da sempre.
Appena arrivati, parcheggiò, scendemmo dall'auto e andammo incontro ad un ragazzo che sembrava un po' più grande di noi, aveva capelli ricci scuri e una barba abbastanza lunga, indossava una salopette jeans e, senza perdere tempo con convenevoli, iniziò subito a parlare con Alex.
Non avevo idea di cosa pensasse il suo amico di me: una donna sbadata, vestita con una tuta sportiva ma con dei sandali alti ai piedi. Una fuori di testa.
<<Bene, prendo l'impronta e a fine giornata passate dal negozio. Sarà già pronta>> ci comunicò il tipo.
<<Grazie, Brady. A dopo!>>
Salutò Alex e iniziò ad incamminarsi verso l'auto. Come se io non ci fossi stata per tutto il tempo, accingendomi a raggiungerlo in macchina.
<<Cosa farai per il resto della giornata?>> Gli chiesi. Nella mia testa iniziava a frullare già qualcosa di interessante da poter fare insieme. In realtà quasi tutti i weekend del mese facevo la stessa cosa ma questa volta avrei potuto farla con lui.
