Capitolo 14 - Aphrodite effects

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"𝓛𝓪 𝓫𝓮𝓵𝓵𝓮𝔃𝔃𝓪 𝓷𝓸𝓷 𝓹𝓾𝓸̀ 𝓮𝓼𝓼𝓮𝓻𝓮 𝓲𝓷𝓽𝓮𝓻𝓻𝓸𝓰𝓪𝓽𝓪: 𝓻𝓮𝓰𝓷𝓪 𝓹𝓮𝓻 𝓭𝓲𝓻𝓲𝓽𝓽𝓸 𝓭𝓲𝓿𝓲𝓷𝓸"

- 𝓞𝓼𝓬𝓪𝓻 𝓦𝓲𝓵𝓭𝓮

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Alex

Piacere. Cos'era il piacere? È un sentimento o un'esperienza che proviamo alla percezione di un qualcosa di positivo, che sia fisico o psicologico. È opposto al dolore; eppure, erano sentimenti che io provavo parallelamente. Il piacere fisico e il dolore psicologico, era sempre stato così da quando avevo iniziato la mia costante ricerca dell'equilibrio. Ma con lei, solo con lei, provavo piacere sia fisico che psicologico, lei era la mia unica salvezza, seppur utopica, e tale sarebbe rimasta. 

Ovviamente l'avevo portata nella mia stanza d'hotel. Ero rientrato in quella dannata villa solo per chiedere a Dom cosa cazzo le avesse dato, sfiorando l'ennesima rissa. Una volta rientrati, avevo chiamato il medico dell'hotel per farla visitare e assicurarmi che sarebbe stata bene. Mi aveva rassicurato dicendo che aveva bisogno di riposare per smaltire la droga in circolo e che probabilmente non avrebbe ricordato nulla al suo risveglio. Le aveva controllato la respirazione che fortunatamente era regolare e io, in quell'esatto momento, avevo ripreso a vivere.

Le aveva dato del Rohypnol quell'idiota. Conosceva bene le droghe, così come le conoscevo bene anche io, psicopatico del cazzo. Noi avevamo una certa tolleranza a quel genere di cose, tolleranza che Sam di certo non possedeva. E comunque nessuno di noi due poteva ricascarci perché sarebbe stata la fine dopo quello che avevamo passato. 

In tutto ciò lei dormiva ancora, beatamente. Ogni tanto si voltava con scatti bruschi facendomi sussultare per lo spavento. Non riuscivo a dormire tranquillo vedendola riversarsi agitata in quello stato, così mi alzai dal divano da dove la stavo osservando preoccupato e mi accostai sul letto, accanto alla sua figura che giaceva inerme tra le lenzuola bianche e profumate, candide come lei. Sembrava così delicata e indifesa, che l'avrei voluta proteggere da qualsiasi cosa, me compreso.

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