Capitolo 16 - Why I can't move on?

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𝓛𝓪 𝓹𝓮𝓻𝓯𝓮𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓼𝓲 𝓸𝓽𝓽𝓲𝓮𝓷𝓮, 𝓷𝓸𝓷 𝓺𝓾𝓪𝓷𝓭𝓸 𝓷𝓸𝓷 𝓬'𝓮̀ 𝓹𝓲𝓾̀ 𝓷𝓾𝓵𝓵𝓪 𝓭𝓪 𝓪𝓰𝓰𝓲𝓾𝓷𝓰𝓮𝓻𝓮, 𝓶𝓪 𝓺𝓾𝓪𝓷𝓭𝓸 𝓷𝓸𝓷 𝓬'𝓮̀ 𝓹𝓲𝓾̀ 𝓷𝓲𝓮𝓷𝓽𝓮 𝓭𝓪 𝓽𝓸𝓰𝓵𝓲𝓮𝓻𝓮

- 𝓐𝓷𝓽𝓸𝓲𝓷𝓮 𝓭𝓮 𝓢𝓪𝓲𝓷𝓽-𝓔𝔁𝓾𝓹𝓮́𝓻𝔂

- 𝓐𝓷𝓽𝓸𝓲𝓷𝓮 𝓭𝓮 𝓢𝓪𝓲𝓷𝓽-𝓔𝔁𝓾𝓹𝓮́𝓻𝔂

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Sam

Perfezione. Cos'era la perfezione se non un concetto utopico, irrealizzabile, meramente astratto e prettamente soggettivo? La perfezione era qualcosa per la quale tutti erano pronti ad investire il massimo di sé stessi per sentirsi finalmente accettati dal resto della società. Ma la vera domanda era: avremmo mai potuto raggiungere la totale perfezione tanto da apparire tali agli occhi di ogni essere vivente esistente sulla terra? Probabilmente no. 

Lui invece sì. Lui lo era già, agli occhi di chiunque. E soprattutto ai miei.

Ero ancora imbambolata ad osservarli entrambi. Se avessero chiesto cosa fosse per me la perfezione, io avrei puntato il dito indicando loro due, insieme.

Davanti a quella immagine, la mia poca e vacillante autostima era ormai crollata.

Alex era impeccabile, come al solito e insolitamente elegante per girare solo nei corridoi della Lux in un giorno qualsiasi, senza riunioni calendarizzate. Indossava un pantalone elegante nero che gli fasciava i quadricipiti nel modo più sexy possibile, una camicia nera anch'essa, credo in seta, aperta quasi fino all'addome regalandomi la visuale di una parte del suo corpo perfettamente scolpita, sicuramente da uno scultore, e coperta da qualche macchia di inchiostro appena visibile. Infine, una giacca nera sicuramente di alta sartoria, come tutto ciò che indossava praticamente ogni giorno. Probabilmente l'intero abito aveva lo stesso costo di due o tre mensilità di affitto del mio misero appartamento in periferia.

Eppure, dio solo sa cosa avevo dovuto fare per potermelo permettere. 

Ma la perfezione vera era il suo viso: la sua pelle lunare e perfetta, priva di imperfezioni, da fare invidia al colore del suolo della luna stessa, il suo naso dritto e leggermente a punta come se fosse stato intagliato con cura in ogni piccolo dettaglio, le labbra sottili e tumide di un rosa che ricordava una qualche bevanda alla ciliegia. E infine gli occhi. Gli occhi sembravano esser caduti dal cielo, da una delle stelle più luminose lassù per poi essere modellate e colorate di un verdeazzurro tanto limpido da ricordare il mare di una di quelle isole da sogno viste solo in cartolina e che, probabilmente, non avrei mai potuto permettermi di visitare.

For your eyes only - Deep scarsWhere stories live. Discover now