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"O mio dio"

Queste sono le prime tre parole che mi sono uscite dalla bocca appena ho visto la casa di Brian, anzi, la villa. La mia a confronto è una scatola di cibo per gatti.

"Abiti veramente qua?" chiedo ancora incredula
"No per finta, ti ci ho portata per farti uno scherzo" non capisco se sta scherzando o meno, ha il tono serio e la fronte corrugata.
parcheggia l'auto davanti alla porta del garage poi scende e io faccio lo stesso.

Ammiro la sua abitazione incredula che lui abiti lì, non ha mai dimostrato di avere così tanti soldi, sembra una persona normale come gli altri.

"Non pensavo avessi così tanti soldi" dico guardando il piccolo giardino davanti alla facciata della casa decorato con lampadine, cespugli di fiori e varie statuine mentre camminiamo lungo il marciapiede di pietra.

"Mai giudicare dalla copertina stellina" ok, ha ragione, ma io se fossi al posto suo girerei solo con vestiti di marca e con le macchina più costose.

Entriamo e davanti a noi si rivela un grande salone con i colori grigio, marrone e bianco predominanti
"Fai come se fosse casa tua, hai fame?" io annuisco alla domanda dopodiché mi passa davanti e raggiunge la cucina a vista.

Un divano grigio composta da tre pezzi. I due pezzi grandi sono uno davanti all'altro e ai lati si trova una poltroncina, appoggiati allo schienale ci sono cuscini del medesimo colore del divano e anche alcuni con diverse tonalità di beige. In mezzo si trova un tappeto grigio con due tavolini da caffè neri. Ci sono vasi di piante che danno un tocco ancora più accogliente alla casa.

A sinistra si trova una vetrina che contiene varie bottiglie di vino pregiato e poi al una foto di famiglia.

Mi avvicino ad esaminare una foto in particolare. Ci sono due adulti, un uomo e una donna, con un bambino. Riconosco Brian, stessi occhi profondi, emana felicità da tutti i pori, aveva i capelli molto più chiari, sembravano quasi bianchi, immagino che la donna sia sua madre, ha i capelli mossi e biondi come lui invece l'uomo è sicuramente suo padre, stessi occhi color oceano. Sono tutti e tre sorridenti e sembra che siano davvero felici.

"Allora ho controllato e posso fare delle alette di pollo e le patate al forno, o preferisci la pasta?" Brian interrompe la mia attenta analisi del suo spazio personale
"No, va benissimo il pollo con le patate" rispondo "Se vuoi posso darti una mano"
"No tranquilla, preferisco cucinare da solo" certo perché lui è mr. perfettino e gli altri lo ingombrano, volevo solo essere gentile.

Staccata dal salone da due gradini c'è la sala pranzo da dove si estende un lungo corridoio che non ho idea di dove porti. La tavola, che riprende lo stesso colore del parquet, è circondata da sei sedie e al centro un vaso di fiori.

Lo raggiungo in cucina anch'essa annessa alla sala pranzo. Le pareti sono di un verde militare e i mobili sono bianchi con qualche dettaglio marrone. Al centro si trova l'isola con quattro sgabelli annessi da un lato invece dall'altro il piano cottura. Sopra si sono altri vasi di fiori che emanano un odore davvero buono. Sopra l'isola si trova appeso una lampada abbastanza grande che sicuramente illumina molto e poi alcune lampadine più piccole.
Brian sembra ben attrezzato in cucina. Intravedo già molti condimenti e attrezzi che io non saprei usare.

La cucina è già molto illuminata dalla vetrata che occupa un muro intero. Fuori si intravede una parte del giardino posteriore, immagino che continui dietro agli alberi e i cespugli che coprono parte del cortile.
Io prendo posto su uno dei quattro sgabelli.

Il biondo si è tolto la camicia ed è rimasto solo con la canotta. Ammetto che è proprio sexy mentre cucina e poi con quell'aspetto...

Speed and loveWhere stories live. Discover now