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Sono stato trattenuto in ospedale per un'altra settimana sotto il controllo dei medici prima che venissi dimesso. Amber è stata con me per tutto il tempo, stava più tempo che poteva e che le veniva concesso. Adesso stiamo ritornando casa insieme, mi sento diverso sapendo che è finita, Louis non è più una minaccia e ora che lui non c'è più anche tutti i suoi uomini sono stati arrestati. È finita. Per sempre.
Anche con un buco in pancia sono felice, davvero.
Pensare che ho avuto bisogno di essere trafitto da un proiettile e sfiorare la morte per rendermi conto ti amare la donna che ho qui accanto è quasi divertente.
Quando mi sono ritrovato sul pavimento, sanguinante, la vista sfocata, la su voce lontana. Piangeva mentre mi prega di resistere. Mi sono reso conto che senza di lei non sarei niente e lei senza di me uguale. In poco tempo siamo diventati qualcosa che è nuovo per entrambi, non pensavo di poter mai provare qualcosa di simile e invece la vita non smette di sorprendermi.

Non volevo morire, e non perché la morte mi fa paura ma perché volevo restare con lei.

«Resta fermo lì, arrivo ad aiutarti» mi ordina lei mentre scende dalla macchina e corre verso la mia portiera.
«Non mi hanno amputato una gamba, riesco a muovermi» le faccio notare
«Brian per favore, il dottore è stato chiaro, niente sforzi e almeno per un'altra settimana e devi restare fermo il più possibile» asserisce seria, non ribatto, sarebbe inutile così mi limito ad alzare gli occhi al cielo.
«Ehi» ci saluta Grace quando entriamo in casa, Amber ha invitato lei e suo marito a pranzo qui per farmeli finalmente conoscere.
«Grace ti avevo detto di non iniziare a cucinare» si lamenta Amber «Ciao cazzone» dice poi rivolgendosi al biondo in cucina, Arthur.
«Ciao anche a te» risponde l'uomo alzando gli occhi al cielo divertito
«Tu devi essere Brian» si avvicina a me
«Piacere, Arthur coretto?» lui annuisce e mi stringe la mano, Amber mi fa sedere su una sedia nella sala pranzo e poi raggiunge sua sorella.
Arthur si siede vicino a me
«Come ti senti?» chiede riferendosi alla ferita
«Be' ci sono stati giorni migliori ma almeno sono ancora qui» rispondo alzando le spalle
«Cazzo sei stato fortunato, meno male che sei vivo altrimenti Amber...non oso nemmeno immaginare»
Io annuisco
«È una donna forte» dico poi
«È vero e anche se lo è tu non fare il bastardo perché se no te la vedi con me, è come una sorella minore, vederla soffrire non sta nei miei piani» mi rivolge un'occhiata
«Non ho intenzione di lasciarla, ha sofferto molto, ne sono consapevole. È la prima donna di cui mi sono innamorato e voglio che sia anche l'ultima»
Arthur mi guarda e mi batte una mano sulla spalla
«Mi stai già più simpatico»

«Mamma!» la voce di un bambino strilla dal salotto e poi dei passi veloci si avvicinano, deve essere il nipotino di Amber.
«Elliot, che succede amore?» chiede Grace al bambino che le si fionda tra le braccia
«Ho fatto un incubo» piagnucola mente sua madre gli accarezza la testa
«Hai fatto un incubo perché il mostro del divano si è arrabbiato visto che ti sei addormentato su di lui» scherza Amber
«Zia! Il mostro del divano fa schifo» esclama lui
«Elliot non si dice fa schifo» lo riprende suo padre
«Dai non piangere, devo presentarti una persona»dice Amber accovacciandosi accanto a lui.
Gli prende la mano e si avvicina e me, sorrido al bambino
«Ei campione» gli dico mentre mi guarda
«Ma tu sei quello che fa felice zia Amber!» esclama, io guardo la mora sorridente che fa spallucce
«Se così dice lei allora si, sono io» confermo
«Allora sei buono, mi piaci» sorride il bambino
«Grande piccolo, anche tu mi piaci»
«Ehi non sono piccolo» mette il broncio
«Mostra a Brian quanti anni hai» gli suggerisce il padre al mio fianco, il bambino si guarda la mano per qualche secondo e poi la tende verso di me con tutte le dita alzate
«Ne ho così» dice
«Cinque? Allora scusami, sei davvero grande» dico scompigliandogli i capelli.

Il pranzo passa tranquillo, mi fa piacere che Amber abbia voluto farmi conoscere la sua famiglia. Sono delle brave persone e le vogliono bene il che è quello che si merita.

Ormai si è fatta sera, io e Amber siamo a letto mentre guardiamo un film, ha le testa poggiata sul mio petto mentre le sto accarezzando la schiena su e giù.
«Brian» mormora lei
«Cosa c'è?» rispondo continuando ad accarezzarla
«Non ne abbiamo più parlato ma...tra noi due cosa c'è?» la su domanda non mi sorprende, prima o poi dovevamo parlare dell'argomento.
«Io voglio stare con te stellina, non ti voglio più lasciare» rispondo andando dritto al punto, lei si alza a sedere di fianco a me e incrocia le gambe.
«Anche io, dire che mi piaci è poco perché quello che ti ho detto quando di ti svegliato non l'ho detto tanto per dire ma perché è vero, io ti amo» la prendo una mano e la stringo
«Lo so Amber, anche io ti amo, sul serio, e te lo ripeto, voglio stare con te e fare sul serio. Sono pronto per qualsiasi sbalzo d'umore, qualsiasi crisi, voglio essere con te e starti accanto in qualsiasi momento. E anche se non ti dirò continuamente che ti amo, te lo dimostrerò come meglio posso, te lo prometto» la attiro più vicino a me
«Non promettere Brian, le promesse sono fatte per essere infrante» abbassa la testa
«Non questa» le alzo il viso così che possa guardarla negli occhi e come se mi avesse letto nel pensiero si china su di me per baciarmi.
«Per quanto tempo dovrò aspettare per scoparti a novanta?» le sussurro facendola ridacchiare
«Non scopiamo più caro mio, adesso facciamo l'amore» risponde divertita «e poi» continua «Anche se non possiamo fare l'amore, posso farti godere lo stesso» lo dice in modo così sensuale da farmelo diventare duro all'istante.
Senza bisogno di altre parole si posiziona davanti a me, fra le mie gambe, e mi toglie i pantaloni. Io mi ristendo con le braccia dietro la testa poggiate sulla testiera. Struscia una mano sul tessuto dei boxer e poi abbassa anche quelli. Guardandomi negli occhi lecca la punta del mio cazzo e poi lo prende in bocca.
«Dio Amber, sei pazzesca cazzo» non interrompe il contatto visivo e continua a succhiare facendomi godere come solo lei riesce.

Nessun altro deve toccarla o averla, Amber Patel è la mia droga, solo mia.

Speed and loveWhere stories live. Discover now