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Finalmente Brian mi ha concesso di andare ai raduni con lui. Pensava che non lo sapessi che se ne andava mentre era convinto che dormissi.
Ovviamente potrò solo guardarlo gareggiare visto che io ho ancora la patente ritirata.
Siamo appoggiati al cofano della sua macchina, il suo braccio intorno alla mia vita e devo dire che non mi dispiace.

Da quella sera, quasi due settimane fa, abbiamo fatto sesso ogni giorno e più volte, la mattina dopo mi ero svegliata nel suo letto e per un attimo mi sentivo confusa poi ho ricordato tutto. Quando si è svegliato anche lui abbiamo fatto sesso di nuovo.
Abbiamo sparso i nostri liquidi in camera sua, in camera mia, nella doccia del suo bagno e nella mia, sul divano, l'isola in cucina e il tavolo da pranzo.
Manca ancora il sesso in piscina, dovrò rimediare. 
Direi che ci siamo dati da fare.

Sta parlando con dei ragazzi e io ascolto tranquillamente.
"Amber" una voce famigliare mi arriva alle orecchie, mi giro e James si trova non lontano da noi. Lo guardo senza sapere come reagire, il moro si avvicina. Brian non lo ha ancora notato.
"Come stai?" mi chiede
"Bene grazie, tu?" chiedo per non essere scortese, ora il biondo al mio fianco ha notato la sua presenza.
"Starà male se non sparisce immediatamente" ringhia lui, io gli poso una mano sul petto in modo da fargli capire che va tutto bene.
James posa lo sguardo sulla mi mano poi il suo braccio che mi cinge la vita.
"Ma si può sapere che sta succedendo? Ora scopate o cosa?" chiede in tono arrabbiato
"James non sono affari tuoi" asserisco io
"Cosa significa che non sono affari miei mh?" ora sta alzando la voce
"Non alzare la voce con lei" gli ordina Brian puntandogli un dito contro
"Chiuda quella bocca, lei non ti merita" esclama
"Ma che ti prende? Non hai il minimo diritto di arrabbiarti" questa volta sono io ad alzare la voce
"Non ho il diritto di arrabbiarmi? Io voglio proteggerti Amber"
"Cosa? Ti senti James? Proteggermi? E da cosa? Brian? Con lui non mi sono mai sentita più al sicuro"
ammetto per la prima volta ad alta voce
"Sparisci de non vuoi un'altro occhio gonfio, e magari anche qualche osso rotta sta volta" ringhia Brian attirandomi di più verso di lui.
"Certo che sei una puttanella che apre le gambe al primo che becca"
Le sui parole sono come una coltellata al cuore, cos'è successo al James che conosco io?
Brian si avventa su di lui e lo prende a pugni, io rimango lì a fissarlo mentre il suo viso sanguina.

Dopo un pezzo dei ragazzi che erano lì riescono a staccare Brian da lui.
"Sei un pezzo di merda Collins" biascia il moro
"Non prometterti mai più di definire una donna in questo modo. Fai così solo perché hai sempre voluto scopartela anche tu" dice Brian a fiato corto poi mi prende per le spalle e mi allontana da lì.

"Dopo la gara andiamo a casa perché ti voglio scopare nell'idromassaggio" gli sussurro mentre si sta lavando le mani sporche di sangue.
Mi lancia uno sguardo complice e poi la sua espressione arrabbiata si ammorbidisce.
Mi lascia un bacio veloce sulle labbra che mi blocca per qualche secondo, non ci eravamo mai baciati al di fuori del sesso.

"Sappi che io ti proteggerò a costo di morire stellina"
dice a qualche centimetro dal mio viso, gli avvolgo le braccia intorno al collo e poggio la fronte sulla sua
"Lo so, me lo dimostri sempre"

"Vinci se mi vuoi avere dopo" gli dico appoggiandomi con le braccia al finestrino aperto
"Io vincerò, ma anche se non fosse, ti avrò comunque sopra di me perché tu lo vuoi."
Ops, beccata.

Non abbiamo una relazione, niente sentimenti, o almeno così dovrebbe essere ma sto iniziando a sentirmi bene con lui, le sue carezze, le sue parole, i suoi occhi. Tutto.
Riesce a distrarmi dal mondo esterno e mi fa stare meglio. Ho realizzato che ci tengo a lui più di quanto pensassi quando l'ho visto con un coltello puntato alla gola e ho sparato a una persona per salvargli la vita. Dopo ogni scopata lo guardo e mi sento a casa, mi sento al sicuro. Probabilmente per lui sono solo un assaggio di piacere ma lui sta iniziando ad essere molto di più per me. Lo sapevo cazzo.
Mi affeziono al primo che mi dà attenzioni e alla fine soffro sempre io.

La gara inizia con Brian in testa e finisce allo stesso modo, grandioso.

Tornati a casa non gli lascio nemmeno il tempo di respirare che lo spoglio e lo butto in acqua. Faccio lo stesso e lo raggiungo.

L'aria fresca di settembre accarezza le nostri peli bagnate e nude ma poco importa perché adesso ci siamo solo io e lui.

È steso nell'idromassaggio accesso, io sopra di lui e le sue mani che mi stringono il fondoschiena. Mi muovo sulla sua lunghezza, gli prendo una mano e me la porto al collo, riesco a vedere un sorrisino sulle sue labbra. Avvolge il mio collo con una mano stringe il giusto, rimbalzo sul suo bacino con foga e vengo.
Vengo con il suo nome in bocca, come sempre e questo a lui piace, leggo la goduria nel suo sguardo quando capisce di avermi fatta venire e il suo nome esce dalle mie labbra.

Restiamo nell'acqua calda facendoci circondare dal vapore, sono ancora seduta su di lui e distesa sul suo petto mentre mi accarezza la schiena su e giù.

"Sai...mi chiedo sempre perché quando James ha bruciato la tua auto tua sei arrabbiato così tanto, alla fine ne hai molte altre" chiedo ad un tratto. La domanda mi frulla per la testa da allora ma non ho mai trovato il momento di chiederglielo e sta sera, dopo la scenata di prima penso che sia arrivato il momento.

"La supra...aveva un valore sentimentale" inizia lui catturando la mia attenzione
"È stata la prima auto che mi ha regalato mio padre, ci abbiamo lavorato insieme per un po' di mesi, mi ha indigesto quello che so con quella macchina. Portava il suo ricordo e ora non c'è più nemmeno lei" spiega
"Brian...se ci tenevi davvero a tuo padre, non hai bisogno di una macchina per portare il suo ricordo perché tu lo porti nel cuore. So come ti senti ma io a differenza tua non ho niente di davvero significativo tranne..." mi fermo quando mi rendo conto che non posso dirlo, rischierei di mettermi a piangere e non fermarmi più "Il punto è che tuo padre sarà sempre vivo al tuo interno e non puoi dimenticarlo, porterai per sempre il suo ricordo con te"
"E se il ricordo svanirebbe?" chiede lui
"Non succederà, fidati di me"

Mi avvolge con le braccia possenti e mi stringe in un abbraccio.
"Grazie stellina"
Sorrido, anche se non ora non può vedermi, forse dovrei chiederglielo, rischiando che mi facesse quella domanda ma già che ci siamo.

"Ho un'altra domanda" dico alzandomi seduta sentendo la sua asta sotto di me "Ma prima vestiamoci"
È una distrazione bella grossa parlargli se sono seduta su di lui completamente nudo.

"Adesso dimmi" dice dopo esserci asciugati e vestiti
"Perché mi chiami...stellina?" chiedo con fatica, lui mi guarda poi un sorriso
"Perché tu brilli Amber, brilli come una stella però piccola, non le piace essere al centro dell'attenzione ma brilla più di tutte le altre messe assieme. Ti chiamano stella in giro perché corri come una stella cadente io ti chiamo stellina perché sei speciale"
Soffoco un singhiozzo cercando di non piangere, lui mi diceva la stessa cosa.

"E tu perché non volevi che ti chiamassi così?" chiede, ecco lo sapevo.
"Perché...papà mi chiamava così, sempre. Quando hanno iniziato a chiamarmi stella ci ho messo un po' ad abituarmi all'idea che non c'entra nulla con papà e che ogni volta che mi chiamano così non devo scoppiare a piangere ma poi tu...tu hai usato lo stesso nomignolo e ora mi hai dato la stessa spiegazione che mi ha dato lui quando ero piccola"
Non riesco a trattenermi è una la stima mi riga la guancia, poi un'altra.
Lui non ci pensa due volte e si avvicina a me, mi prende il viso tra le mani e con i pollici mi aiuta le lacrime poi mi abbraccia.
"E va bene se lo faccio?" mi chiede
"Tu si, va bene" dico per poi ritrovarmi con le sue labbra posate sulle mie, un bacio innocente, sincero...sentimentale.

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