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TW: questo capitolo contiene accenni al bullismo e alla bulimia. 

RICORDATE: Dai disturbi alimentari se ne può uscire. Il bullismo non è mai una soluzione, il dialogo civile sì.

PROBLEMATICA

Non comprendevo, come mai, appena messo piede a scuola, tutti mi fissassero con occhi astiosi e commentassero visibilmente sottovoce qualcosa su di me

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Non comprendevo, come mai, appena messo piede a scuola, tutti mi fissassero con occhi astiosi e commentassero visibilmente sottovoce qualcosa su di me.

Feci poco caso alle pareti grigie e scure dei corridoi che rendevano l'atmosfera assai deprimente, piuttosto, i miei occhi furono attratti dalle ragazze, che parevano delle modelle, alle prese con sadiche risatine e intente a indicarmi più e più volte con sfacciataggine.

Provai un forte senso di disagio, nonostante una parte di me fosse curiosa di sapere cosa le divertisse tanto e l'altra si sentiva in difetto come se avessi avuto un brufolo gigante sul mento; tentai, però, di non ricambiare quelle occhiate, anche perché avevo guardato una di loro per un paio di secondi e questa disse subito all'amica e a voce piuttosto alta: «Ma la vedete quanto mi fissa? Non mi stacca gli occhi di dosso! Che vuole?»

A quell'affermazione così esagerata, però, abbassai comunque lo sguardo, neanche il tempo di rialzarlo e incrociare per errore gli occhi di un'altra persona che udii nuovamente la stessa ragazza ribadire: «Ora guarda pure quello? Ma è proprio senza vergogna, oh!»

Cercai di infilarmi in aula, ma mi resi conto che non avevo idea non solo delle lezioni che avrei dovuto seguire, ma dove si trovassero le classi.

Non mi parve il caso di chiedere aiuto a una persona qualsiasi: immaginavo la ragazza, che si sentiva osservata da me, aggiungere ulteriori commenti imbarazzanti.

Ma perché mia madre non mi ha lasciata in pace a Pinglo City? Mi chiesi in piena depressione. Come ha fatto lei a stare bene fra queste mura malefiche?

Avevo bisogno di Drake, l'unico che, di fatto, non avrebbe dato retta a chiacchiere infondate, ma non lo trovai da nessuna parte.

«Le ho contate!» sentii dire da quella voce che difficilmente avrei dimenticato. «Mi ha guardata almeno una ventina di volte!»

Avrei volute risponderle che non era affatto vero, che l'avevo a malapena osservata, ma non riuscivo proprio ad aprire bocca senza aver paura di dire qualcosa che tutti avrebbero potuto fraintendere ancora di più.

Pensa a come la metterebbe a tacere Drake! Una vocina interiore mi diede coraggio.

Non seppi come, ma riuscii a risponderle a tono: «Ti guardo perché sei bella!» la ragazza arrossì all'istante, presa alla sprovvista.

Esagera! Esagera! Così capirà che è tutto nella sua testa.

«Mamma mia,» cercai di imitare al meglio il sarcasmo di Drake, mi portai persino le mani giunte al petto per rendere di più l'idea, «può esistere fanciulla più bella di te?»

Avrei amato solo teWhere stories live. Discover now