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FUORI POSTO

Infine mi ritrovai da sola con Drake, in casa sua, e la cosa mi faceva sentire piuttosto stranita

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Infine mi ritrovai da sola con Drake, in casa sua, e la cosa mi faceva sentire piuttosto stranita.

Non mi seppi dare una ragione, ma ero davvero nervosa: le mie mani non smettevano di sudare e sentivo le mie guance in fiamme come se avessi passato delle ore a fissare da vicino il fuoco.

Me ne stavo seduta sul divano di pelle marrone da un po', Drake mi aveva messo in mano una rivista di musica, nel caso avessi voluto leggere un po', ma non ne avevo voglia; il tempo per lui di mettere i suoi vestiti in lavatrice e di farsi una doccia veloce e sarebbe tornato da me.

Mi guardai intorno per passare il tempo: casa Gorman era modesta rispetto alla nostra nuova dimora, ma in uno stato decisamente migliore; le tende violacee alle finestre proteggevano la casa dalle occhiatacce esterne; le pareti davano sul marrone, come gli arredi; vi erano pochi quadri appesi alle pareti, dipinti rappresentanti scorci di Snowy Mountain; l'ambiente era open space e dal salotto, girandomi di spalle dal divano, potevo intravedere la sala da pranzo con un tavolino a sei posti e quattro sedie e la cucina disordinata sul fondo col frigorifero grigio che borbottava; alla mia sinistra un grosso camino, con delle cataste di legna su entrambi i lati, una delle quali toccava il soffitto; due cassette degli attrezzi erano state abbandonate alla rinfusa lungo il corridoio sotto le scale.

Mi alzai, dirigendomi verso il caminetto, appesa in bella mostra vi era una foto rappresentante la famiglia Gorman: doveva essere una foto scattata quando Drake era piccolo perché se ne stava sereno, coi suoi capelli corti e neri, tra il padre e la madre; tutti e tre apparivano felicissimi e senza pensieri negativi che potessero dar loro motivi di tormento.

Il signor Gorman era più giovane e molto più magro, aveva ancora tutti i capelli in testa.

La donna era decisamente bellissima: lunghi e ondulati capelli, il cui colore mi ricordava quello della cioccolata; due grandi occhi nocciola e due labbra sottili e sorridenti; la sua pelle era chiara come il latte e il suo volto trasmetteva una tale dolcezza da lasciar pensare che fosse stata una persona buonissima.

Osservai ancora un po' il piccolo Drake, chiedendomi se la morte della madre lo avesse segnato più di quanto non volesse far credere.

Sapevo che non era ben visto dagli abitanti di Snowy Mountain per il suo manifestare apertamente un modo di pensare differente dalla massa, ma non potevo non domandarmi se il suo malessere, come il suo non voler credere in niente, fosse dovuto al rifiuto per la perdita di sua madre.

No. Mi dissi. Non posso forzarlo, deve essere lui a parlarmene, se mai ne avrà voglia.

«Scusa se ti ho fatto aspettare!» lo udii scendere dalle scale di corsa e con passo pesante. «Ah!» esclamò con mestizia. «Stai guardando la foto di famiglia... Mia madre era davvero bellissima, non trovi?» i suoi occhi erano freddi, distanti, persi in qualche triste pensiero, probabilmente.

«Sì,» avvampai per l'imbarazzo, sentendomi in difetto come fossi stata beccata a fare qualcosa che mi avevano vietato, «scusa, non volevo essere invadente. Io...»

«Perché ti scusi?» Drake si avvicinò a me, notai che aveva ancora i capelli bagnati, la cresta abbassata con le ciocche appiccicate sulla fronte perplessa. «Non ce n'è ragione. Dico sul serio,» mi parve di essere rimproverata, «non farti tutti questi problemi. Sii te stessa senza vergognarti di niente. Se non vuoi esserlo con gli altri, almeno mostrati per come sei con me, non fingerti un'altra. Mi piaci tu, per quella che sei!»

Quell'ultima affermazione, pensai, Drake poteva averla detta senza riflettere abbastanza, senza dare peso alle sue parole, ma ebbero su di me un effetto inaspettato.

Non avevo mai pensato a lui se non come a un amico, ma l'idea, assolutamente improbabile, che io potessi piacergli in un altro modo, mi aveva fatta sorridere; trovai la cosa bizzarra come immaginarmi innamorata e ricambiata.

Leggo un sacco di romanzi che parlano solo di storie d'amore romantiche. Mi dissi. Non ho mai pensato di viverne una io stessa, però.

«Anche tu mi piaci...» aggiunsi imbarazzata, tornando a sedermi sul divano, «come amico. Sei un buon amico!» affermai, con la speranza che capisse che da parte mia non c'era altro, che non avevo secondi fini.

Le parole di mia madre, di qualche anno prima, tornarono nella mia mente a farmi vergognare di me stessa e del mio aspetto esteriore: «Sei così orrenda esteticamente, e con una personalità così insignificante, che non troverai mai un ragazzo, a meno di non pagarlo... Forse, solo la chirurgia plastica, e una dieta molto ferrea, potrebbe esserti d'aiuto. Certe volte, faccio fatica a dire che sei mia figlia! Non ci crede nessuno che siamo parenti!» mi aveva detto una sera al ristorante davanti ai nostri amici di Pinglo City, i Greyson. «William,» aveva aggiunto sorridendo con le sopracciglia alzate e inclinando la testa di lato, «tu sei un chirurgo. Non puoi aggiustarmi questo disastro?»

Quella sera avrei tanto gradito essere risucchiata da un buco nero per sparire per sempre. Ricordavo ancora lo sguardo indulgente della moglie di William, Denise l'avvocatessa, e del loro figlio Philip, un mio coetaneo.

«Tracy? Tracy!» mi sentii chiamare a voce alta. «Ehi, Tracy!» Drake pronunciò di nuovo il mio nome, attirando definitamente la mia attenzione. «Ti eri un po' assentata...» mi fece notare con calma. «A che stavi pensando?»

Ero così persa nei miei ricordi che non mi ero nemmeno resa conto che Drake si era seduto accanto a me sul divano.

Lo guardai di striscio, distanziandomi di qualche centimetro da lui, e conclusi una cosa: Drake Gorman era bellissimo.

Lo avevo sempre affermato, ma in quel momento era una consapevolezza differente: Drake era uno di quelli così belli che ci si aspettava in automatico si interessasse solo a ragazze del suo stesso livello.

Da quando lo conoscevo mi sentii improvvisamente fuori posto con lui, a disagio in sua compagnia.

«Sono orrenda!» mi lasciai sfuggire sottovoce. «Sono inguardabile!» aggiunsi portandomi le mani sul viso.

Non riuscii più a trattenere le lacrime, consapevole che forse non avrei fatto una bella figura davanti al mio amico.

Avrei amato solo teWhere stories live. Discover now