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RICUCITO

Mi tremavano ancora le dita, dopo che Drake si mise addosso una felpa pulita che teneva di scorta nell'armadietto, l'adrenalina era ancora in circolo per via della vista di tutto quel sangue e di quei tagli; faticai a rimettere gli avanzi delle be...

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Mi tremavano ancora le dita, dopo che Drake si mise addosso una felpa pulita che teneva di scorta nell'armadietto, l'adrenalina era ancora in circolo per via della vista di tutto quel sangue e di quei tagli; faticai a rimettere gli avanzi delle bende nel kit di pronto soccorso.

«Dovresti parlarne con tuo padre!» gli dissi con la voce flebile che si sforzava di uscire dalle mie labbra screpolate.

Ritenni una fortuna che, nei bagni degli spogliatoi, fossimo da soli in quel momento; anche se iniziai ad avvertire un certo gelo e il mio fiato si condensava in piccole e bianche nuvolette di vapore: i termosifoni erano spenti.

Ero ancora seduta su una delle tre scomodissime e basse panche di legno, quando Drake si voltò con fare gelido.

«Non posso!» la sua voce mi arrivò più carica di dolore di quel che ero certa volesse trasmettere lui. «Mio padre si preoccuperebbe troppo. Ha già avuto... Tracy!» Drake riprese posto accanto a me, ma stavolta non mi stava dando le sue spalle martoriate da ricucire. «Ascolta, mio padre, purtroppo, ha avuto dei gravi problemi di cuore in passato. Non vorrei che questo ulteriore dolore gli fosse fatale... Capisci?»

Gli presi le mani nelle mie: erano assai callose e ruvide, ma le trovai comunque dolci e bisognose di conforto.

«Sì, ma tu capisci me», gli dissi con lo sguardo abbassato, faticando a guardarlo negli occhi, «non puoi lasciare correre tanta violenza... è sbagliato!»

«Non mi crederebbe nessuno, Tracy!» Drake quasi si arrabbiò, si alzò in piedi sciogliendo l'intreccio delle nostre dita e tirando un calcio contro un vecchio materassino blu bucato all'angolo destro in basso. «Se io parlassi, non solo loro se la prenderebbero di più con me perché ho fatto la spia, ma troverebbero il modo di incolpare me di tutto!»

«Incolparti?» chiesi allibita. «E come potresti essere ritenuto responsabile di ferite che non sono a portata delle tue mani? Sulla schiena non potresti mai raggiungere quelle zone e da come sono posizionati i tagli...» mi fermai, un rigurgito acido mi salì in gola facendomi portare d'istinto la mano sulla bocca.

«Ti senti bene?» mi domandò Drake, mi sentii i suoi occhi preoccupati addosso. «Mi dispiace che io ti abbia dovuto chiedere tanto, è solo che... Se avessi potuto, lo avrei fatto da solo!»

«No,» lo tranquillizzai, «sono abituata, purtroppo, alla vista del sangue: una volta mio padre si era addormentato in cucina con un coltello in mano... Non ti dico. È solo che...»

Riportare alla mente quella serata fu un'altra frustata dolorosa che non avevo voglia di ricevere: ricordai di essere entrata in cucina, come se niente fosse, e di aver visto una larga pozza rossa a terra che in principio non avevo compreso essere sangue; avevo fatto un altro paio di passi in avanti e non ci avevo più capito niente: sapevo solo che dovevo bloccare l'emorragia al più presto se non avessi voluto perdere per sempre mio padre.

«Tracy!» mi richiamò Drake riportandomi alla realtà e cancellando dalla mia mente le immagini di ricordi passati, ricordi così dolorosi che faticavo ancora ad accettare come realtà.

Tentai di riportare il respiro alla normalità, ma sentivo il mio battito cardiaco accelerato pulsare persino sulla punta delle mie orecchie.

«Guardami!» mi disse lui, con le sue mani salde poggiate sulle mie braccia. «Guardami negli occhi, ehi!» lo guardai, con gli occhi lucidi. «Andiamocene da questa scuola. Facciamo un giro! C'è un posto a cui sono molto affezionato, ho tanta voglia di condividerlo con te», mi propose infine.

Drake mi afferrò per la mano e mi costrinse ad alzarmi per seguirlo, feci appena in tempo a prendere il giubbotto che mi ero tolta e che avevo appoggiato sulla panca accanto a me.

«Dove stiamo andando?» gli domandai una volta fuori dall'istituto, usciti dalla porta sul retro accanto alla palestra.

La neve all'esterno dell'istituto era stata accumulata tutta in angoli strategici. Uno spazzaneve passò lungo la strada, lì davanti, proprio in quell'istante. Dall'aula di musica si udivano gli studenti cantare e suonare motivetti allegri.

«Vedrai!» affermò Drake su di giri, guidandomi imperterrito verso l'ignoto. «Tieni il passo, Tracy! Fidati di me!»

Avrei amato solo teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora