[otto]

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Heater aspettava Ian seduta sul marciapiede davanti casa sua.

Dei leggins neri le fasciavano le sue gambe fin troppo magre, una delle sue enormi felpe, anch'essa nera, nascondeva invece la parte superiore del corpo.

I capelli biondi che le arrivavano alle spalle svolazzavano a causa del vento, che, infrangendosi contro il suo corpo minuto, le provocava brividi.

Un auto si fermò proprio di fronte alla ragazza ed Ian scese osservandola guardare il cielo.

-Cosa fai?- le chiese sorridendole.

-Nulla andiamo- rispose pensierosa la ragazza alzandosi.

Nell'auto regnava il silenzio, non era uno di quei silenzi imbarazzanti, era uno di quelli che ti fanno sentire a tuo agio, perchè i due parlavano anche attraverso i loro silenzi.

-Siamo arrivati- annunciò Ian spegnendo l'auto.

-Ian perchè dobbiamo stare in stazione?- chiese la ragazza.

-Perchè questa stazione non è più usata e questo vuol dire che possiamo accomodarci su una panchina e guardare le stelle- rispose tendendole la mano.

Heater gli passò accanto senza badare al ragazzo ed Ian, preso alla sprovvista, ritirò la mano.

Entrarono nella stazione ormai deserta e camminarono fino alla panchina più lontana.

-Allora- fu Ian a parlare, ma lo sguardo di Heater era fisso sulle stelle.

-Perchè ti piace così tanto guardare le stelle?- chiese il ragazzo.

-E a te perchè piace?- rispose la ragazza osservandolo.

-Non te l'hanno mai detto che non si risponde con una domanda ad una domanda ragazzina?- chiese il ragazzo, sorpreso dal repentino cambiamento di Heater.

-Si, ma è quello che hai appena fatto anche tu- si strinse nella sua felpa osservando con la coda dell'occhio il ragazzo accanto a lei.

Il ragazzo scosse la testa divertito.

-Vuol dire che non lo sapremo mai- rispose Ian.

-Mi fa sentire meno vuota- abbassò lo sguardo osservando poi un punto indefinito di fronte a lei.

-Cosa?- chiese il ragazzo.

-Vedere un cielo così ricco, così pieno di stelle, fa sparire almeno per un secondo quel senso di vuoto che mi perseguita- Heater osservava il ragazzo, con quegli occhi color ghiaccio, tanto freddi con cui nessuno riusciva a reggere il confronto.

Ian rimase totalmente spiazzato dalla risposta della ragazza, più la conosceva e più voleva conoscerla, quei suoi occhi poi, nascondevano un dolore troppo grande per essere portato da una ragazza tanto fragile.

-Perchè ti senti vuota?- le chiese continuando a reggere il suo sguardo.

-Mi mette in soggezione con il tuo sguardo- rispose semplicemente la ragazza.

-Che ha il mio sguardo?- adesso Ian, se possibile, era ancora più confuso.

-Hai gli occhi talmente scuri, talmente profondi, potrebbero nascondere un mondo ma nessuno riuscirebbe a vederlo, il tuo sguardo non fa trapelare emozioni- scrollò le spalle come se quella fosse la cosa più normale del mondo.

Ian non rispose, si limitò ad annuire e accendere l'ennesima sigaretta. Il fuoco spezzò il buio che li circondava e un senso di fastidio inondò il ragazzo.

-Sai ragazzina, dovresti smetterla di fingerti tanto forte- fu di nuovo lui a rompere il silenzio.

Heater si sentiva colpita, non aveva mai riflettuto sul fatto che il suo dimostrarsi forte poteva in realtà essere solo apparenza.

-Ma tu che vuoi?- scattò la ragazza alzandosi in piedi.

-Non puoi spuntare fuori dal nulla, mentirmi, pretendere di conoscermi e analizzarmi per buttare giù tutte le poche convinzioni che ho su me stessa. Tu non risposi mai alle mie domande, tu e il tuo dannato muro non mi permettete di conoscerti e allora spiegami, perchè io dovrei farmi conoscere da te? Sai cosa, dovresti soltanto starmi lontano e ritornare dalla tua fidanzata, mi hai capito?- quasi urlava.

Heater era confusa, quella sera, davanti agli occhi del ragazzo, si sentiva vulnerabile.
Heater odiava sentirsi vulnerabile, e per questo, l'affermazione di Ian l'aveva innervosita.

-Lo vorrei tanto Heater, ma non ci riesco, c'è qualcosa in te che non mi permette di allontanarti. E proprio tu parli a me di muri? Ma smettila nemmeno tu conosci te stessa- rispose a sua volta Ian alzandosi, troneggiando su di lei.

Quel ragazzo quando la guardava riusciva a far vacillare tutte le convinzioni della ragazza.

-Basta Ian, ma di che parliamo? Io non ho niente che possa attirare uno come te, meglio finirla qui- si girò cominciando a camminare.

Heater credeva davvero in quello che diceva, un ragazzo come lui, bello e desiderato non poteva interessarsi ad una ragazza come lei.

-Finire cosa? Non c'è mai stato niente- concluse Ian tornando alla sua auto.

'Non mi lascerà mai qui' pensò Heater, invece Ian accesa la sua auto e senza degnarla di uno sguardo sparì dalla visuale della ragazza lasciandola in quel posto desolato. Quel posto che tanto le ricordava come lei stessa si sentiva: desolata.

Erano poche le volte in cui Heater riusciva a provare qualcosa, e quelle poche volte era grazie al ragazzo che quella sera l'aveva mollata lì senza pensarci due volte.

Ian si pentì subito di ciò che aveva detto e di ciò che aveva fatto, ma era troppo orgoglioso per tornare indietro e troppo orgoglioso per ammettere quanto fosse impulsivo. Doveva dimenticarsi di quella ragazza dagli occhi tanto vuoti e doveva andare avanti con la sua vita.

Erano troppe le cose che lui non sapeva di Heater e le cose che lei non era intenzionata a fargli sapere.

Spazio autrice:
Litigi all'orizzonte! Ouch.
Cosa succederà adesso tra i due?
E cosa nasconde Heater?
ps: tranquilli farà tornare sana e salva Heater a casa.
Come sempre, in attesa del prossimo capitolo, votate e commentate (se vi va poi seguitemi)
Un bacio xx💕

[Un cuore nero pece]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora