Episodio 1

118 25 23
                                    

«Toglimi le mani di dosso!» All'improvviso la ragazza che stava seguendo da qualche isolato, passando su per i tetti per non essere notata, urlò. 

«Ho detto di non toccarmi. Che cosa volete?» «Non fare la scontrosa, vogliamo solo conoscerti, tutto qui.» 

Dal tetto riuscì a vedere la scena che si stava consumando nel vicolo proprio sotto di lei. Due tizi di mezza età, talmente ubriachi da reggersi a malapena in piedi, ma abbastanza lucidi da avere voglia di essere molesti, stavano strattonando la ragazza fino ad obbligarla spalle al muro. "Non mi intrometterò mai e poi mai", pensò restando sul tetto.
L'aggressore cominciò a sventolare davanti il viso della ragazza bloccata al muro un coltello e lei spaventata smise di dimenarsi. Si pensò spacciata perciò rivolse il viso verso un lato e strinse gli occhi aspettando di sentire il dolore del colpo che l'aggressore si era preparato ad infliggerle. 

Aspettò, ma niente. Dopo pochi secondi, udì due tonfi uno in seguito all'altro e si convinse ad aprire gli occhi. I due tizi giacevano sull'asfalto incoscienti ai piedi di un misterioso salvatore, apparso dal nulla. Non riuscì a vederlo in faccia in quanto l'unica luminaria era posta a venti metri più in giù.

 «Non ti ha detto nessuno di non passeggiare nei vicoli, da sola e per giunta di notte?» fu la prima osservazione che il soccorritore con tono seccato rivolse alla ragazza, la quale rintuzzò risentita: «Guarda che sono abbastanza grande da potermela cavare da sola».

Il soccorritore ignorò del tutto la risposta della ragazza e senza preavviso la prese in braccio e la portò con un solo balzo nei pressi della luminaria. La fece accucciare e la coprì interamente con il suo corpo: «Resta giù e non muoverti» le disse, e un attimo dopo si udirono prima uno e poi altri due colpi acuti. 

Uno dei due malintenzionati si era ripreso e aveva estratto la sua pistola e iniziato a sparare verso di loro. Il quarto colpo andò a segno colpendo il soccorritore che faceva da scudo alla ragazza. La ragazza, che accovacciata si aggrappava dopo ogni sparo sempre di più ai bordi del cappotto del suo soccorritore, sollevò la testa quando l'ultimo colpo gli centrò in pieno la schiena , in quanto dal dolore emise un urlo simile ad un ringhio.

Grazie alla luminaria questa volta più vicina constatò di aver commesso due errori di giudizio, il primo: il suo soccorritore in verità era una soccorritrice; ed il secondo: il suo volto aveva dei tratti tutt'altro che umani.
Le gote si riempirono di tagli lunghi e profondi, gli occhi cambiarono il colore in un giallo brillante e dalla bocca fuoriuscirono gli apici di denti affilati come spuntoni. Data la circostanza di salvataggio la ragazza tentò di trattenere lo sgomento ma non poté fare a meno di fissarla. Scrutava attonita ogni piega di quel viso mostruoso passando per una palette di emozioni comprese tra il terrore puro e la curiosità più folle. 

I suoi pensieri vennero presto interrotti quando la soccorritrice le disse: «Tu aspetta qui!» 

Si allontanò lasciandola ancora in ginocchio e andò lentamente incontro all'uomo armato che imperterrito scaricò l'intero caricatore contro il mostro che vedeva andargli incontro. I colpi la rallentarono ma non furono capaci di fermarla. 

«Perché non muori?» strillò incredulo il tizio. Ma invece di una risposta lei gli si avventò addosso. Si udirono ringhi rabbiosi e urla strazianti per pochi secondi e poi il silenzio. I due uomini, prima strisciando e poi a carponi si affrettarono a tirarsi in piedi e scappare via e quando furono abbastanza lontani la soccorritrice mostruosa cadde a terra.
«Ma che diavolo è successo?» gridò la ragazza ormai sicura di essere in salvo, sollevandosi solo in quel momento. In preda alla paura ma spinta dall'adrenalina si avvicinò al corpo del mostro che giaceva privo di sensi: «Oddio fa che sia viva. Ma che dico, fa che sia morta» sussurrò, mentre avvicinò la mano tremante per scostarle i capelli dal viso. 

The NocturnalWhere stories live. Discover now