Episodio 11

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Nat non riusciva a prendere sonno. Dalla sera in cui era quasi morta e Blake le aveva dato il suo sangue pur di salvarle la vita era passato quasi un mese. Dave dormiva nel suo letto, solo una parte del suo corpo nudo era ricoperto dal lenzuolo. Col tempo, Nat aveva manifestato tutti i sintomi descritti da Blake: un bisogno impellente di vederla, di sentire il suo odore, di toccare la sua pelle. A volte, il desiderio era così intenso che pensare a Blake era per lei una tortura incessante, mentre in altri momenti, Nat si sentiva sopraffatta, quasi posseduta, come se nel suo corpo convivessero entrambe. Blake cercava di aiutarla, come aveva sempre fatto. 

Avevano entrambe imparato come gestire la nuova situazione, per esempio avevano capito che potevano stare insieme ma con moderazione. Infatti, non appena Blake metteva piede nell'appartamento, senza nemmeno vedersi, i desideri di Nat si placavano. Tuttavia, incontrarsi per due notti di fila aveva l'effetto contrario su di lei. Pertanto, dopo un lungo contrattare, avevano deciso di comune accordo che si sarebbero viste tre volte a settimana.

Ovviamente, non tutti i giorni erano uguali. Fortunatamente per Nat, quando il desiderio di avere Blake arrivava con meno irruenza del solito, riusciva a tenerlo a bada passando la notte con..Dave, è quella era proprio una di quelle notti. Ma una volta accontentato, il desiderio si assopiva mentre Nat restava sveglia come fosse in pieno giorno.

E così Nat trascorse l'ultimo mese, tra il lavoro e quella voglia implacabile di Blake che ogni tanto eludeva usando Dave.

Una notte però, Blake se ne stava sdraiata sul pavimento di casa sua, guardando le travi ormai screpolate dal tempo. Era già stata da Nat due volte quella settimana, e stava solo aspettando l'arrivo del terzo giorno concordato. A differenza di Nat, nell'ultimo mese Blake non aveva avuto voglia della sua confortante, solita routine. Non era uscita per le sue ronde notturne, né era passata dal suo amico macellaio. Le ultime settimane erano di fatto state scandite da soli due rintocchi: andare a trovare Nat, non andare a trovare Nat.

In quella notte, sorta da poco e che Blake aveva intenzione di trascorre a fissare quelle vecchie travi, di colpo sobbalzò.

Non aveva mai percepito il battito del cuore di Nat così accelerato prima d'ora; credeva fosse un altro effetto del suo sangue, tuttavia, era essenziale che il suo cuore rallentasse al più presto o avrebbe rischiato il collasso. Di conseguenza, benché non fosse il giorno stabilito per la sua visita, senza indugiare oltre si precipitò fuori.

Giunta da Nat, varcò le porte-finestre. L'appartamento buio era illuminato dalle sole candele, posizionate per terra a creare un cerchio, in mezzo al quale era posta una sedia. Blake vi si accomodò, assecondando, senza indugio, quello che Nat aveva in mente per lei. 

Non riuscì a vederla subito ma poteva udire l'irrequieto battito del suo cuore e sentire l'odore del suo corpo, ma fu solo quando si rese conto dell'eccitazione con cui Nat era pronta ad accoglierla che si sentì pervadere da una scossa elettrica. Blake continuò ad assecondarla anche quando, finalmente, Nat le si presentò con indosso una veste di raso nera, corta abbastanza da rendere evidente che quella era l'unica cosa che aveva deciso di indossare per l'occasione. Non si oppose a lei anche quando, con le mani, Nat le serrò le gambe per potercisi sistemare sopra, e nel farlo non distolse mai lo sguardo dagli occhi di Blake.

La voglia di Nat si fece più intensa, tanto da passare attraverso i pantaloni di pelle di Blake e toccarle le cosce, e aumentò ancora di più non appena la Notturna le mise le mani attorno i fianchi per poter essere lei a condurre i movimenti dei loro corpi.

Razionalmente, Blake era consapevole di non dover approfittare della situazione e non era neanche certa di quanto la donna, che sensuale si muoveva sopra di lei,  fosse conscia delle sue azioni. Ma Blake si sentiva ipnotizzata e al tempo stesso guidata dal ritmo dei respiri di Nat, sempre più profondi, sempre più frequenti.

Nat avvicinò la bocca al suo orecchio, poi scese verso il collo e a quel punto anche Blake iniziò a respirare più freneticamente. Il tocco delle labbra di Nat lasciava sulla pelle di Blake una scia di brividi.

Quando Nat si insinuò delicatamente con le mani sotto la sua maglia a rete, Blake cercò di pronunciare il suo nome, ma la voce si bloccò in gola. Ci riprovò, sforzandosi tra un respiro e l'altro: «Nat», e poi ancora, cercando questa volta di non sussurrare: «Nat, non dovremmo. Non sei in te.»

E Nat con la voce eccitata le disse: «Decisamente non sono in me, decisamente non dovremmo», mentre continuava a baciarle il collo e ad accarezzarla sotto la maglietta a rete.

Blake si sentiva completamente trasportata dal desiderio che urlava da ogni centimetro del corpo di Nat, anch'esso coperto di brividi.

Prima di compiere ogni movimento, Nat si sistemava i capelli lunghi e lisci da un lato all'altro, seguendo la direzione verso cui orientava la bocca sul corpo di Blake.

Per un breve istante, si fermarono a fissarsi intensamente negli occhi, quasi a voler catturare nella memoria ogni singolo momento. Erano entrambe consapevoli che i loro corpi si erano desiderati da tempo e ora, finalmente, si stavano concedendo l'uno all'altro.

Occhi negli occhi, Blake posò entrambe le mani sulla veste di raso di Nat, risalendo con delicatezza lungo la sua schiena fino a raggiungere la nuca. Intrecciò le dita tra i capelli di lei e la attirò a sé, avvicinando le loro bocche gradualmente, poco a poco, sempre di più. Quando furono così vicine, tanto da percepire l'una il respiro dell'altro, si udì un click.

Per Nat, fu come rinvenire; si ritrovò a cavalcioni su Blake e si alzò di scatto.

«Ma che ho addosso? Oh mio Dio, Blake. Noi stavamo per..»

L'atmosfera di incoscienza svanì quando Blake le mise un medaglione intorno al collo.

«Mi dispiace, Blake, non sono riuscita a controllarmi. Ricordo solo che, quando mi sono svegliata stanotte, ero accecata dal desiderio e non sono riuscita a contenermi.»

«Va tutto bene, Nat,» intervenne Blake, accingendosi ad accendere le luci dell'appartamento. «Il ciondolo sta funzionando. Finché lo indosserai, il mio sangue non dovrebbe più darti problemi.»

Nat sfiorò l'oggetto con le dita, cercando di comprenderne la sostanza, e Blake le mostrò il petto: «È parte del medaglione che porto sotto la pelle. È un amuleto creato con le lacrime di Azael.»

Blake, notando l'incertezza sul volto di Nat, approfondì leggermente la sua spiegazione: «Oltre un secolo fa, commisi un'atrocità terribile. Presi con l'inganno la vita di un'innocente. Quando Azael ne venne a conoscenza, discese sulla terra e, di fronte al mio atto, pianse. Con le sue lacrime creò questo amuleto e lo conficcò nel mio petto. L'amuleto non solo riduce notevolmente le mie capacità, ma da quando è diventato parte di me, ho iniziato a detestare me stessa e tutte le azioni che avevo compiuto fino a quel momento.»

«Azael ha sigillato l'amuleto all'interno del mio corpo, impedendo a chiunque di rimuoverlo. Solo l'amuleto stesso può decidere di distaccarsi da me, se ritiene che le intenzioni siano pure. In questa occasione, ha riconosciuto il mio scopo e mi ha consentito di prenderne un frammento. Se è stato efficace su di me per così tanto tempo, valeva la pena fare un tentativo per te.»

«Hai fatto questo per liberarmi?» Nat apparve grata per quell'ennesimo gesto di Blake, ma un senso di imbarazzo persisteva: «Il sapere che da oggi resterò in me, non mi fa sentire meglio per quello che ho fatto poco fa».

Blake si risedette, incrociò le gambe e, fissandola con uno sguardo intenso, le disse maliziosamente: «Se avessi avuto la certezza che ciò che stavi facendo fosse davvero ciò che desideravi, non puoi immaginare ciò che avrei fatto io a te.»

Blake si alzò e si posizionò con il suo solito fare sicuro davanti a una Nat arrossita: «Ti preparo qualcosa da mangiare. Nel frattempo, non c'è bisogno che ti rivesta.»

Nat si imbarazzò ulteriormente per la provocatoria e seria esclamazione di Blake, ma dirottò subito il suo pensiero altrove: «Da quando cucini?» chiese incredula a Blake, che rispose: «Ho frequentato per un periodo una chef molto capace e, nei momenti liberi, le piaceva insegnarmi a cucinare. C'è un motivo se non volevo che lo sapessi», e Nat, sopraffatta dall'emozione, la interruppe: «Potrai cucinare per me un piatto diverso ogni giorno.»

«Ecco perché», mormorò Blake scuotendo la testa, alzando gli occhi al cielo ed accennando un un mezzo sorriso, mentre iniziava a muoversi tra i fornelli.

The NocturnalWhere stories live. Discover now