Episodio 4

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Come nei peggiori déjà vu, i battiti alla porta interruppero presto il silenzio. Al suono, Nat aprì gli occhi di scatto e fissò Blake, quasi a implorarla di non approfittare dell'occasione per fuggire, come l'ultima volta. Uscì dall'appartamento e si appoggiò alla porta semiaperta per parlare con Leroy, che, infuriato per aver perso il concerto, la incolpava per il fallimento della serata. Con un tono forse troppo esasperato, le raccontò di essere riuscito ad ascoltare solo i primi due brani della band; non vedendola tornare e temendo per il suo benessere, aveva deciso di farsi strada, coraggioso, tra la folla densa e rumorosa. Dopo averla cercata nei luoghi che solitamente frequentavano, aveva tentato infine di trovarla a casa, ed eccolo lì, pronto a rimproverarla. Ma c'era qualcosa di più a turbare Leroy, qualcosa che poteva giustificare la sua grande irritazione. Era evidente che il concerto mancato e il contatto con le braccia sudate della folla avessero avuto un impatto, ma ciò non bastava a giustificare il disagio evidente sul volto di Leroy. Nat, che lo conosceva profondamente, capiva che c'era qualcosa di più dietro al suo rimprovero, ma non aveva tempo da perdere e desiderava rientrare subito. Si scusò, tentando di apparire sincera e non frettolosa, benché lo fosse, ma Leroy non era disposto a cedere e proseguì nel suo sfogo. Le rivelò che il suo desiderio di vederla quella sera derivava dall'urgenza di comunicarle qualcosa di molto importante per lui e che, per questo, aveva pianificato ogni dettaglio della serata con cura: avrebbero assistito al concerto, cenato in quel ristorante etnico che tanto piaceva a lei e che a lui causava indigestione, e poi avrebbero camminato con un gelato fino al porto, dove la luna piena avrebbe illuminato l'oceano.

Nat si scusò nuovamente con Leroy, nonostante avesse ascoltato troppo superficialmente le sue parole altrimenti non gli avrebbe giurato di aver capito che anche per lei quella serata da trascorrere insieme aveva eguale importanza. Ma avrebbe detto qualsiasi cosa per calmarlo e poter rientrare, tanto che Leroy alla fine decise di tornare nel suo appartamento dopo aver ottenuto da Nat la promessa di un nuovo incontro il giorno seguente.

Chiuse la porta spingendo con il palmo della mano e vi appoggiò la fronte, esitando, per non dover affrontare la realtà di trovarsi completamente sola.

«Sei nei guai ragazzina. Mi auguro per te che sia innamorata di quel ragazzo, oppure hai seri problemi di attenzione.»

Nat sollevò lo sguardo dalla porta e un sorriso spontaneo le sfiorò le labbra al suono della voce di Blake. Tuttavia, prima di girarsi, cercò di comporsi e di soffocare la felicità che le stava montando dentro, non volendo che Blake se ne accorgesse, poiché non era ancora pronta ad ammettere che quel demone con le vesti di ragazza le scatenasse un tumulto di emozioni.

«Innamorata di Leroy, io? Ci conosciamo da quando lui portava gli occhiali con la catenella e io avevo l'apparecchio. È come il fratellino che non ho mai avuto», rispose Nat con convinzione.

«Allora come ho detto sei nei guai ragazzina», sorridendo e soddisfatta, concluse Blake.

«Potresti non essere innamorata, ma quel ragazzo lo è sicuramente di te. Non appena hai aperto la porta, i suoi battiti cardiaci si sono accelerati, il respiro è diventato affannoso e ha iniziato a sudare. Non era necessario usare le mie capacità per capirlo; il suo comportamento parlava chiaro, lasciando poco spazio a dubbi.»

L'espressione di Nat rivelò quanto fosse lontana dal comprendere le intenzioni di Leroy, così Blake con pazienza si spiegò meglio: «Quel ristorante che a te piace e a lui no, la passeggiata al chiaro di luna. Su, Nat, il ragazzo stasera si voleva dichiarare. E tu, nel tuo goffo tentativo di liberarti di lui velocemente, gli hai praticamente confessato di ricambiare i suoi sentimenti.»

Blake si divertiva visibilmente per l'equivoco, mentre Nat, arrossendo, sembrava non dispiacere dell'accaduto, lasciando trasparire un lieve segno di compiacimento. Poi, si rivolse nuovamente a Blake con concentrazione, spinta dalla curiosità di sapere: «Sei un demone e il tuo sangue demoniaco, in un modo che mi è totalmente estraneo, si è unito al mio. Significa che diventerò anch'io un demone?»

«Se ti preoccupi per il tuo bel faccino, non ci saranno cambiamenti. Il rituale di genesi è intricato e rischioso, ma non ti trasformerebbe in una Notturna. Se un demone trasforma un umano ancora in vita, quest'ultimo diviene un demone specchio. Le nostre gerarchie sono vaste e complicate; non devi conoscere ogni dettaglio, l'essenziale è che non ci saranno effetti collaterali oltre a quelli già in atto.»

Blake andò verso la cucina e aprì l'armadietto in alto per prendere un bicchiere. Poi aprì il frigorifero e lo riempì con dell'acqua fresca: «L'effetto collaterale più irritante per entrambi è che posso percepire esattamente ciò che provi, in ogni momento» disse. «La tua ansia sta crescendo. Le nostre conversazioni ti rendono nervosa, il che è normale. Forse dovremmo discuterne quando sarai un po' più riposata.»

Blake le porse il bicchiere appena riempito e la guidò a sedersi sul bracciolo del divano. Poi, inginocchiandosi, la rassicurò: «So di non avere tutte le risposte che cerchi, per ora. Questa cosa, tra te e me, non mi è mai capitata in tutti questi anni di esistenza, che ti assicuro non sono pochi. Non posso prevedere cosa accadrà a causa di questo legame, se svilupperemo una sorta di dipendenza o se le nostre vite rimarranno invariate. Ma posso garantirti una cosa con certezza: non ti succederà nulla di male. Fidati di me.»

Blake comprese che le sue parole stavano calmando Nat. Sentiva le emozioni di Nat attenuarsi, il suo cuore stabilizzarsi su un ritmo più regolare e, infine, Nat si ristabilì completamente: «Oltre al sangue, che ho notato ti piace molto, la tua dieta include anche cibi che noi comuni mortali definiamo comfort food? Perché in questo momento ho un disperato bisogno di comfort food.»

Blake si lasciò sfuggire una risata contenuta, abbassando per un istante quel muro di irreprensibilità e imperturbabilità che erigeva sempre tra sé e gli altri, e Nat colse l'occasione: «Lo interpreto come un sì. E lo considero un sì anche per i pancake».

Le due passarono il resto della notte a ridere senza motivo, chiacchierando di tutto e di niente, gustando pancake e lanciandosi sguardi furtivi. Infine, mentre Blake stava per andare via, Nat le fece una proposta: «Hai detto che il sole ti rende vulnerabile e che non ti piace questa sensazione. Il sole sta per sorgere, puoi rimanere qui, se lo desideri.»

Blake, senza dover sfruttare il nuovo legame con Nat, riuscì a percepire in quell'invito tutta la premura e la dolcezza che lei poteva offrirle. Blake non pronunciò parola. La fissò negli occhi nocciola e inaspettatamente, la salutò con una carezza sulla guancia prima di svanire nel nulla. Naturalmente attraverso il balcone.

The NocturnalWhere stories live. Discover now