Episodio 9

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Blake afferrò il lembo di stoffa tra le mani e prese un respiro profondo: «Era la tua prima notte in ospedale e, quando il mio aiuto non fu più necessario per le strade, venni a trovarti. Non lo sai perché, al mio arrivo, eri già addormentata. Nel trambusto di quel giorno non riuscì a fermarmi un attimo, fino a quel momento quando, vedendoti davanti a me, ebbi finalmente la conferma di averti salvato. 

Durante l'intera giornata, il mio unico obiettivo fu quello di salvare quante più vite possibile. Nonostante il massimo impegno, dovetti accettare la dura realtà che non avrei potuto salvare tutti. Tuttavia, non smisi di tentare, e sai a cosa riuscivo a pensare negli attimi prima di entrare in un altro di quegli edifici che da lì a poco sarebbero crollati? Pensavo solamente a te. Ogni volta, proprio prima di mettere volontariamente la mia vita al servizio degli altri, non potevo fare a meno di chiedermi: "Chissà se sono riuscita a salvare la prima ragazza che ho aiutato stamattina". In più di un secolo di vita, mai un essere umano aveva riempito così tanto i miei pensieri, a meno che non fosse stato il mio cibo. Poi, finalmente, una volta arrivata nella tua stanza, mi persi nel guardarti dormire. Il ritmo leggero del tuo respiro e il battito costante del tuo cuore erano richiami irresistibili tanto da non riuscire a lasciarti. L'intensità di quelle che stavo provando mi spaventò. Ancor più terrificante era l'idea che, una volta sveglia, avresti provato a cercare la donna che ti aveva salvato; e sapevo che, se ci fossi riuscita, io poi non avrei potuto mandarti via. Così, presi una decisione. Decisi di cancellare i ricordi di quel giorno con un rituale di sangue, solitamente irreversibile. Ma credo che, dopo che il nostro sangue si è unito, il rituale abbia perso il suo effetto.»

«Quanto mi dispiace Blake. I tuoi poteri non hanno più alcun effetto su di me. Davvero, è questo quello che ti preoccupa? Non ci posso credere, tu fai sempre così. Prendi decisioni che sai bene influenzeranno entrambe senza mai consultarmi, e il peggio è che non te ne rendi conto. Esisto anche io, Blake. Anche quello che penso e provo io, conta. Tu sei il demone ultracentenario forzuta e con i poteri e io la povera umana bisognosa del tuo aiuto costante. Ti do una notizia: non è così!

So di avere un carattere costretto a convivere con un'ansia che mi fa dire e fare cose di cui sicuramente con il tempo mi pentirò. Tuttavia, sono anche coraggiosa e premurosa, e sicuramente capace di decidere autonomamente ciò che desidero per me stessa. Come hai potuto rubarmi un ricordo? Cosa sono per te, forse un giocattolo umano da usare a tuo piacimento?

Sai cosa mi distrugge più di qualsiasi altra cosa, pensare che stavamo costruendo qualcosa insieme e invece per tutto questo tempo non hai fatto altro che mentirmi. Avrai avuto migliaia di occasioni per raccontarmi tutto ed invece hai deciso che mentire sarebbe stato più facile che costruire una relazione vera con me. Non potrà mai funzionare tra noi se continui a escludermi, se non ammetti a te stessa che puoi fidarti di me.»

Nat si fermò un attimo, aveva avuto una improvvisa intuizione che la portò a sfidare nuovamente Blake: «Non può essere stata una coincidenza quella sera nel vicolo. Come potevi essere lì per caso proprio quando avevo bisogno di te?»

Blake non provò nemmeno a mentire, questa volta: «Ti tengo d'occhio dal giorno in cui sei uscita dall'ospedale. Dal primo momento che ti ho stretta tra le mie braccia, ho capito che non potevo lasciarti andare. Perciò, da allora, ogni tanto, se facevi tardi la notte o uscivi con nuove persone, mi assicuravo che tornassi incolume a casa, vegliando su di te dai tetti. Mi ero promessa di non interferire mai con la tua vita, ma quando sei stata aggredita e ho sentito il tuo cuore impaurito, non sono riuscita a mantenere la promessa che avevo fatto a me stessa e sono intervenuta.

Hai ragione, Nat. Prendo decisioni senza coinvolgerti, ma non per i motivi che pensi. Non ho mai creduto che tu non fossi all'altezza; piuttosto, sono io a non essere giusta per te. I demoni non possono rivelare apertamente la loro esistenza agli umani. Agiamo nell'ombra, ed è essenziale che per gli umani la nostra esistenza venga persino negata. Non sono stata creata per proteggervi, e di certo non per provare sentimenti per una giovane ragazza che ho incontrato durante un terremoto, nella giornata più calda di sempre.» 

Blake sorrise nel ricordo del loro primo incontro, ma il suo sorriso si spense subito: «Per questi motivi ti ho fatto dimenticare tutto e così facendo pensavo di aver risolto i miei problemi. Ma poi ho commesso un errore più grande.»

Blake si interruppe.

Abbassò lo sguardo, cercando di raccogliere il coraggio che le serviva a dire qualcosa che avrebbe ferito Nat e che avrebbe devastato lei. Blake sapeva che doveva farlo poiché tutta la notte, mentre soccorreva degli sconosciuti, non aveva potuto fare a meno di pensare al futuro di Nat. Non era riuscita a scacciare dalla mente la confessione di lei sul desiderio di una vita normale da vivere a fianco di un normale Dave.

Blake, per il bene di Nat e scegliendo ancora una volta per entrambe, decise di sfruttare l'occasione per allontanarla definitivamente, offrendole la chance di vivere una vita senza demoni. Assunse quindi un'espressione seria e forzata e divenne crudele: «Lo sbaglio più grande per me è stato permettere che ci fosse un noi. Io che ogni notte torno da te e tu che mi aspetti sul tuo balcone. Tutto questo deve finire e finirà oggi.»

Nat, confusa e turbata dalle parole appena dette da Blake, replicò subito: «Ma di cosa stai parlando? Se ti riferisci a quello che ho detto, è solo il nostro primo vero litigio, possiamo risolverlo insieme.»

Blake la incalzò con arroganza: «Tu proprio non capisci, e come potresti? Dopo tutto, sei solo una umana. Esiste una ragione per cui i demoni non si rivelano a voi: per noi siete creature inferiori e indegne. Ho sbagliato a rinnegare la mia vera natura. Mi illudo di essere qualcosa di più, ma in realtà sono e sarò sempre un demone. Veniamo creati al solo scopo di tormentare gli umani, possederli, nutrirci delle loro anime. Non hai idea di chi io sia veramente né di quanto mi abbiano divertito le atrocità che ho commesso. Questa sera è stata la prova che ogni legame tra le nostre specie è destinato al fallimento. Come osi, tu che non sei nulla, rimproverare ME e aspettarti che ti coinvolga nelle MIE scelte? E poi, questa storia del tuo sangue impuro che si mescola al mio, è semplicemente ripugnante. Troverò il modo di spezzare definitivamente questo legame, così tra noi sarà veramente finita.»

Blake scappò via improvvisamente.

Con gli occhi pieni di tristezza, Nat rimase sola con la sensazione che, andandosene, Blake si fosse portata via anche un pezzo di lei. In quel preciso istante Nat, in piedi davanti alle porte aperte del balcone, guardando le tende ancora ondeggianti per il passaggio di Blake, si sentì profondamente sola.

Blake aveva lasciato la vita di Nat con la stessa modalità con cui vi era entrata, senza permesso.

Ancora una volta Blake aveva deciso per entrambe.

Blake, intanto, si trascinava per le strade della città ancora in tumulto per l'esplosione. Nonostante il caos assordante intorno a lei, sentiva solo il rumore dei suoi  pensieri. Uno in particolare le deva conforto per il futuro di Nat ma allo stesso tempo le causava un dolore lacerante.

"Era la cosa giusta da fare".

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