Episodio 5 -Parte 1

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Un paio di notti dopo, Blake tornò a casa di Nat ma, insolitamente, trovò le porte del balcone chiuse. Il dover bussare le fornì quei pochi secondi in più per realizzare di non avere preparato una scusa sufficientemente plausibile per giustificare il motivo della sua visita inaspettata, o quasi.

Poco prima, infatti, dopo che il sole era calato, Blake se ne stava per conto suo durante quello che chiamava "giro di ronda serale" quando tutt'a un tratto fu sopraffatta dalle emozioni di Nat. Tra il groviglio di sentimenti umani, Blake non percepì la consueta agitazione di Nat, ma un'insolita eccitazione. Spinta dalla curiosità di scoprirne la causa, non esitò a interrompere la sua ronda e si diresse precipitosamente verso la casa di Nat.

Ma davanti alle porte, insolitamente chiuse quella sera, con le nocche rivolte verso di esse pronte a bussare, si rese conto che era tornata da Nat senza un vero motivo. Era una consapevolezza così spaventosa che quasi la fece desistere: girò sui tacchi, pronta a scappare, ma poi si fermò, trattenne il respiro e bussò.

Nat aprì le porte e si precipitò all'interno, costringendo Blake a uscire dalla zona di comfort che il balcone rappresentava per lei e a guardare timidamente dentro l'appartamento. La trovò in posa davanti allo specchio, indecisa mentre sventolava due vestiti dal collo in giù.

«Non sapere cosa mettere ti mette così tanta agitazione?» Blake volle essere la prima a prendere in mano la conversazione e poter distrarre Nat cosicché non le avrebbe fatto domande sul perché quella sera avesse deciso di farle visita. Nat, tuttavia, era già abbastanza distratta dalla ricerca affannosa dell'abito perfetto e rispose a Blake senza smettere di guardarsi allo specchio: «Fuochino. Sono in un ansioso ritardo. Tra pochissimo passerà a prendermi Dave e non riesco proprio a decidere quale sia il vestito giusto da indossare.»

Blake in un attimo si sentì fuori luogo. Era chiaro per lei che irrompere nella casa di Nat non era stata una delle sue migliori idee. Non solo aveva ceduto all'istinto della curiosità senza esitazione, un fatto che non si addiceva alla sua natura e personalità, ma si era anche involontariamente trovata a impersonare uno dei pochi personaggi umani che conosceva solo di nome e che non avrebbe mai pensato di dover interpretare.: LA CONFIDENTE pre-appuntamento.

La figura della CONFIDENTE pre-appuntamento era per Blake quell'amica dimenticata da tutti fino a poco prima di un incontro romantico, quella che c'è sempre perché raramente esce, quella che si può chiamare all'ultimo momento sapendo che non ha mai inviti. Alla confidente spetta il ruolo ingrato di ascoltare un'escalation di paranoie che riguardano, in ordine di importanza, il trucco e l'acconciatura, l'abbigliamento e il comportamento assolutamente costruito a tavolino ma funzionale da mantenere per l'intera serata. Blake, volendo evitare la situazione, tentò di salutarla per potersi di seguito precipitare giù dal sesto piano.

Tuttavia, Nat, troppo concentrata su se stessa, non notò la soggezione di Blake e proseguì la conversazione: «E tu, hai dei piani per stasera? Un sabato sera all'insegna del divertimento?» e le fece l'occhiolino.

«Quello che faccio tutte le sere. Pattuglio le strade, scovo demoni e li uccido» disse Blake, che spesso non comprendeva le convenzioni sociali umane, soprattutto su come e quando applicarle, e le fece l'occhiolino pensando di aver capito in che modo usarlo. Tuttavia, quella sera Nat sembrava diversa, quasi disturbata dalla presenza di Blake, e le chiese: «Stai dicendo che ci sono dei demoni in questa città, oltre te?»

«Più di quanti ne immagini, purtroppo. Cercano di non dare nell'occhio, fingono di essere umani come te».

Nat interrompendola finì la sua frase: «E invece sono demoni come te» e si fermò dai preparativi per guardare attraverso lo specchio Blake dritta nei suoi occhi di ambra .

Ma Blake precisò: «Quei demoni si divertono a torturare, possedere e smembrare. Esistono per un unico scopo: impadronirsi delle anime umane con l'inganno.»

Nonostante le precisazioni di Blake, Nat non smise di provocarla: «Quindi se ho capito bene, passi le tue notti a dare la caccia ai tuoi simili».

Blake non aveva smesso di tenere il suo sguardo in quello di Nat la quale si rese conto di averla ferita in qualche modo. Il dispiacere di Blake nasceva dall'essere paragonata agli altri della sua specie con superficialità. Nessuno oltre lei poteva immaginare il dolore che ogni giorno provava nel portare il peso di ciò che per natura era, ma si era illusa che concedere a Nat una sbirciata nella parte sua più intima, quella inedita per tutto il resto del mondo, avrebbe fatto capire a Nat che lei non era affatto il mostro che sembrava.

Così, nonostante la delusione, tentò di spiegare meglio la sua situazione: «Essere un demone è quello che mi permette di fare ciò che faccio, come saltare sei piani senza un graffio, muovermi con velocità, possedere una forza illimitata e un udito che mi fa sentire conversazioni a chilometri di distanza. Ma dentro», proseguì Blake, portando una mano sul petto, «proprio qui, nel profondo del mio essere, non sono come loro. Qualunque orribile pensiero ti sia fatta di me nelle ultime settimane, ti assicuro che non si avvicina, neanche lontanamente, a ciò che provo ogni volta che vedo il mio riflesso nello specchio.

«Mi sono odiata talmente tanto da trascorrere la maggior parte dell'ultimo secolo a maledire me stessa per ogni nuovo giorno su questa terra, ho tentato in innumerevoli modi di porre fine alla mia esistenza ma a nulla sono valsi. Fino a che ho realizzato che, ironia della sorte, ciò che più odio di me è anche ciò che mi rende me l'unica in grado di combattere "i miei simili". Se non posso morire, mi sono detta, allora li ucciderò tutti.»

Incredibilmente, Nat pronunciò parole inaspettate e crudeli: «Mi domando cosa succederà quando ti accorgerai di avere più in comune con i demoni che con gli umani.» Subito dopo, l'irriconoscibile Nat abbassò lo sguardo, che fino a quel momento era rimasto incollato su Blake, sopraffatta dalla vergogna e dall'ingiustizia di quelle parole. In realtà, Nat era consapevole che, anche se in poco tempo, Blake aveva continuamente dimostrato di non meritare di essere trattata come se non ci fosse nulla in lei oltre a quell'aspetto mostruoso che talvolta appariva piegandole il volto.

Nat fece per accennare un gesto di pentimento verso Blake, ma lei la anticipò: «Indossa il vestito blu. Valorizza il nocciola dei tuoi occhi», e poi, dopo una raffica di vento impetuosa causata dalla rapida partenza di Blake, si richiusero le porte del balcone.

The NocturnalWhere stories live. Discover now