Episodio 6

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Nat voleva offrire il proprio letto a Blake per evitare che dovesse dormire sul divano situato di fronte al balcone. Questo avrebbe comportato che, all'alba, Blake sarebbe stata colpita in pieno dalla luce del sole, e questo, come Nat sapeva bene, non l'avrebbe uccisa, ma avrebbe sicuramente provocato a Blake delle reazioni molto poco gradevoli: senso di debolezza, vulnerabilità, poteri ridotti al minimo. In breve, avrebbe sperimentato le stesse sensazioni di un normale essere umano appena svegliato. Il letto di Nat, al contrario, non l'avrebbe esposta a tale disagio. Grazie alla sua posizione in una nicchia di 2 metri quadrati senza finestre, era ideale per il riposo di Blake.

La disputa non accennava a risolversi e le due assonnate decisero di arrendersi alla stanchezza e pertanto si misero d'accordo per una soluzione in grado di accontentare entrambe: Nat avrebbe dormito nel proprio letto e Blake si sarebbe sistemata sul pavimento li accanto.

Quella notte, il sonno di Nat fu rapidamente interrotto da un evento insolito. Sentì un alternarsi di ringhi e guaiti provenienti proprio sotto di sé. Decise di aspettare un momento, ma i lamenti incessanti la convinsero a sporgersi e ad infilare la testa sotto il letto. Ci trovò Blake rannicchiata, con le braccia strette attorno l'addome, che addormentata si contorceva dal dolore causato dalle carni che si stavano ricostruendo attorno le ferite causate dallo scontro con il neonato. Vederla accucciata, così vulnerabile e priva della sua abituale aria da dura, suscitò in Nat un sentimento di tenerezza verso il demone che dormiva sotto il suo letto.

Quando suonò la sveglia della domenica mattina, Nat spalancò gli occhi di colpo e con un balzo si levò rapidamente dal pavimento. Aveva trascorso la notte vicino a Blake, addormentandosi mentre le accarezzava i capelli, sperando che il suo tocco potesse trasmetterle conforto. In uno stato ancora semi-incosciente, Nat avventò alla spasmodica ricerca del suo cellulare e, non appena lo trovò aggrovigliato nelle lenzuola, iniziò a premere freneticamente lo schermo per fermare il suono il più velocemente possibile, per non interrompere il riposo di Blake.

Il sole era ancora alto quando Blake aprì gli occhi. I rumori provenienti dalla cucina la spinsero a rotolare da sotto il letto e ad affacciarsi solo con la testa oltre il muro della camera. Colse Nat che con una mano tentava invano di infilarsi una scarpa e con l'altra a scrivere su un foglio tenendosi in equilibrio con il gomito poggiato sulla penisola della cucina: «Ti stavo lasciando un bigliettino. Puoi restare qui tutto il tempo che desideri, io devo scappare. Sono in ritardo, come sempre» disse Nat dopo aver scorto Blake fare capolino e averla accolta con un sorriso. Blake, ingrugnita perché solitamente a quell'ora della giornata era ancora nel pieno del suo sonno, si sforzò al massimo per trovare le parole di cui aveva bisogno: «Vai da qualche parte? Per caso con Leroy?» 

«Leroy? Sembra proprio che sia diventato una fissazione per te. Forse, in fondo, ti piace un po'.», Nat rispose, divertita, «Leroy è come un fratello per me, te l'ho già detto. Ho un brunch con il ragazzo di ieri sera. Volevo farmi perdonare perché non sono stata una buona compagnia e gli ho chiesto un'altra opportunità. Penso che in fondo gli piaccio.»

Blake, senza aggiungere altro, si ritirò dietro il muro e Nat, che non si era ancora completamente abituata ai modi talvolta bruschi di Blake, decise di ignorare il gesto, si mise la scarpa e uscì. 

Non appena sentì la porta chiudersi, Blake sospirò delusa e si alzò. Si rese subito conto di essere affamata, ma era consapevole che, restando lì, avrebbe dovuto accontentarsi di quello che aveva Nat nel suo frigorifero di Nat: due uova, un barattolo di sottaceti, dello yogurt e del latte. Ma era un desiderio di sangue quello che provava. In quel momento, Blake si trovò davanti a un bivio: poteva tornare al suo rifugio o resistere all'impulso, pur di aspettare il ritorno di Nat.

Il tramonto era ormai vicino e Blake se ne stava seduta sul divano dopo aver ceduto, per necessità, alla compagnia del barattolo di sottaceti quando, tutt'a un tratto, cominciò a percepire finalmente Nat. Riconobbe il battito del cuore di Nat, i cui suoni erano diventati familiari. Tuttavia, quel pomeriggio erano insolitamente forti e rapidi, segno che Nat era preda di un vortice di emozioni. Ma Blake non riuscì a decifrarle e fece ciò che le sembrava più sensato: correre sul balcone. Aveva interpretato erroneamente la situazione e, credendo che ci fosse un pericolo, si era preparata ad intervenire. Per questo motivo, rimase impietrita davanti alla scena che si presentò ai suoi occhi mentre si affacciava dal balcone: lui si avvicina, con le braccia muscolose la stringe a sé e la bacia davanti al portone del palazzo. 

Blake si appoggiò rapidamente contro il muro pur di non essere vista e quando udì i passi di Nat salire l'ultima rampa di scale si ricordò di essere affamata e si convinse in un attimo di non poter aspettare un minuto di più. Quando Nat aprì la porta di casa Blake era già lontana.

The NocturnalWhere stories live. Discover now