Episodio 12- parte 1

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Blake era ritornata alla sua routine abituale, quella di prima dell'incontro con Nat. La notte si alzava, apriva il frigo, beveva un sorso del suo sangue preferito e si preparava per la ronda notturna. Nonostante avesse accettato le condizioni di Nat e le due si fossero lasciate con l'intesa di non escludersi più, si era creato un velo di imbarazzo che aveva, di conseguenza, generato una distanza l'una dall'altra, a causa del momento, seppur breve, di intimità. Non si trattava di una separazione intenzionale né forzata, ma da quella notte, in cui Nat l'aveva accolta tra le luci soffuse delle candele ed una veste che lasciava intravedere più delle sue forme, Blake si sentiva in difetto perché, nonostante avesse il ciondolo, non era riuscita a fermare immediatamente quel gioco di seduzione. Il motivo risiedeva nell'ormai accettata consapevolezza che Blake desiderava avere Nat, anche più di quanto gli effetti del sangue obbligassero Nat a desiderare Blake.

Anche la vita di Nat era tornata quella di prima, la mattina si alzava, andava sul set di una nuova serie che la vedeva come co-protagonista e la sera, sempre più spesso, sceglieva di restare a casa a guardare film romantici già visti, anziché uscire con Dave. La colazione, però, era l'unico cambiamento nella routine di Nat. Ogni mattina preparava pancake, per tenere stretto con sé il ricordo della serata in cui li aveva mangiati con Blake, poco dopo aver scoperto che lei era, in realtà, un demone.

Durante il pattugliamento, nella ricerca di demoni nascosti tra gli umani, Blake sentì la presenza di Nat nelle vicinanze. Decise che era arrivato il momento di rompere il silenzio e la volle raggiungere. Tuttavia, una volta sul posto, impallidì e, presa dalla furia, saltò giù dal tetto, atterrando dieci metri dietro di lei. Si avvicinò alle sue spalle e la trascinò di tutta fretta in un vicolo vicino.

«Perché devi sempre cacciarti nei guai? Devi tornarne a casa immediatamente.» Blake la teneva per un gomito mentre Nat, confusa, cercava un modo per liberarsi dalla presa: «Blake ma che diavolo fai? Dopo giorni di silenzio, riappari e mi tratti in questo modo? Ma che ti prende?»

Leroy, accortosi dell'assenza di Nat, era tornato indietro e, affacciandosi nel vicolo, aveva frainteso l'atteggiamento di Blake, ritenendolo aggressivo, perciò si precipitò: «Non toccarla!», gridò, afferrando Nat per l'altro braccio e tirandola verso di sé: «Ah, Blake, eccoti di nuovo qui per una delle tue solite e brevi apparizioni. Non fai che entrare e uscire dalla vita di Nat. Cosa pretendi da lei? Che rimanga a casa ad aspettare che tu decida di tornare? O forse sei gelosa perché stasera è con me?»

Il monologo interminabile di Leroy, fiero nella sua armatura scintillante da cavaliere, non riuscì a catturare l'attenzione di Blake, che era concentrata su qualcosa oltre il giovane, e qualunque fosse quella cosa, lei reagì emettendo un ringhio appena percettibile. Per Nat vedere Blake così tesa le ricordò il comportamento, visto solo nei documentari, degli animali alfa, i quali, in presenza di una minaccia, entrano fisicamente in uno stato di allerta. Conoscendo bene Blake e sapendo che i suoi sensi si affinavano di fronte a un pericolo concreto, iniziò a preoccuparsi davvero.

Alle spalle di Leroy, ancora intento ad esporre la sua arringa, si avvicinava una giovane attraente con capelli color biondo grano e occhi profondi, di un nero così intenso che, a fissarli troppo, sembrava di potervi cadere dentro. La ragazza, procedendo lentamente sul ritmo dei suoi tacchi, una volta vicina a Leroy, posò una mano sulla sua spalla chiedendogli di calmarsi, e così fece. Nat, libera dalla presa di Leroy, tornò spontaneamente accanto a Blake, turbata dall'espressione combattiva che le si poteva leggere negli occhi.

«Leroy, non essere maleducato e presentami la tua amica», disse Blake con pretesa, mentre Nat le sussurrava: «Che succede, Blake?»

Leroy non se lo fece ripetere e presentò Venice. Entrambi, tra le risate complici, cominciarono a raccontare come si fossero conosciuti per caso fuori da un ristorante, quando la ragazza approcciò con la scusa di avere da lui una sigaretta, arricchendo la storia di aneddoti divertenti. Blake però non rideva, al contrario, li ascoltava restando seria e continuando a mantenere quello sguardo minaccioso, con il quale aveva accolto l'arrivo di Venice. Nat, sentendosi spaventata, iniziò a fare una serie di domande sottovoce a Blake su ciò che la turbava o se fossero in pericolo. Ma, così facendo, catturò l'attenzione della nuova arrivata nel gruppo, che si rivolse direttamente a Blake: «Lei lo sa. Come hai potuto rivelarti a un'umana? Sei un disonore per la nostra specie».

The NocturnalWhere stories live. Discover now