capitolo quarantadue

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ci sediamo tutti e quattro a tavola per cenare.

"è tutto buonissimo" mi complimento con la signora yildiz.

"sei un tesoro" mi sorride lei.

"hai detto che fai le superiori, cosa ti piacerebbe fare dopo?" mi chiede il papà di kenny.
"avendo ancora un anno davanti non ci ho ancora pensato benissimo, penso giornalismo sportivo per finire a lavorare nell'ambito del calcio e riuscire a stare sempre con mio fratello ed i miei amici" rispondo.
"è un attimo piano" mi sorride la madre.

mi spiegano di essere un po' di fretta visto che dovranno ripartire per tornare a casa questa sera stessa.

infatti finita la cena prometto alla signora yildiz di sistemare tutto io, così che loro possano andare in aeroporto con calma.

"è stato un piacere conoscere un'amica così cara di kenan" mi sorride il papà.
"anche per me è stato un vero piacere" dico.
"ci vediamo presto cara, controlla il nostro ragazzo!" esclama la mamma.
"certo signora" dico.

ci salutiamo e loro partono verso l'aeroporto.

inizio a sistemare la tavola.

mentre lavavo i piatti, kenan si posiziona dietro di me e mi cinge la vita con le braccia.

mi bacia il collo dolcemente.

"li sei piaciuta" dice.

"VERAMENTE?!" chiedo voltandomi di scatto verso di lui e, per sbaglio, schizzandoli l'acqua addosso.

"oddio scusa" dico cercando di non ridere.

il turco si bagna leggermente le dita e mi schizza anche lui.

"hei!" esclamo.

"siamo pari adesso" dice.

sbuffo e scuoto il capo.

"ti devo portare a casa" dice.
"di già?" chiedo.

siamo sul divano.

ho la testa apposto sulle sue gambe e lui mi accarezza la testa.

"è tardi, fede sarà preoccupato" dice.

non posso che darli ragione.

mi alzo controvoglia dal divano.

saliamo sulla macchina di kenan.

"sai che devi lasciarmi più lontano, fede potrebbe riconoscere la macchina e poi farmi mille domande" dico quando siamo quasi vicino a casa mia.

"tranquilla, le conosco le regole" dice.

"anche se penso che a fede potremmo dirlo..." dice il turco.

"vuoi diventare donna?" chiedo.

lui alza gli occhi al cielo.

si ferma a qualche metro da casa mia.

osservo il suo profilo.

il pomo d'adamo ben marcato.

il naso dritto.

gli occhi vispi che luccicano nella notte.

"ciao kiki" dico.
"ciao okianus, dormi bene" dice.
"ci vediamo domani allo stadio...mi aspetto un bel gol" dico.
"per te questo ed altro, yazdır" sorride.
"mi piacciono i soprannomi in turco" dico.
"menomale, sarebbe un bel problema se no" dice.

"ora vado, buonanotte" dico lasciandoli un bacio sulla guancia.

lui mi prende la testa tra le mani e mi bacia la fronte.

gli occhi// kenan yildiz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora