III - Brutti presentimenti

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Emanuele Phillers aspettava il nuovo re nel giardino adiacente al castello, al riparo dalla confusione che troneggiava all'interno delle mura. Intento a contemplare i riflessi di luce che la fontana creava a contatto con la luce solare, per poco non si accorse dell'avvicinarsi di Edoardo nella sua direzione e il primo particolare che notò fu l'espressione di stordimento del ragazzo.

"Che ti è successo?", gli chiese, infatti, mentre quello si sedeva accanto a lui sul bordo di marmo della fontana.

Edoardo si accarezzò la barba bionda appena visibile sul mento, simbolo della sua ormai appartenenza al mondo adulto, e rispose: "Mia madre non sembra volermi mettere al corrente di tutto. Ho la netta sensazione che mi stia nascondendo qualcosa".

"Evidentemente si tratta di un qualcosa di poca importanza, altrimenti non avrebbe senso: sai bene quanto me che vuole solo aiutarti a vendicare tuo padre", gli fece notare Emanuele con voce forte e sicura.

Il ragazzo sembrò calmarsi a quella frase e sospirò: "Lo spero tanto. Comunque, ho bisogno del tuo aiuto".

Il figlio del marchese di Fireford, abituato a quella domanda, non si scompose. "Dimmi".

Edoardo si voltò a guardare l'amico dritto negli occhi, con quel suo sguardo color nocciola che lasciava trapelare tutta la determinazione e la sicurezza degne di un vero re, e gli disse: "Domani si svolgerà la mia incoronazione e tutte le famiglie che hanno ricoperto una certa importanza nella vita di mio padre saranno invitate. Tu e gli altri undici cavalieri al mio servizio dovrete scegliere le dodici fanciulle più belle della cerimonia e condurle di nascosto in questo stesso giardino. Basterà dire ad ognuna che il re ha intenzione di parlare con loro, senza però far riferimento alle altre undici ragazze".

Emanuele, colto di sorpresa, aggrottò le sopracciglia: si aspettava di tutto, ma non una cosa del genere. "Cosa te ne farai di dodici ragazze?".

"Vivranno a corte", rispose Edoardo, stringendosi nelle spalle ed esibendosi in un sorriso carico di sottintesi. "E una di loro diventerà mia moglie".

A quell'ultima frase, Emanuele scoppiò a ridere. "Edoardo Warsons sposato?".

L'amico continuò ad accarezzarsi la barba, per nulla offeso di fronte a quell'evidente sorpresa, e sorrise di nuovo. "Lo so, è difficile da credere, ma prima o poi dovrà succedere. In tal modo, del resto, potrò ingraziarmi il popolo fin da subito. Comunque". E si mise in piedi. "riferisci agli altri undici cavalieri ciò che ti ho detto".

Emanuele si alzò a sua volta e rispose: "Naturalmente".

Un lampo di eccitazione passò negli occhi scuri di Edoardo e, prima che Emanuele potesse insospettirsi più del dovuto, girò i tacchi e tornò dentro il castello.

Era strettamente necessario che nessuno, a parte lui, scoprisse i suoi piani; e, se anche fosse successo, avrebbe di certo trovato il modo di porvi rimedio. Niente l'avrebbe fermato, ne era sicuro.

Ora, però, doveva solo andare a parlare di nuovo con sua madre.

***

Erano circa le due del pomeriggio quando Crystal Crane, sua madre e Caroline – fermatasi da loro per mettersi l'una al corrente delle ultime novità – sentirono qualcuno bussare alla porta di casa.

Prima ancora che Crystal potesse fare qualcosa, sua madre si era già alzata ed era andata ad aprire con una velocità non proprio comune ad una donna della sua età.

Tornò da sua figlia e Caroline con altrettanta impazienza, sventolando tra le mani una lettera il cui sigillo rosso sembrava essere niente meno che il simbolo della casata reale.

Filix: La Strega del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora