XXX - Per un bene più grande

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Successe tutto in un istante.

Un momento prima, la sala del trono era addobbata di fiori bianchi e rosa e nastri colorati per il matrimonio del re.

Il momento successivo, invece, tutta la stanza era stata gettata nel caos più totale: gli invitati erano stati sbalzati via dalle loro sedie, cadendo infine a terra a vari metri di distanza.

Edoardo stesso era precipitato accanto al vescovo, atterrando entrambi con le gambe aperte e gli occhi spalancati.

Emanuele, invece, aveva protetto il piccolo Giorgio fra le braccia giusto in tempo, prima che il bambino scoppiasse a piangere dallo spavento.

Solo Crystal sua madre e Margherita erano rimasti immuni alle folate di vento che avevano travolto l'intera sala del trono, come se il loro sangue magico le avesse protette.

La regina, infatti, rimase interdetta nel rendersi conto di non essere l'unica illesa, e pian piano la consapevolezza si fece strada fra i suoi pensieri: non era la sola strega presente in quel momento.

Ma a Sophia non importava nulla di aver messo letteralmente sottosopra la stanza più grande dell'intero castello, né di aver provocato decine di feriti fra i sudditi più importanti del regno.

Si avvicinò a passo spedito verso Emanuele, con lo sguardo furioso e un braccio alzato, come se fosse pronta a sprigionare altri vortici d'aria destinati esclusivamente a lui.

Sia i fedeli a re Alessandro e sia Crystal, però, riuscirono a capire cosa sarebbe successo di lì a poco: corsero in direzione di Sophia, intimandole a gran voce di fermarsi, mentre Margherita li seguiva per impedire loro di ferire la sua bambina.

"Che razza di creatura immonda sei, mostro?", le urlò contro il rappresentante del ducato di Grinlow, puntando Sophia con la propria spada.

"Non azzardarti a toccare Sua Maestà!", gridò un altro uomo, frapponendosi subito fra lei ed Emanuele, che continuava a stringere Giorgio fra le braccia.

Il vescovo si fece il segno della croce e cominciò a pregare con una velocità quasi disumana, invocando l'aiuto del Signore affinché quell'entità anormale e demoniaca potesse tornare da dov'era venuta.

E ci sarebbe senz'altro riuscito, se Margherita non se ne fosse accorta in tempo e non avesse scagliato a sua volta una folata di vento in direzione del vescovo, che smise subito di pregare e corse via attraverso una porta laterale.

Tutti i presenti si voltarono verso di lei, troppo increduli per poter anche solo parlare.

Finalmente, era riuscita a trovare il modo di riportare sua figlia in vita, dopo aver letto volumi e volumi di incantesimi avanzati di cui – fino ad allora – aveva ignorato l'esistenza; pensava di aver costretto la sua bambina a rimanere per sempre a metà fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, ma si sbagliava.

Nonostante fossero delle pratiche decisamente sconsigliate, essendo utilizzate solo dalle streghe che avevano sempre avuto una particolare predilezione per Satana, la regina si era fatta coraggio e aveva imparato a metterle in pratica.

Se avesse voluto, avrebbe potuto riportare sua figlia in vita, anche a costo di macchiarsi l'anima per sempre: sapeva, infatti, che Dio non l'avrebbe mai perdonata.

Ma tutti i suoi piani erano appena andati in fumo.

Tutta la corte era venuta a conoscenza delle sue abilità particolari, così come la presenza dello spirito di sua figlia era appena stata messa alla luce.

Una volta che lo stordimento iniziale fosse passato, sia lei e sia Sophia sarebbero state condannate a morte, e nemmeno Edoardo avrebbe potuto salvarle.

Filix: La Strega del ReWhere stories live. Discover now