XXIX - Le nozze reali

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"Suscitate in me più fantasie di quanto voi possiate anche solo lontanamente immaginare", disse Edoardo, con un sorriso carico di sottintesi. "Non dovete nemmeno dubitarne".

"Eppure ne ho dubitato, Vostra Maestà", mormorò Crystal, indietreggiando di un passo con fare teatrale. Sperava che la sua espressione mostrasse abbastanza tristezza da convincere il re del fatto che stesse parlando sul serio, e non che stesse spudoratamente mentendo per salvarsi la vita. "E continuerò a dubitarne finché non mi sposerete".

L'espressione di sgomento che si dipinse sul viso di Edoardo era quasi divertente.

Sapeva di chiedergli troppo: se l'avesse sposata, come avrebbe potuto riguadagnarsi a pieno la fiducia e il rispetto delle altre ragazze? Indipendentemente dal potere della pozione, dubitava che azzerasse del tutto la loro razionalità.

O perlomeno sperava che fossero ancora dotate di un briciolo di intelligenza.

Edoardo sospirò e chiuse gli occhi, come se si stesse sforzando notevolmente per non perdere la pazienza. Infine, quando li riaprì, un fuoco pericoloso ardeva in fondo al suo sguardo. "Vi sposerò, ve lo prometto".

Crystal sorrise e gli si avvicinò, per poi solleticargli il collo con le labbra. "Bisogna organizzare le nozze, allora. Quanto tempo credete che ci vorrà?".

"Pochi giorni, non temete". E le posò le mani sui fianchi, un gesto che – per quanto potesse essere naturale – ebbe il potere di farla quasi tremare dalla paura.

Erano troppo vicine al suo ventre, al suo bambino.

Crystal si allontanò di scatto senza nemmeno rendersene conto, il che indusse Edoardo ad inarcare le sopracciglia dalla sorpresa, non capendo cosa fosse successo.

"Pochi giorni?", ripeté lei, scuotendo la testa. "Non voglio un matrimonio organizzato frettolosamente: voglio che sia il giorno più bello della mia vita, indimenticabile perfino per gli invitati, e voglio che i sudditi più importanti di Lawnland siano presenti".

Crystal sapeva che, affinché tutti i nobili del regno giungessero al castello di Maypark, sarebbero state necessarie minimo due settimane: sperava solo che in metà mese lei ed Emanuele riuscissero ad ideare un piano degno di essere definito tale.

Edoardo strinse le labbra, così da impedirsi di mettersi ad urlare: lui non era abituato a darla vinta a qualcuno, ma la ragazza era troppo determinata per essere messa a tacere con dei compromessi inutili.

Ora come ora, gli bastava soltanto che la giovane si concedesse a lui, e Crystal lo sapeva.

Quindi sospirò e le fece un sorriso tutt'altro che felice. "Come desiderate, milady".

***

I quattordici giorni trascorsero più in fretta di quanto Crystal si aspettasse.

Mentre gli addetti alla servitù si muovevano da una parte all'altra del castello per i preparativi, Edoardo passava ore ed ore a dettare gli inviti per il suo matrimonio, lasciando quindi la ragazza da sola per la maggior parte del tempo.

Crystal, di conseguenza, ne approfittava per correre da Emanuele e stare con lui: insieme, erano riusciti a pensare ad un modo di capovolgere la situazione attuale, nonostante sapessero entrambi che avrebbero avuto bisogno di una fortuna immensa affinché tutto andasse come previsto.

Tutti gli inviti furono spediti nei tre giorni successivi, motivo per cui la data delle nozze venne fissata per il 18 agosto.

Il bambino, nel frattempo, continuava a crescere contemporaneamente alla pancia di Crystal; si metteva perfino a scalciare quando Edoardo la baciava con più trasposto del solito, come se riuscisse ad avvertire il disagio di sua madre.

Filix: La Strega del ReWhere stories live. Discover now