V - Persuasione

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Edoardo trovò sua madre nello stesso studio in cui avevano parlato la prima volta dopo essere arrivato a Maypark.

Con in mano un contenitore sigillato decorato da simboli strani e contenente l'infuso che il re aveva richiesto, Margherita dava le spalle alla porta e guardava come se fosse incantata il paesaggio ben visibile dalla finestra della stanza, immobile.

Dovette accorgersi della presenza del figlio, perché si girò lentamente nella sua direzione e andò a consegnargli il contenitore con tale cautela da sorprendere Edoardo.

"Qualsiasi cosa tu voglia fare", gli disse, negli occhi una paura malcelata e un'incertezza non comune ad una donna come lei. "sta' attento. Se usata nel modo sbagliato, questa pozione potrebbe crearti più danni che vantaggi".

Edoardo si soffermò più del dovuto sull'espressione preoccupata di sua madre e fu tentato dalla voglia di chiederle spiegazioni al riguardo. Ma era in ritardo e lo sapeva benissimo, doveva muoversi per non destare ulteriori sospetti, al momento non c'era tempo per altre chiacchiere futili.

Annuì con sicurezza e, lasciando sua madre nello studio, girò i tacchi e se ne andò senza nemmeno guardarsi indietro.

Con quella pozione avrebbe avuto tutto il controllo necessario sulle menti delle fanciulle, non avrebbero opposto alcuna resistenza alla sua volontà, sarebbero state totalmente e incondizionatamente sue. Se anche qualcuno avesse capito i suoi piani, non avrebbe trovato il modo di intralciarlo perché le stesse ragazze non avrebbero voluto allontanarsi da lui: innamorarsi del re era un avvenimento comune, perciò un incentivo del genere avrebbe solo portato altri vantaggi con sé.

Sul suo cammino incontrò una giovane domestica minuta e bruna a pochi passi dall'ingresso della sala del banchetto, la quale si fermò all'istante per inchinarsi al suo sovrano e rivolgergli un "Vostra Maestà".

"Passate tra i tavoli dei miei cavalieri e versate un po' di questa bevanda". E le porse il contenitore con i vari ghirigori disegnati sopra. "nei calici di tutte e dodici le ragazze che troverete al loro fianco, nessuna esclusa. Insistete a bere, se necessario, e assicuratevi di non passare due volte dalla stessa persona".

"Sì, Vostra Maestà", rispose lei, inchinandosi nuovamente e prendendo il contenitore tra le mani come se temesse di romperlo. Non osava guardare Edoardo negli occhi, il che lo lusingò non poco diffondendogli un vago senso di compiacimento nel corpo, e la paura sprigionata dal suo viso per un momento lo fece quasi sorridere: non era abituato a quel genere di reazioni, solitamente le ragazze perdevano la testa per lui senza preoccuparsi di alzare lo sguardo alla sua presenza.

Nonostante la pena per lei, si sentì in dovere di aggiungere: "Mi occuperò personalmente della punizione da darvi in caso gli ordini non fossero portati a termine, sono stato chiaro?".

Le guance spruzzate di lentiggini della giovane diventarono sempre più rosse col passare dei secondi – per quanto si potessero intravedere –, gli occhi ancorati insistentemente al pavimento, mentre la domestica si inchinava una terza volta ripetendo un timido e insicuro "Sì, Vostra Maestà".

Inebriato totalmente dal senso di magnificenza che quell'unica frase gli stava diffondendo dentro, Edoardo si lasciò scappare un sorriso ed entrò nella sala del banchetto, lasciando sul posto la giovane domestica senza dirle più nulla.

Occupato com'era a sentirsi importante e lodato da tutti, non fece caso all'improvviso cambio d'espressione della donna, appena tornata dritta, il cui sguardo si posava senza esitazione alcuna sull'uomo che le aveva appena rivolto la parola senza però ricordare che quella non fosse stata affatto la prima volta.

***

Il re Edoardo entrò nella sala gettando il silenzio tra i vari invitati, i quali smisero di colpo di ridere senza ritegno per posare lo sguardo sul loro sovrano.

Filix: La Strega del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora