XXVIII - Fuori dal comune

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Nonostante l'insistenza di Margherita a voler conoscere la verità sulla misteriosa scomparsa delle ragazze, Edoardo si mostrò fin da subito inflessibile e privo di pazienza: non aveva alcuna intenzione di svelare il suo segreto, pur essendo a conoscenza delle capacità sovrannaturali di sua madre, e sapeva che avrebbe ceduto solo e soltanto se la donna avesse usato un qualche intruglio magico capace di farlo parlare senza freni.

Eppure, la regina non riusciva a pentirsi totalmente di aver messo sul trono di Lawnland il suo secondogenito: non accennava a volerle obbedire, questo ormai era evidente, il che – dopotutto – l'avrebbe reso un grande re con il passare degli anni.

La sua testardaggine gli avrebbe permesso di rimanere impassibile ad eventuali tentativi altrui di sottometterlo.

Fu questo il motivo principale per cui, dopo una discussione apparentemente interminabile, Margherita decise di arrendersi.

Le fanciulle erano scomparse, indipendentemente dal fatto che potessero essere davvero malate o meno, e questi non erano affari che la riguardavano.

Da giorni, ormai, passava il tempo nella biblioteca reale a scegliere i libri di magia più antichi da poter leggere comodamente nelle proprie stanze, lontana da occhi indiscreti: il fallimento dell'incantesimo lanciato su sua figlia Sophia le aveva dato la forza necessaria a voler migliorare ulteriormente le proprie capacità sovrannaturali, sperando sotto sotto che prima o poi potesse trovare il coraggio di riprovarci e, magari, riportarla in vita a tutti gli effetti.

***

"Tu sei cosa?", disse Emanuele, inarcando le sopracciglia.

Crystal sospirò: "Sapevo che avresti reagito così. Ma non è un dettaglio particolarmente importante, almeno non adesso: ti basti sapere che ho delle capacità fuori dalla norma di cui io stessa non sono pienamente a conoscenza, il che mi rende una persona alquanto innocua. Ora, però, è necessario trovare un modo per impedire ad Edoardo di continuare la sua missione, perché – con ogni probabilità – sarò io stessa la sua prossima vittima".

"E come faremo?", chiese lui, nonostante la sua incredulità riguardo la confessione precedente fosse ancora visibile nei tratti del suo viso.

"Non lo so", mormorò Crystal, sentendosi di nuovo le lacrime agli occhi. "Ma adesso devo andare. So benissimo di averti affidato una responsabilità notevole e ti prometto che anche io cercherò di ideare un piano. Ogni giorno, dopo pranzo, entra in questa stanza – senza chiudere la porta a chiave – e restaci per mezz'ora circa; in quell'arco di tempo, in caso avessi novità, verrò ad aggiornarti". Si alzò sulle punte dei piedi per baciarlo lievemente, prima di sorridergli ancora e sparire dalla sua stanza prima che l'istinto di rimanere con lui potesse prendere il sopravvento.

***

Quella notte, l'ansia di Crystal era alle stelle: era consapevole che Edoardo volesse godersi a pieno la sua compagnia, il che l'avrebbe messa in serio pericolo.

Una volta tolti i vestiti, come avrebbe potuto nascondere la pancia?

Non poteva lasciarglielo fare.

Quando il re chiuse la porta della loro camera da letto e si girò a guardarla sorridendo, Crystal si sentì morire.

Con il passare delle ore, le era venuta un'idea grazie alla quale avrebbe potuto salvarsi la vita; in quell'esatto istante, però, cominciò a sembrarle incredibilmente stupida.

Ma il re non voleva perdere altro tempo.

Le prese il viso fra le mani e congiunse le labbra alle sue con più violenza del solito, impaziente di sentirla sua a tutti gli effetti.

Era la ragazza più bella della sua corte, senza alcuna ombra di dubbio, perciò non lo sorprese più di tanto il fatto che anche Emanuele avesse cominciato a nutrire dei sentimenti verso di lei.

Certo, era consapevole della sua lealtà nei confronti del suo re e del suo regno, motivo per cui all'inizio aveva pensato che tali ragioni fossero sufficienti ad impedirgli di guardare Crystal con occhi diversi: del resto, Emanuele non aveva mai prestato particolare attenzione al genere femminile.

Eppure, quella ragazza aveva esercitato fin da subito lo stesso potere sia su di lui, sia su Edoardo.

Crystal era diversa dalle altre, non manifestava quel particolare interesse che legava al re le restanti undici fanciulle: era stata capace di opporsi a lui già in passato, la sua forza di volontà era rimasta stranamente intatta nonostante la pozione.

Eppure, in quel momento stringeva Edoardo con lo stesso trasporto col quale lui la intrappolava fra le sue braccia.

Non vedeva l'ora di poterla ammirare sotto ogni punto di vista, finalmente libera da vestiti inutili.

Ma la sua mano si posò sul braccio del re quando questi cominciò ad armeggiare con i lacci del suo abito, impedendogli quindi di continuare.

"Io non sono come le altre, Vostra Maestà", ansimò Crystal, fissandolo negli occhi con sguardo fermo e provocatorio.

"Lo so", le sussurrò lui, riprendendo a baciarla con passione.

Però lei su scostò di nuovo. "Io non mi concederò a voi prima del matrimonio".

La risata incredula di Edoardo risuonò per tutta la stanza. "Non starete parlando sul serio, mi auguro".

Crystal strinse le labbra e annuì. "Invece sì".

Edoardo aggrottò le sopracciglia, non capendo dove volesse andare a parare.

Perché mai Crystal avrebbe voluto rimandare la loro notte d'amore?

Edoardo era così poco desiderabile? O magari era lei ad avere delle esigenze particolari?

Dopotutto, era stata Crystal stessa a definirsi diversa dalle altre, e probabilmente gliene voleva dare la conferma.

"Sono perfettamente consapevole del vostro essere speciale", le risposte lui. "Me ne sono accorto non appena vi ho guardata la prima volta".

"Eppure avete designato Lucrezia, come vostra futura moglie", ribatté Crystal. "Seguita da Clarissa. Perché non avete scelto subito me? Non suscito in voi alcuna fantasia?".

Sì, era decisamente una ragazza fuori dal comune: il suo carattere particolare sembrava in parte immune al filtro magico che Margherita aveva preparato appositamente per le fanciulle, il che sarebbe stato un problema di notevole importanza, se Edoardo non fosse stato ugualmente dotato di una persuasione straordinaria.

Prima o poi sarebbe riuscito a convincerla a concedersi a lui, ne era sicuro.

Avrebbe impiegato tutte le proprie forze per portare a termine quella nuova missione, e non solo perché non poteva permettersi di sposarla, avendo altre quattro ragazze da condurre nella sua camera da letto: non era abituato ad essere rifiutato, il che gli aveva impedito fin da sempre di arrendersi.

E Crystal faceva proprio al caso suo.

Sapeva che sarebbe stato capace di indurla ad entrare fra le sue lenzuola per un mese intero, così da dimostrare a lei e a se stesso le proprie capacità.

Solo a quel punto, infine, l'avrebbe uccisa.

Filix: La Strega del ReWhere stories live. Discover now