XXVI - Destini intrecciati

2.2K 189 32
                                    

"Lady Crystal", esordì Sua Maestà, fissandola negli occhi. Il sorriso che gli splendeva fra le labbra aveva un qualcosa di letale, un qualcosa di assolutamente sinistro.

E un altro calcio del bambino gliene diede la conferma.

Crystal sperò con tutta se stessa che i suoi vestiti fossero abbastanza larghi da coprirle il ventre rigonfio anche allo sguardo attento e indagatore di Edoardo, il quale aveva già notato con un certo disappunto il modo in cui Emanuele le stringeva la mano.

"Sua Maestà", rispose lei, esibendosi in un inchino goffo dovuto al pancione.

Emanuele si sbrigò a fare lo stesso, forse tentando di catturare l'attenzione del re su di lui in modo da distrarlo dal fisico anomalo di Crystal.

"Vi trovo bene", disse Edoardo. L'ennesimo sorriso che le rivolse la fece rabbrividire, al punto da impedirle di accorgersi delle occhiatacce che nel frattempo le altre ragazze le stavano rivolgendo.

L'attenzione che Sua Maestà le stava riservando in quel momento aveva senza dubbio il potere di scatenare la gelosia delle quattro fanciulle ancora vive.

Il re di Lawnland l'aveva scelta come sua futura moglie, ormai non vi era alcun dubbio, e Crystal voleva esattamente che fosse così: non avrebbe avuto la forza di vedere qualche altro cadavere nel lago del castello, consapevole di quel che era successo e – nonostante ciò – senza che avesse deciso di porvi fine.

Era l'unica testimone delle azioni compiute quella notte dall'addetta alla servitù e, come tale, si sentiva responsabile di ciò che sarebbe successo dopo.

Denunciare l'accaduto sarebbe stato inutile: nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di accusare il re di un delitto che, almeno in apparenza, non aveva commesso lui; la colpa sarebbe ricaduta esclusivamente sulla ragazza incappucciata che, con ogni probabilità, sarebbe stata condannata per aver ucciso sette innocenti solo a causa della sua gelosia.

E, se Crystal avesse fatto la spia, sarebbe stata lei stessa l'ottava vittima della furia omicida del re.

***

Edoardo continuava a guardarla con occhi colmi d'ammirazione, rendendosi conto solo in quell'istante che i mesi di lontananza da lei lo avevano costretto a dimenticare quasi tutte le sfaccettature della sua bellezza.

Un'ondata d'ira lo aveva percorso da capo a piedi quando aveva notato la complicità fra Crystal ed Emanuele, ma si era impegnato affinché nulla del suo turbamento potesse trapelare.

Per quanto il suo desiderio di lasciarla per ultima – come una sorta di ciliegina sulla torta – fosse invitante, non poteva rischiare di aspettare altri quattro mesi prima di averla fra le sue braccia, perlomeno non quando il suo cavaliere apparentemente più fidato cominciava a rivendicare dei diritti su di lei.

Sarebbe stata Crystal la sua ottava futura sposa e, nonostante sotto sotto gli dispiacesse uccidere una donna così bella, l'idea di possederla e infine gettarla nel lago insieme a tutte le altre lo allettava non poco.

"Mi concedereste l'onore di passeggiare insieme a voi, prima della colazione? Mi siete mancata particolarmente", le disse, porgendole una mano che non avrebbe potuto rifiutare.

Ma gli occhi di Crystal erano colmi di una consapevolezza e di una maturità che lo sorpresero, mentre camminava nella sua direzione con lentezza e circospezione.

Emanuele, dal canto suo, sembrò sul punto di svenire: impallidì all'istante, come se la ragazza stesse camminando verso il patibolo, e lasciò la sua mano solo quando la distanza fu troppo grande da poter essere ricoperta semplicemente alzando un braccio.

Tutto ciò che avrebbe avuto il potere di fare, da quel momento in poi, sarebbe stato guardare la sua amata fra le braccia del re che era obbligato a servire fino alla fine dei suoi giorni.

***

Nonostante la delicatezza con cui Edoardo le stringeva la mano, Crystal avvertiva un nodo allo stomaco che difficilmente sarebbe stata in grado di ignorare anche in condizioni normali: la passeggiata in giardino le riportò alla mente la prima volta in cui era giunta al castello, e una piccola smorfia le si disegnò subito fra le labbra.

Da quel giorno, niente era più rimasto lo stesso.

Sette vite erano state brutalmente stroncate, mentre un'altra era sul punto di cominciare.

"Una terribile epidemia mi ha quasi condotto alla morte", sospirò Edoardo con fare teatrale. "Un'epidemia alla quale nemmeno le giovani fanciulle sono state immuni: le ho mandate immediatamente dai loro familiari, mentre io e i cavalieri abbiamo deciso di tornare subito al castello".

Per quanto lo sforzo di inarcare le sopracciglia per l'incredulità fosse difficile da reprimere, Crystal riuscì a mantenere un certo contegno: se fosse stata abbastanza abile da ingannarlo, forse sarebbe anche riuscita a salvarsi la vita.

"Scelta saggia, Vostra Maestà", gli rispose, annuendo.

Edoardo accennò un sorriso e si fermò, inducendola a fare lo stesso. Le si parò davanti e le prese il viso fra le mani. "E poi, cosa più importante, non riuscivo a stare lontano da voi neanche un giorno di più".

Crystal si morse un labbro involontariamente, consapevole di ritrovarsi ad un passo dal momento in cui la sua vita avrebbe cominciato a stare ufficialmente sul filo di un rasoio.

Edoardo ridusse a poco a poco la distanza fra i loro volti, fino a congiungere con delicatezza le labbra alle sue.

Nonostante l'istinto di urlare e scappare via, Crystal costrinse se stessa a ricambiare il bacio con tutta la naturalezza di cui era capace.

Provò addirittura ad immaginare Emanuele al posto di Edoardo, ma la possessione che il re lasciava trapelare non aveva niente a che fare con la dolcezza a cui il cavaliere l'aveva abituata con il passare dei mesi.

Ma non aveva altra scelta e ne era perfettamente consapevole.

Sarebbe diventata sua moglie e, se tutto fosse andato per il verso giusto, avrebbe trovato il modo di porre fine alla furia omicida del re.

Eppure non aveva la più pallida idea di come fare: l'unica cosa che voleva evitare, però, era macchiarsi le mani di sangue.

Non avrebbe sconfitto la morte causandone un'altra.

Sarebbe stato come far scoppiare una guerra con il solo scopo di riportare la pace.

"Vorreste essere la mia futura sposa, lady Crystal?", le sussurrò Edoardo all'orecchio, nella voce un sorriso che la fece rabbrividire immediatamente.

Era quasi offensivo il fatto che lui considerasse importante farle una proposta del genere, come se fosse esistita anche lontanamente la possibilità di dire di no.

Dal momento in cui Crystal aveva varcato le soglie del castello, la sua vita si era intrecciata alla sua senza nemmeno accorgersene, forse addirittura per sempre.

O perlomeno fino alla sua morte.

Le mancava tremendamente sua madre, eppure sapeva che – rimanendo a corte – le stava salvando la vita.

Era consapevole anche di non avere più la possibilità di stare con Emanuele, di baciarlo o stringerlo a sé com'erano soliti fare da tempo, e il cuore le si strinse a quel pensiero; pure in questo caso, però, il suo sacrificio gli avrebbe permesso di sfuggire ad una condanna a morte che sarebbe stata sentenziata dal re se avesse scoperto la sua relazione con Crystal.

E, cosa ancora più importante, ora c'era in gioco anche il destino del suo bambino. Era per lui che doveva sopravvivere, e in cuor suo sapeva che ci sarebbe riuscita: dopo averlo liberato dalle catene che legavano il suo destino a quello di lei, avrebbe potuto affrontare a viso aperto quello che la aspettava, senza più temere che – rischiando la sua vita – anche suo figlio potesse risentirne.

Quindi alzò gli occhi in direzione del re e gli sorrise. "Ne sarei onorata, Vostra Maestà".

Filix: La Strega del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora