XIV - Desideri

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Edoardo non era stato in grado di rimanere fermo nel letto di Lucrezia, dopo aver esaurito la passione, ed era uscito per concedersi una camminata all'interno del castello, com'era solito fare da piccolo quando le bambinaie erano troppo stanche anche solo per accorgersi della sua fuga.

Naturalmente pensava di non imbattersi in nessuno, tantomeno in una delle altre undici ragazze che teneva prigioniere nella torre, perciò gli era stato impossibile trattenere l'ira e la delusione che la vista della fanciulla gli stava scatenando dentro.

La sentì irrigidirsi contro di lui dopo averle dato modo di accorgersi della sua presenza e la sensazione di potere e di eccitazione lo stordì per un attimo.

"Non vi aspettavate di incontrarmi? Eravate certa di tornarvene nella vostra camera senza che io me ne accorgessi?", le sussurrò in un orecchio, reprimendo a malapena un sorriso e sapendo benissimo che era stato solo grazie al destino se l'aveva incontrata nei corridoi antecedenti la torre, diretta verso la sua prigione.

Si era nascosto accuratamente dietro una colonna quando aveva sentito dei passi frettolosi avvicinarsi e, intravedendo sul pavimento l'ombra di ampie gonne, aveva fatto due più due e si era sporto in avanti bloccando la ragazza contro il muro.

"Non mi sfugge niente, bambina", continuò, non conoscendo ancora la sua identità. Le posò le labbra sul lobo e quasi rise di fronte ai brividi che la scossero da capo a piedi, seppur evidentemente decisa a tutti i costi a non rischiare di lasciar trapelare le sue emozioni semplicemente parlando.

Con la coda dell'occhio la vide stringere i pugni dietro la schiena e, perciò, contro il suo addome, quasi come se volesse colpirlo da un momento all'altro.

Si lasciò sfuggire una risata. "Non riuscireste a farmi male nemmeno se lo voleste".

Ma rimase senza parole quando quella rispose con voce fredda e distaccata: "Io non ne sarei tanto sicura, Vostra Maestà".

"Crystal, perché siete rimasta indietro? Ho appena controllato, non incontreremo guardie, non c'è motivo di non avanzare. Vi sentite forse nuovamente male? Cry... oh".

La voce di Emanuele si interruppe quando il cavaliere spuntò da dietro un angolo, situato proprio dove la fanciulla si stava dirigendo, e vide Crystal schiacciata contro il muro dal re.

Lei ebbe la netta sensazione di essersi immaginata la sua entrata in scena o, perlomeno, di non aver sentito correttamente le parole di Emanuele.

Non aveva la minima idea di cosa stesse parlando e il buonsenso le suggerì di stare zitta.

Edoardo, dal canto suo, si sentiva vagamente preso in giro. Si voltò verso il cavaliere e lo guardò con occhi interrogativi, senza parlare.

Emanuele indicò la ragazza con un cenno della testa, sul viso un'espressione leggermente disgustata. "Io non le starei tanto vicino, Vostra Maestà: stanotte ha avuto la nausea e ho dovuto condurla fuori dalle sue stanze per permetterle di respirare un po' di aria fresca, nella speranza che si sentisse meglio".

Edoardo si scostò come se Crystal improvvisamente avesse iniziato a scottargli la pelle. Si rese conto solo in un secondo momento di aver stretto tra le braccia la ragazza che voleva tenersi per ultima, la ciliegina sulla torta, e che forse aveva contratto una sorta di malattia che poteva aver colpito anche lui, standole accanto.

Emanuele si avvicinò cautamente a Crystal e le strinse una mano attorno al braccio, tenendola accuratamente lontana da sé. "Posso portarla in camera sua prima che possa stare male di nuovo, Vostra Maestà? Le guardie potrebbero tornare a momenti e non voglio dare ulteriori spiegazioni ad altre persone: potrebbero fraintendere".

Filix: La Strega del ReWhere stories live. Discover now