Capitolo 11

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Scendiamo dalla macchina e andiamo a mangiare, decidendo di prendere anche alcune valige perché così ci possiamo riposare e dopo lavare. Mangiamo tra i miei commenti e le risatine di Justin per poi andare a dormire in due stanze separate sotto mia richiesta. Dopo ciò che è successo ieri sera..

In camera definisco i dettagli della festa parlando anche al telefono con la festeggiata (tutto naturalmente a sua insaputa) dicendomi anche che andrà in Olanda con il suo ragazzo. Beata lei. Olanda, mia nazione, piena di sesso, alcol, droga e chi più ne ha, ne metta. Parlandoci chiaro, non mi drogo, però era per allungare la lista.

Dopo aver parlato con lei, cerco di fare qualche schizzo ma, grazie all'immensa sfortuna che ho dalla mia parte, ho una specie di blocco. Tutto ciò che disegno non è soddisfacente e mancano due settimane o anche meno. Ho bisogno di qualcosa che sblocchi la mia creatività. Prendo da una delle borse una bottiglia di whisky e bevo.

Penso a ciò che piace alla mia amica. Pizzo, abiti sobri e non troppo elaborati, non le piacciono i fiori sui vestiti e che sia qualcosa di deciso e sensuale. Sicuramente un abito lungo è scartato. Le piace avere qualcosa di unico, che indossi solo lei.

Ecco perché mi rompe, volendo abiti creati da me.

Qualcosa che le metta in risalto la sua pelle e i suoi occhi azzurri con i capelli castani, che le faccia risaltare il suo fisico e le sue gambe magre. Ed è in quel momento che creo ciò che ho veramente immaginato su di lei. Una tuta piuttosto elegante bianca e nera. Il bianco per risaltare sulla sua pelle abbronzata, mentre il nero perché è uno dei suoi colori preferiti. Non è una persona molto femminile soprattutto molto difettosa ma credo che questo abito lo adorerà.

Ama le tute eleganti, molto più degli abiti, lunghi o corti che siano, quindi come scelta è azzeccata. Inizio a disegnare il cartamodello per tenermi avanti con il lavoro. Pensano che essere una specie di stilista sia solo disegnare vestiti ma, in realtà, lo si deve anche realizzare facendo il cartamodello e cucendolo con la macchina o semplicemente con ago e filo oppure come fa mia nonna, a maglia.

Dopo essermi messa a terra per disegnare un cavolo di cartamodello con molta pazienza che non ho, dopo molte cancellature e fin troppe imprecazioni, finisco la mia opera. Proprio quando ho finito e mi sto stiracchiando per essere stata troppo tempo accovacciata, entra quel bellissimo ragazzo di nome Justin che adesso mi ritrovo come amico, deciso a ritrovare l'amore perduto della sua amata.

"Ehi, sei svegl- cos'hai fatto?" mi domanda aggrottando le sopracciglia. Dio, è ancora più sexy con le sopracciglia aggrottate, dovrebbe essere illegale.

"Stavo facendo un cartamodello, non è evidente?" Chiedo a mia volta, retorica.

"Stavi pensando al regalo per la tua amica?"

"Sì, dopo quattro lunghi sorsi di whisky, sono riuscita a fare l'abito che volevo che poi sarebbe una tuta"

"Una tuta?" mi richiede. È sordo?

"Una tuta elegante, hai capito benissimo. Essendo una persona non molto femminile a volte, non ama molto gli abiti ed una tuta elegante ed estiva, fa al caso suo, vedrai. Vabbé, non è nemmeno tanto elegante, la potrà mettere anche per uscire"

"Bello come disegno, sei molto brava"

"Grazie, tutto frutto della mia immaginazione"

"Non credo che io sia frutto della tua immaginazione" si girò verso di me, ghignando e mostrandomi il ritratto uscito non tanto bene. Glielo strappo di mano e lo faccio in mille pezzi.

"Era un modo per perdere tempo in macchina, che ci posso fare se ho un improvviso blocco e volevo disegnare qualcosa per combattere la noia?" mi squilla il telefono e noto che è Sebastian. "Mi chiedo perché abbia un fratello gemello" rispondo alla chiamata dopo questa frase sussurrata. "Mi dica"

"Posso essere coinvolto nell'organizzazione della festa?" ha sbattuto la testa per caso?

"Assolutamente no" metto il vivavoce al telefono essendo impegnata a scrivere una mail per la festa e a rispondere ad altre, approfittando del wi-fi.

"Daiii, non farò niente di male, sarò molto efficiente"

"Sebastian e la parola efficiente nella stessa frase non suonano molto bene" dico, mentre entro in bagno, chiudendo la porta.

"Tu dimmi cosa fare ed io la farò" sento un rumore dall'altra parte del telefono ed un'imprecazione da parte di mio fratello.

Sbuffo contrariata ma, per non sentirlo perché sarebbe seriamente capace di andare a ricorrere a mamma, dico: "Tra poco manderò una mail con su scritto tutti i compiti da fare, sia a te che a Cheryl. Mi raccomando, voglio che venga rispettata la lista" dopo aver finito prendo tutto con il telefono incastrato tra la spalla e l'orecchio, che porto giù per poi entrare in auto. Inizio subito a scrivere l'email con la concentrazione a zero, ma mi sforzo di ricordare tutti i punti della lista.

"Come ho già detto prima, pretendi molto e le cose fatte bene, naturalmente" mi dice Justin sorridendo.

"Beh, mi sento tipo Blair Waldorf di Gossip Girl che vuole avere tutto sotto controllo. Diciamo che sono un mix tra lei e Serena Van Der Woodsen" rispondo alzando le spalle.

"Anche mia sorella guarda quella serie tv"

"Beh, io e tua sorella possiamo andare d'accordo" ribatto continuando a scrivere l'email che poi invio, soddisfatta del mio lavoro.

SPAZIO AUTRICE
Ho dovuto rimettere il capitolo perché mi metteva le parole attaccate, quindi ecco qui lo schifo, non ne sono soddisfatta ma è di passaggio.
Alla prossima
Un bacio

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