Capitolo 18

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Ho sentito ogni parola detta da Justin, ma rimarrò ferma nella mia idea.

Sono una stronza, no? Sono una reginetta del cazzo che va a letto col primo che capita.

Adesso l'unica cosa che farò, sarà quella di arrivare alla prossima città, prendere un aereo ed andare via da qui.

Dopo esser tornata a letto, rimango a fissare la parete grigia fino a quando non sento la porta aprirsi e poi chiudersi. Faccio finta di dormire e sento dei passi venire verso la mia direzione. Un paio di ginocchia scricchiolano mentre si piegano e sento la sua presenza, accanto a me. Mi accarezza i capelli, la guancia, per poi arrivare alle labbra che tocca con il pollice. Brividi. Ecco da cosa è ricoperto il mio corpo e vorrei veramente baciarlo in questo momento. Ma non posso farlo, non dopo le cose che mi ha detto. Si china a darmi un bacio quasi vicino alle labbra e cerco di non arricciarle o sorridere.

Si rialza per poi andare in bagno. Mi metto seduta e guardo la porta. Non è possibile ciò che mi fa provare questo ragazzo. Mi ha fatto passare addirittura la fame, accidenti.

Prendo il telefono e lo stacco dalla spina del caricatore per poi iniziare a vedere i vari social network e giocare un po'.

La porta del bagno si apre ed io non alzo lo sguardo.

Lo sento sospirare e sono sicura che si sia anche passato una mano tra i capelli.

Mi alzo dal letto bloccando il cellulare e prendendo il necessario dalle mie valige.

"Fun" non gli do retta e mi chiudo direttamente in bagno.

Nel frattempo a Los Angeles...

Dopo aver chiuso la chiamata, sospiro.

"A mia sorella piace, vero?" Mi domanda Sebastian, guardandomi.

"Non lo ammette, ma è così. L'altra sera lo ha descritto in un modo diverso da come descriveva sempre i ragazzi: 'è carino' o 'è bello'. Erano descrizioni monotone, annoiate e non la vedevo presa. Invece lui è diverso" alzo le spalle e lui mi osserva. "Cosa c'è?" Gli domando, sorridendo. Scuote la testa come se si fosse ripreso.

"No, niente"

"Daiiiii, dimmelo" gli salto addosso ma finiamo entrambi a terra ed io porto con me un cuscino. Io sono sopra di lui e gli metto il cuscino sul volto come se volessi soffocarlo. "Me lo devi dire" continua a ridere ed alla fine cede. Gli tolgo il cuscino dal viso e lui mi guarda. Mi sposta i capelli e me li mette dietro l'orecchio.

"Penso che tu sia bellissima" mi sussurra e mi bacia. Da quando sono tornata mi è stato sempre accanto, in ogni momento. Ringrazio mentalmente Funny per avermelo mandato come 'angelo'.

Ritornando al motel...

Dopo essermi lavata, sistemata, aver mangiato e rimesso tutto a posto, sono pronta per andarmene. Justin ha iniziato a sistemare le sue cose dopo avermi vista uscire dal bagno e, quando ho terminato, sbatto la valigia posta sul letto a terra e mi dirigo velocemente verso la porta. Justin mi prende un braccio e lo guardo con rabbia.

"Fun, ti prego. Mi dispiace per ciò che ho detto. Sono così pentito di ciò che ti ho detto" strattono il braccio dalla sua presa.

"Mi ci pulisco il culo con le tue scuse, Justin"

Esco dalla stanza e lui mi segue velocemente.

"Cosa devo fare per dimostrarti che mi dispiace? Non pensavo veramente quelle cose" continua a seguirmi per tutto lo spazio che ci divide fino all'entrata e ringrazio me stessa per aver pagato prima.

"Vuoi sapere cos'ho da dirti?" Ormai fuori cerco di trascinare meglio le valige ma i sassolini non aiutano. Mi giro verso di lui per guardarlo "Vuoi sapere cosa diavolo penso? Non riesco a capire perché hai sbottato in quel modo. Insomma, stavo solo scherzando. Mi aspetto da qualsiasi persona quelle parole ma non mi sarei mai aspettata di sentirle da te. È questa la cosa che non riesco a credere. E sai cosa voglio fare adesso? Prima di tirarti uno schiaffo? Tornare a casa e cancellarti dalla mi-" quando mi rigiro per andare verso l'auto ma noto che non c'è più. "Non era qui la macchina?" Indico lo spazio vuoto.

Guarda lo spazio che indico ed inizia a dire una serie di 'no' dato che era la sua auto ed è stata rubata.

"E adesso come faremo? Siamo sperduti nel nulla, come faremo?" Fortuna che non ha osato dare la colpa a me.

"Faremo l'autostop, genio. Esattamente come ho fatto io all'inizio" mi dirigo verso l'autostrada e devo ammettere che l'affluenza di macchine è poca, ma potrebbe andare bene.

Dopo aver agitato le mani da sole dato che Justin si rifiutava ed aver mandato imprecazioni contro le macchine che mi passavano avanti, butto le mie valige a terra e mi ci siedo sopra.

"Potresti anche dare una mano" borbotto guardando la strada.

"È tutta colpa tua! Se non ti lamentassi sempre, io adesso sarei già chissà dove e questo non sarebbe mai successo" ritiro ciò che ho detto prima.

"ALLORA SAI COSA JUSTIN?" mi alzo arrabbiata. Abbasso e rialzo la testa scuotendo i capelli per renderli più 'vivi', aggiusto la canotta per far vedere di più le tette ed inizio a scuotere le braccia mettendomi proprio al centro della strada. Una macchina passa ma si ferma e torna indietro.

"Salve, ci potrebbe dare un passaggio?"mi sporgo attraverso il finestrino ed il cristiano non sa cosa guardare. Ora puoi parlare Justin.

"Dove dovreste andare?"

"Dovremmo continuare la strada verso est e ci potrà lasciare alla prima città o paese" spiego sembrando una disperata che effettivamente sono. È ufficiale: odio gli autostop.

"Salite, dai" mi giro e vado a prendere le valige e Justin, rendendosi conto della situazione, si alza e prende le sue.

"Anche se combino dei guai, poi li risolvo. Aggiungi questo dettaglio la prossima volta ad una descrizione su me stessa" lo supero andando a mettere le valige nel cofano. 

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