25° capitolo

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Mio fratello irruppe nella stanza dell'ospedale e mi girai verso di lui tenendo ancora la mano di Calum intrecciata alla mia.

<<Tutto bene?>> mormorò, avvicinandosi e passando una mano tra i miei lunghi capelli biondi, colorati qua e là da ciocche verdi ormai scolorite.

<<Che domanda stupida.>> aggiunse poco dopo, sospirando e spostò lo sguardo sul suo migliore amico.

<<Sì, lo è in effetti.>> sussurrai e mi strinsi a Luke, portando le braccia intorno alla sua vita e affondando il viso nel suo petto.

Sentimmo il dottore entrare in stanza e alzai lo sguardo sull'uomo probabilmente sulla cinquantina, con un'aria seria ed una di quelle espressioni impossibili da decifrare.

<<Devo chiedervi di uscire.>>

Mi morsi il labbro e mi girai nuovamente verso Calum.

Non volevo lasciarlo, anzi non dovevo, sentivo il dovere di rimanergli accanto almeno in quella situazione.

Sentii la grande mano di mio fratello prendere la mia e tirarmi delicatamente fuori dalla stanza, così mi girai e camminai dietro di lui tenendo lo sguardo basso.

Mi fermai nel corridoio ed alzai lo sguardo sul biondo accanto a me.

<<Tu vai, io voglio rimanere qui.>>

<<Sara non puoi rimanere qui tutto il giorno, anche io non voglio lasciare Cal e sono preoccupato tanto quanto te credimi, ma dobbiamo tornare a casa. Andrà tutto bene, okay?>>

Lo guardai qualche secondo in silenzio e poi abbassai lo sguardo, mordicchiandomi nervosamente l'interno guancia.

<<Ehi.>> mi prese il viso tra le mani e mi guardò dritta negli occhi.

Lo guardai mentre il mio labbro inferiore prese a tremare e i miei occhi si fecero lucidi, segno che sarei scoppiata a piangere di nuovo da un momento all'altro, ma mi calmai leggermente quando le braccia possenti di mio fratello mi attirarono in un forte abbraccio.

...

<<Hemmings, svegliati, sei in classe.>>

Il giorno dopo mio fratello mi costrinse ad andare a scuola, convinto che almeno mi sarei distratta un po'.

<<Scusi prof.>> mormorai alzando la testa dal banco, stropicciandomi gli occhi con le mani chiuse a pugno.

<<Dopo devo parlarti.>> sussurrò Alessia seduta accanto a me.

Annuii semplicemente senza dire niente e appena suonò la campanella subito dopo, mi alzai e recuperai il mio zaino mettendolo su una spalla.

<<Dimmi.>> dissi ad Alessia, alzando lo sguardo su di lei.

Mi fece segno di seguirla e così feci, fino fuori dalla classe, in corridoio.

<<Ecco...io...>> balbettò.

Sospirai guardandola e mi sistemai lo zaino sulla spalla.

<<I miei genitori devono partire per lavoro per un po' di mesi e vogliono che io vada con loro.>>

La guardai inarcando poi un sopracciglio, incitandola ad andare avanti con un cenno della mano.

<<E beh...io devo andarci per forza. Michael rimarrà qua, non vuole partire, lui ormai ha quasi vent'anni e i miei genitori gli permettono di rimanere qui da solo, ma io non posso.>>

Annuii lievemente passandomi la lingua tra le labbra per inumidirle, mordendomi poi quello inferiore.

<<E niente, volevo solo dirti questo.>> mormorò, prima di sospirare e sorpassarmi per andare via.

Scossi appena la testa e mi passai una mano tra i capelli, camminando poi per il corridoio lentamente verso il mio armadietto.

Venni fermata da qualcuno che mi prese per il polso e mi girai ritrovandomi Michael davanti.

<<Mike.>> 

<<Come stai?>> chiese con una leggera preoccupazione nella voce, accarezzandomi la guancia con il dorso di due dita.

Feci spallucce guardandolo negli occhi.

<<Sto.>> dissi mettendo poi una mano sulla sua, facendo intrecciare le nostre dita.

Si avvicinò lasciandomi un bacio a fior di labbra che a malapena ricambiai e appoggiai una mano sulla sua guancia accarezzandola delicatamente.

<<Te l'ha detto Alessia?>>

<<Sì, me lo ha detto. Come mai tu non ci vai?>>

<<Perchè non voglio lasciarti di nuovo.>>

Mi avvicinai e mi alzai sulle punte affondando il viso nell'incavo del suo collo, portando le braccia intorno ad esso.

<<Vuoi venire da me stasera? O dopo scuola.>> sussurrò al mio orecchio.

Ci pensai su, poi annuii lievemente, almeno mi sarei distratta un po'; sempre meglio che stare a casa da sola sdraiata sul letto a fissare il soffitto in fondo.

<<Ci vediamo all'uscita appena suona l'ultima ora.>> mi diede un bacio a fior di labbra prima di sorridermi e girarsi tornando velocemente nella sua aula.

Mi guardai intorno e solo in quel momento mi accorsi che i corridoi erano ormai deserti; la campanella era suonata da parecchi minuti ormai.

Mi affrettai ad arrivare in laboratorio e appoggiai le mie cose su un banco, per poi prendere il camice ed indossarlo aggiungendomi agli altri miei compagni già intenti a far avvenire chissà quali reazioni chimiche.

Due ore dopo, finalmente, la campanella segnò la fine della giornata e senza neanche preoccuparmi di togliere il camice, presi il mio zaino ed uscii di fretta da scuola raggiungendo Michael che mi stava aspettando nel punto in cui mi aveva detto.

Mi avvicinai e gli presi il viso tra le mani alzandomi sulle punte e stampandogli un lungo bacio su quelle labbra perfette che ormai conoscevo a memoria.

<<Ma ciao anche a te piccola.>> ridacchiò cingendomi i fianchi con le braccia, stringendomi a sè.

Non lo vedevo da due ore eppure mi mancava già da morire; i miei cambiamenti di umore non li avrei mai capiti, prima volevo stare da sola e subito dopo provavo un'incredibile bisogno di avere accanto a me qualcuno...qualcuno che fosse Michael.


#spazioautrice

E beh come sempre aggiorno dopo una vita e come sempre vi chiedo perdono, anche se le persone che si cagano questa storia ormai sono pochissime, ma vbb.

Passando ad altro...come state nutelline? Io sto completamente nella merda con la scuola e con la mia vita sociale in generale, maaaaa tralasciamo.

Sto ancora aspettando commenti e stelline eheh, credo in voi su su.

Ci si vede yay.

-Sa <3

• GOOD GIRLS ARE BAD GIRLS •Where stories live. Discover now