16. Cosa sto combinando?

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«Lei non vuole parlare con te» mi precede Jace, ancora prima che mi capaciti di ciò che sta succedendo. Vorrei replicare, ma Drew mi interrompe. «Non l'ho chiesto a te, Dallas, sto parlando con Liz.» È abbastanza irritato, strano perché appena dieci secondi fa era tranquillo.
«Posso parlarti, formaggino?» mi chiede nuovamente Drew guardandomi negli occhi, impaziente. Non capisco perché abbia tutta questa fretta, ma ancora una volta non riesco a rispondere.
«Formaggino? Seriamente, Drew? E poi te l'ho detto: non vuole parlarti, cercati qualcun'altra da usare» sibila Jace, facendomi anche un po' paura con quello sguardo assassino.
«Fatti i cazzi tuoi!» ringhia Drew, stringendo i pugni.
«Posso parlare?» mi intrometto, alzando una mano fra loro due. Due paia di iridi azzurre e verdi si posano su di me, incuriosite ed in attesa di una decisione. «Ti ascolto Drew, ma dopo, tanto dobbiamo lavorare insieme al bar dopo pranzo, ora vado a correre con Jace.» Cerco di equilibrare la situazione, non mi piace sentirmi come se mi stessero tirando uno da una parte ed uno dall'altra.
«È importante» sussurra Drew senza dare pace al suo labbro inferiore.
«Ne riparliamo dopo, te lo giuro» dico, anche un po' cercando di evitarlo. Ho bisogno di più tempo per riflettere, già il semplice fatto di averlo rivisto ha fatto schizzare troppo alla stelle il mio umore ed il mio cuore.
«Va bene» si arrende infine, lasciando andare il labbro con un sospiro.
Gli faccio un sorriso tirato, ma Drew non ricambia e gira sui tacchi, dopo un paio di metri però si ferma e torna indietro. «Alle dieci meno dieci passo a prenderti qui davanti, okay?» Non so cosa sia, ma nel suo sguardo c'è qualcosa che mi impedisce di dirgli di no. In questo momento mi sembra così... fragile che se gli dicessi di no ho paura che si spezzerebbe in due. Annuisco, facendo alzare gli occhi al cielo a Jace.
«Ti tengo d'occhio» sibila a Drew prima di seguirmi lungo il viottolo che porta alla strada. Non vedo la reazione di quest'ultimo, ma forse è meglio così, non avrei resistito ai suoi occhi delusi.
La mia pausa a quanto pare è durata davvero poco, perché mentre noi andiamo verso la strada principale, Annabelle ci passa accanto mentre parla al telefono con qualcuno. Mi rivolge a malapena un'occhiata, nemmeno un cenno di saluto. Jace non lo guarda nemmeno.
«Gentile come sempre, Annabelle» dico fra i denti, iniziando a correre. Il mio umore è completamente rovinato, sono già nervosa e non sono nemmeno le nove e mezza.
«Liz...» ansima Jace cercando di stare al passo con me.
«Oh, no» ringhio aumentando la velocità. «Lo conosco quel tono, Jace. Drew non è cattivo e non vuole usarmi per poi mettermi da parte come un giocattolo vecchio!» Grido a metà fra l'esausto e l'arrabbiato.
«Non lo conosci nemmeno!» abbaia lui, ed io aumento ancora di più la velocità. Non sento più le gambe e i polpacci mi gridano pietà, ma non mi fermo. Voglio correre finché non stramazzo al suolo, sfinita.
«Solo perché è andato a letto con la tua sorellina e poi l'ha mollata non vuol dire che debba farlo anche con me!» continuo a gridare, senza rendermi conto di ciò che dico, o almeno quando lo faccio è troppo tardi. Jace si ferma di botto ed io con lui, sentendo il senso di colpa risalirmi in gola. «Mi-mi dispiace» balbetto allungando una mano, ma lui fa un passo indietro. È ferito, glielo leggo negli occhi, e mi dispiace da morire.
«Scusa, non volevo, non mi rendevo conto di ciò che stavo-»
«Non importa, non importa.» Chiude gli occhi e prende un gran respiro, poi li riapre e mi guarda più dolcemente. Lo prendo come un consenso e lo abbraccio di slancio. «Scusa.» Jace non risponde, ma dopo un po' mi spinge indietro e mi guarda negli occhi, ma non riesco a decifrare il suo sguardo.
«Provo qualcosa per te.» Il mio cuore smette di battere, ma non è affatto niente di positivo. Adoro Jace, ma non provo nulla per lui a parte un grande affetto. Lui interpreta male il mio silenzio e si sporge per baciarmi, ma io mi tiro indietro. Non so cosa dire, sono troppo sconvolta. Lui abbassa lo sguardo ed io mi sento doppiamente in colpa quando capisco che quel qualcun altro sono io.
«Jace...» inizio titubante, ma lui scuote la testa e sorride guardandomi negli occhi.
«Dobbiamo correre, no?» Non aspetta una mia risposta e si mette a correre lungo la strada. Resto ancora un po' a fissare a terra, poi lo seguo, ma mi sento peggio di prima. Dopo il rifiuto di Annabelle, anche il mio, ma cosa avrei dovuto dirgli? Fingere di ricambiare il suo sentimento? Sono veramente imbarazzata e dispiaciuta. Mi sono accorta di essere rimasta indietro, così accelero il passo e lo affianco nuovamente, decisa a parlargli nonostante sembri che abbia eretto un muro fra di noi.
«Jace mi dispiace, ma ci sono tante altre ragazze, io non sono affatto pronta per una relazione, poi-»
«Va bene così, Liz» dice freddo, continuando a correre, ignorando i miei occhi che cercano i suoi. Mi fermo e lo afferro per un braccio, costringendo anche lui a fermarsi.
«Non voglio rovinare la nostra amicizia» scandisco, costringendolo a guardarmi negli occhi. Si morde il labbro inferiore e sospira.
«Ed io non voglio soffrire più.» Non mi sta aiutando affatto. «Non voglio metterti in difficoltà, Liz, sto solo dicendo di accantonare l'argomento.»
«Ed io non voglio farti soffrire, stava nascendo una bella amicizia» Jace contrae la mascella, e per la seconda volta mi rendo conto di ciò che ho detto. Ma perché non sto mai zitta?
«Hai capito che intendo!» esclamo, tirandomi i capelli frustrata.
«Va tutto bene Liz, davvero, ripartiamo da mezz'ora fa, cancella gli ultimi avvenimenti.»
«Sei sicuro che vada tutto bene?» chiedo titubante.
«Sicurissimo» sorride, ma mi accorgo che mente, e per una volta nella mia vita decido di tenere la bocca chiusa e lo seguo nuovamente lungo la strada.

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