40. Il momento di andarsene

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Vi raccomando di leggere lo spazio autrice, ci sono molte sorprese e alcune domande per voi!
-A

Jace continua a urlarmi frasi che nemmeno sento in faccia, mentre le mie orecchie fischiano e nella mia testa è in atto una guerra: ho fatto la cosa giusta oppure ho esagerato?
Hai appena rivelato i segreti più nascosti di Drew e Annabelle, sei un mostro, la mia coscienza mi rimprovera duramente, ma allo stesso tempo un'altra piccola parte di me applaude il mio gesto folle, perché è stata una delle migliori, se non la migliore, vendetta che io abbia mai architettato finora. Eppure pensavo che, compiuta essa, avrei provato una soddisfazione tremenda, invece, scemata l'adrenalina, non riesco a sentire altro che i sensi di colpa e gli sguardi delle persone fissi sulla mia schiena.
«Tu sei pazza! Hai davvero esagerato, Liz!» Dopo l'ennesimo scossone da parte di Jace, le mie orecchie smettono di fischiare e la sua voce mi fa tornare alla realtà. Sto pensando ad almeno un milione di cose da poter fare nel giro di un secondo: giustificarmi con Jace, chiedere scusa ad Annabelle e Drew, voltarmi e andarmene da questo stupido Luna Park, scoppiare a piangere, scoppiare a ridere... ma non riesco a fare nessuna di queste. Me ne sto semplicemente coi pugni chiusi lungo i fianchi ad assimilare ciò che ho fatto e le conseguenze che avrà. Posso dichiarare ogni rapporto con Annabelle e Drew ufficialmente chiuso, non vorranno più avere niente a che fare con me dopo tutto questo. Eppure invece di sentirmi soddisfatta come avevo inizialmente programmato, mi sento persa. Ora che tutto è più nitido e reale, mi rendo conto che dovrò andare avanti senza l'eterno sorriso affascinante di Drew, il suo infondermi sicurezza e farmi sentire protetta, senza il carattere schietto ma inarrestabile di Annabelle, la nostra giovane amicizia... Solo ora mi rendo conto che io non ho voluto ascoltare alcuna spiegazione che magari avrebbe potuto esserci dietro quella dannata scommessa, ma ormai è troppo tardi per qualsiasi scusa o rappacificazione, il danno è stato fatto ed è irrimediabile.
Quando finalmente le persone ai piedi della ruota panoramica capiscono che lo spettacolo è finito, si allontanano e si disperdono all'interno del Luna Park, e la vita sembra continuare a scorrere come sempre. Ma non per me.
Jace è ancora davanti a me che mi chiede la ragione delle mie azioni avventate, quando mi giro e decido di andarmene. Percorro a grandi falcate la stradina sterrata che porta al parcheggione lungo la riva del lago e mi infilo in macchina, lui non ha provato a seguirmi. Stringo il volante con le mani che tremano e respiro affannata con la testa china. Il cuore prende a martellare, irregolare, nel petto, le mani a tremare più violentemente sul volante e la sudorazione aumenta. Sento le vertigini e una forte nausea allo stomaco, e sono costretta ad aprire la portiera e strisciare lungo la sabbia fino a raggomitolarmi in posizione fetale contro la fiancata della mia auto.
Quello che riconosco essere un attacco di panico continua a stritolarmi le viscere, ma stavolta non c'è nessuno a calmarmi. La realtà di essere sola si insinua nella mia mente e inizio ad ansimare ancora più forte, mentre il tremore si diffonde alle gambe e alla schiena.
Respira, Liz.
Cerco di regolarizzare il respiro, ma con scarsi risultati.
Devi respirare, Liz.
Nella mia testa, alla mia solita voce si sostituisce quella di Drew, e all'improvviso ricomincio a respirare in modo normale.
Brava, continua così, sai di essere più forte.
Apro lentamente gli occhi e ricomincio a mettere a fuoco il mondo che mi circonda.
Continua a respirare.
Osservo la superficie del lago ondeggiare piano per il vento, e poco a poco il mio battito cardiaco riprende il suo normale andamento.
Sei bravissima, Liz, forza alzati da terra.
Faccio ciò che la voce di Drew mi ordina di fare e rientro in macchina. L'unico rimasuglio dell'attacco di panico è il lieve tremore alle mani, ma per il resto sono tranquilla.
Mi rendo conto di ciò che ho effettivamente appena perso e mi do della stupida senza speranze.
Cosa diavolo hai combinato, Liz?

***

Mi chiudo la porta dell'appartamento alle spalle con un tonfo e mi ci appoggio. Un leggero mal di testa ha cominciato a martellarmi i neuroni da quando sono partita dal Luna Park, ed ora si è trasformato in una vera e propria emicrania. Mi mordo con forza il labbro per trovare una ragione, che non sia il pentimento, alle lacrime che mi stanno nascendo agli angoli degli occhi. Con la vista appannata muovo qualche passo nell'open space della cucina e del salotto e ritrovo sul bancone la bottiglia d'acqua che avevo abbandonato lì nel pomeriggio. Non mi disturbo a raccoglierla e tiro dritto fino alla camera da letto. Afferro la valigia che ho fatto e disfatto già ben due volte oggi e ci infilo dentro tutti i miei averi. Non posso più restare qui, rischio di impazzire. Quello della fuga è un progetto che è stato palesemente fallimentare. Credevo di essere cambiata, invece c'è qualcosa in me di marcio, di malato, di impossibile da combattere. Mi sto arrendendo. Per la prima volta Liz Jones si arrende.
Prendo il manico della valigia e la porto in salotto, poggiandola di fianco al divano. Torno in camera e rovisto nei cassetti della scrivania in cerca di qualche foglio, che trovo, e una penna blu che invece è sopra ad essa.
Mi dirigo nuovamente in salotto e mi siedo sul divano. Chiudo per un attimo gli occhi, sbatto i fogli sul tavolino per pareggiarli ed è tutto pronto. Respiro a pieni polmoni, sentendo l'ossigeno echeggiare all'interno del mio petto vuoto, come l'aria nelle canne di bambù.
Quando riapro gli occhi, ciò che vedo è il mio riflesso sullo schermo spento del televisore. Trattengo un singhiozzo di fronte ai miei occhi cerchiati di nero, per non parlare dei capelli tirati su alla bell'e meglio di cui la maggior parte si trova appiccicata al mio viso umido per le lacrime. Alla fine, tutto il male che ho causato agli altri, come sempre, non ha fatto altro che ritorcersi contro di me. Per ferire Annabelle e Drew ho dovuto spezzare anche me stessa, rinunciando per sempre al rapporto che avevo con loro. Per questo, decido di lasciargli una lettera prima della mia uscita di scena, perché si meritano almeno di sapere che mi dispiace e che io gli volevo veramente bene, anche se mi hanno ferita e hanno giocato con me, perché ho capito che avrei dovuto ascoltare la loro spiegazione quando ho visto il volto terrorizzato di Drew e l'espressione furibonda di Annabelle. Ma ormai non posso più fare niente, se non dirgli realmente quello che penso, ma non solo a loro, anche a Jace. Nemmeno lui si merita di ritrovarsi danneggiato dal mio gesto, perché so che ama Annabelle e che aveva instaurato una specie di rapporto di tolleranza reciproca con Drew, quindi non voglio che in qualche modo scarichino la colpa su di lui quando io me ne sarò andata.
Prendo il primo foglio e stappo la penna, per poi poggiarne la punta sulla carta e scrivere il primo nome:

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