28. Un piano geniale e la storia di F

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La superficie del lago ondeggia calma riflettendo il cielo scuro, il sole disegna un cerchio dorato dietro le nuvole e il vento leggero smuove la sabbia fina che costeggia la riva. È finalmente smesso di piovere, ma l'aria è fredda e minaccia ancora brutto tempo.
Dopo che Annabelle è esplosa ed ha tirato fuori tutto il suo passato si è addormentata, sono rimasta per un po' a fissare il soffitto per assimilare tutte quelle informazioni, e alla fine ho deciso di alzarmi e quasi in automatico le mie gambe mi hanno portata a sedermi qui. Non so da quanto è che sono seduta a fissare la distesa d'acqua, forse mezz'ora. C'è odore di pioggia e dalle piante circostanti proviene il ritmico rumore delle gocce d'acqua che scivolano lungo le foglie e cadono a terra.
Fra tutte le parole che Annabelle mi ha detto, ho fisse in testa le frasi riguardo Gale. È ciò che mi ha turbata di più, e vorrei parlarne chiaramente con lei. So cosa vuol dire subire delle violenze, e voglio salvare almeno lei prima che sia troppo tardi, prima che lui si spinga troppo oltre. C'è una soglia di dolore che gli esseri umani possono sopportare, e non voglio che Annabelle raggiunga la sua. So per esperienza che Gale non si fermerà. Mai. Quando iniziano a farti del male non riescono a smettere fino a quando tu smetti di respirare. Non voglio che faccia il mio stesso errore, quello di subire in silenzio finché tutto questo sarà irreparabile.
Mentre sono assorta a fissare la superficie lucente vengo distratta dal mio cellulare. Lo tiro fuori dalla tasca e leggo il messaggio. È di Drew.

Va tutto bene?

Sì, dammi un altro paio di minuti e arrivo.

Fai con calma.

Lascio cadere il cellulare sulla sabbia sopra alla giacca di Drew e mi prendo qualche altro attimo per riflettere.
«Che schifo di tempo.» Mi giro colta alla sprovvista e mi ritrovo davanti la figura snella di Annabelle che cammina silenziosamente immergendo i piedi nella sabbia. Il suo volto è serio come sempre e i suoi capelli sono ancora intatti. L'unica cosa imperfetta è il trucco, poiché il mascara le ha disegnato due linee nere sulle guance.
«Già» concordo con lei. Incrocia le gambe e si siede accanto a me. Per un po' non diciamo nulla. Costruisco un discorso nella mia testa e provo a trovare un punto di partenza.
«Chi sa di Gale?» Annabelle fissa dritto davanti a sé, e quando mi arrendo al fatto che non mi risponderà, mi sorprende.
«Solo tu. Tante volte avrei voluto dirlo a Drew, ma sapevo come avrebbe reagito, è già successo con...» si blocca e sgrana leggermente gli occhi, ma il suo volto rimane immutabile.
«Con?» la incito a continuare, ma Annabelle sospira. Ci sono così tanti punti in questa storia che mi sfuggono che più cose scopro e meno mi accorgo di saperne. Cala di nuovo il silenzio, che sembra riempire tutta l'aria circostante e appesantirla. Sono fermamente convinta di una cosa da quando l'ho conosciuto, ovvero che la F che Drew ha tatuata ha un significato rilevante, e mi piacerebbe saperlo, ma lui si è aperto davvero molto con me, e prima devo fare lo stesso.
«Dov'è ora Gale?» torno sul discorso fra me ed Annabelle.
«Non ne ho idea, da quando è stata diffusa la notizia è scomparso, e pensare che è andato a letto sia con Brittany che con Sarah.»
«Devi fare qualcosa» le dico, e quando reagisce in modo turbolento la cosa non mi sorprende.
«Sei pazza? Se lo scoprisse mi ucciderebbe, e per quanto la mia vita faccia schifo vorrei continuare a viverla.»
«Non dovresti avere paura.»
«E tu?» Mi si gela il sangue nelle vene. «Tu ne hai avuta?»
Avevo capito che Annabelle avesse dedotto qualcosa, ma non pensavo sarebbe stata così diretta.
«Nel mio caso era diverso.» Faccio fatica a pronunciare ogni singola parola. Come avrei mai potuto denunciare mio fratello? Per quanto abbia ucciso tutto ciò che c'era di puro e buono in me, non avrei mai potuto fargli una cosa del genere. È pur sempre Sam, mi sono sempre autoconvinta che ci fosse qualcosa di recuperabile in lui, e credo che non riuscirò mai veramente a smettere di sperarci.
«Non è facile prendere una decisione di questo tipo» Annabelle mi strappa dalle mie riflessioni.
«Cosa provi per Gale?» le faccio la stessa domanda che mi facevano ad ogni seduta gli psicologi. Lei sembra rifletterci seriamente.
«Non riuscirò mai ad odiarlo davvero, perché un tempo l'ho amato, e non potrai mai odiare qualcuno che amavi, per quanto tu possa provarci ci sarà sempre qualcosa che ti legherà a quella persona. Provo... rabbia, ma non per lui, per me, perché mi ci sono aggrappata con tutte le mie forze.»
In un certo senso la capisco, perché Gale era tutto ciò che aveva, e Annabelle credeva di meritarsi quella insensata violenza. E qui sta il punto.
«Non te lo meritavi, e vorrei che tu la smettessi di pensarlo. Prima di andare avanti, devi perdonare te stessa, perché non hai alcuna colpa per ciò che è successo alla tua famiglia.»
Fissa i suoi piedi immersi nella sabbia. Poi sorride amaramente.
«Stiamo dicendo la stessa cosa, Liz. Solo che non so cosa ti sia successo.»
Mi blocco e seguo con lo sguardo un uccello che sfiora il pelo dell'acqua e si alza nuovamente verso il cielo. Io ci provo a cercare le parole dentro di me per spiegare ciò che mi è successo, ma non le trovo. Mi serve più tempo. Prendo un grande respiro. Annabelle ha ragione.
«Io aspetto, Liz, non ho alcuna fretta, però non venirmi a dire come comportarmi con Gale, perché non credo che tu abbia fatto le scelte che credi corrette, sennò non saresti qui.»
E ancora una volta, un punto a favore di Annabelle.
«Brittany e Sarah che fine hanno fatto?» cambio discorso, perché la situazione si sta facendo complicata. Annabelle alza le spalle.
«Non ne ho idea, forse sono ancora all'università.»
«Per caso hanno in programma di fare qualcosa questa settimana?» Lei mi guarda confusa, ma mi risponde lo stesso.
«Questo venerdì c'è la festa di ottobre della confraternita.»
«Interessante...» commento con un sorriso.

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